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 2022  novembre 20 Domenica calendario

I due giorni di follia di Giandavide De Pau

Gli psicofarmaci mischiati con la cocaina e con altre droghe pesanti. La corsa in auto fino agli appartamenti di via Durazzo, prima, e di via Augusto Riboty, poi. Gli appuntamenti con le escort, gli omicidi. E poi la fuga, folle, a piedi, per tutta Roma, senza mangiare e senza dormire per due giorni. Alla fine, l’approdo a casa della madre e della sorella nel quartiere di Ottavia, fino al fermo e all’interrogatorio di sette ore in Questura. La folle cronologia omicida di Giandavide De Pau inizia mercoledì sera, il 16 novembre, quando si incontra con un’amica cubana. Insieme consumano quantità massicce di droghe che, mischiate ai farmaci che il cinquantunenne prende da tempo, fanno scattare il cortocircuito. De Pau inizia a vagare per la città tutta la notte, dimentica più volte dove ha parcheggiato la macchina, «l’ho trovata davanti all’Hilton, ma non so come ci è arrivata», racconterà nell’interrogatorio. Poi torna a casa.
LA MATTINA
Arrivano le 9,15 del mattino di giovedì: è in quel momento che l’uomo esce dal suo appartamento in zona Balduina. Poco dopo, le telecamere di sorveglianza di locali e negozi del quartiere Prati riprendono la sua macchina, una Toyota iQ, mentre percorre via Gomenizza, che si trova proprio accanto a via Durazzo. L’uomo indossa un giubbotto blu elettrico. Secondo la ricostruzione della Procura, sono circa le 9,30 quando il presunto killer entra nella palazzina che si trova al civico numero 38 e varca il portone dell’interno 5, dove lo aspetta Martha Castano Torres, una escort colombiana di 59 anni: la prima vittima. La donna verrà trovata senza vita qualche ora dopo dagli inquirenti: è nuda ed è stata accoltellata a morte, probabilmente con uno stiletto. De Pau si allontana in fretta: raggiunge un secondo appartamento, in via Augusto Riboty 28, a 850 metri di distanza. Prende un appuntamento con una delle escort cinesi che abitano lì. «Sono arrivato in macchina», racconterà negli uffici della Questura di Roma alla pm Antonella Pandolfi, dopo essere stato fermato con l’accusa di triplice omicidio aggravato. Questa volta i cadaveri lasciati alle sue spalle sono due. Una delle donne, la più giovane, è stata uccisa come Martha: anche lei è senza vestiti, anche lei ha la gola tagliata e diverse pugnalate sul corpo. È sul pianerottolo, in un lago di sangue: secondo gli investigatori ha cercato di fuggire. L’altra escort è stata uccisa in casa, dopo avere lottato con l’aggressore.
De Pau prosegue il suo viaggio folle. Esce dall’appartamento, vaga per la città per due giorni, senza mai dormire. È sotto l’effetto di stupefacenti, l’adrenalina è a mille, i ricordi sono confusi, o forse è solo un meccanismo di rimozione scattato per cercare di cancellare dalla mente l’orrore. Cerca di contattare la sorella, ma si accorge di avere perso il cellulare: gli è caduto a casa delle vittime cinesi. Allora raggiunge, in zona Termini, la casa dell’amica cubana con cui si era incontrato mercoledì sera. La stessa donna verrà sentita in Questura venerdì notte e racconterà che De Pau le ha parlato di donne uccise e di omicidi. È sempre lei che gli presta il cellulare per contattare la madre e la sorella, che non lo sentivano da un giorno intero e che seguivano con il cuore in gola sui giornali e in televisione gli aggiornamenti su quelle morti: temevano che lui c’entrasse qualcosa e che, nonostante fosse in cura in una struttura Sert, avesse ripreso a drogarsi. Nel 2008 e nel 2011 era stato anche ricoverato in un istituto psichiatrico di Montelupo Fiorentino. La due donne chiamano i carabinieri, dicono che hanno paura che il figlio abbia un ruolo nei delitti. Sono le tre di notte quando De Pau arriva a casa loro, in zona Ottavia. Inizia di nuovo a parlare di sangue, di morte, di donne uccise. Poi, crolla su una poltrona e si addormenta per due ore. Alle 5 di mattina la Polizia bussa alla porta. De Pau esce con le manette ai polsi. Viene portato in Questura, dove per 7 ore prova a ripercorrere quelle ore deliranti. Il racconto è sconnesso: è ancora sotto l’effetto del mix di droghe e farmaci. Ora si trova nel carcere di Regina Coeli.