Corriere della Sera, 21 novembre 2022
Suor Cristina ha abbandonato la tonaca
«Si faceva chiamare Suor Cristina, oggi è semplicemente Cristina». Così Silvia Toffanin ha annunciato ieri a «Verissimo» l’ospite specialissima del suo talk show, Cristina Scuccia, 34 anni, la vincitrice di «The Voice of Italy» 2014, invitata a raccontare la sua scelta di abbandonare la tonaca per seguire il cuore.
Cristina ha fatto il suo ingresso in studio in tailleur pantalone rosso, i lunghi capelli neri sciolti, un sorriso luminoso che ispira immediata simpatia. Un’immagine lontana da quella che l’aveva fatta conoscere al pubblico televisivo. «Suor Cristina è dentro di me – chiarisce subito a Toffanin —, se oggi sono quella che sono è anche grazie a lei. Ho fatto un percorso meraviglioso, anche se difficile, complesso. Ma oggi ho il sorriso. Non ho perso la fede». I quindici anni di vita religiosa sono stati, prosegue, «gli anni più belli della mia vita, un’esperienza intensa che mi ha fatto crescere tantissimo». Il cammino per prendere i voti, racconta, passa inizialmente attraverso la partecipazione al musical che le Orsoline stanno organizzando per celebrare la nascita della fondatrice della congregazione, Rosa Roccuzzo (1882-1956), che lei è chiamata a interpretare. Il 2 febbraio 2008 sale per la prima volta sul palco, e avverte «che qualcosa in me stava cambiando». La «chiamata» avviene il 31 maggio: «Ricordo le date perché è come l’innamoramento, o il colpo di fulmine». Segue il «periodo di discernimento, un tempo che la Chiesa accorda a chi intende prendere i voti per meditare sulla rinuncia a tutto per consacrarsi a Cristo».
Durante i due anni di noviziato in Brasile, «dove vedere sul palco religiose e religiosi che cantano è molto naturale, quando si incontra Dio si ha voglia di cantare, ballare, lodare», Cristina decide, in accordo con le consorelle, di partecipare a «The Voice of Italy». È un trionfo. Le sue canzoni fanno il giro del mondo, la sua voce potente colpisce il pubblico internazionale: Suor Cristina conquista i palcoscenici, le prime pagine e perfino l’ammirazione di Madonna.
Le consorelle cercano di proteggerla dall’incredibile esposizione mediatica che la vittoria le ha portato. Ma lo scudo sotto cui le suore cercano di ripararla comincia a soffocare Cristina. Nel frattempo, il suo babbo si ammala e la mamma gli sta accanto in ospedale. La giovane comincia a sperimentare una libertà a cui non è più abituata. Cose semplici, come decidere di mangiare a un’ora diversa da quella stabilita in convento. Entra in una crisi profonda. «Mi sono rivolta a una psicologa – rivela a Toffanin —, quando vedi solo il buio ti serve qualcuno a cui chiedere aiuto. Non riuscivo più a capire chi fossi. Non ho mai messo Dio in discussione, ma la mia crescita non riusciva più a stare dentro le regole. Poi è morto mio papà, ho deciso di prendere un anno sabbatico, un anno di silenzio, di viaggiare».
I suoi genitori ne hanno sempre appoggiato le scelte. «Se oggi sorrido è anche grazie a loro, ho seguito il mio cuore cercando di non restare intrappolata nei giudizi altrui». Oggi Cristina fa la cameriera in Spagna e, dice, «vivo col sorriso». E l’amore, le domanda Toffanin? «Non è una priorità ora. Se poi dovesse arrivare, non lo allontanerei. Credo nell’amore, sono innamorata della vita e di me stessa. Bisogna curarsi e amarsi per riuscire ad amare gli altri».