il Giornale, 20 novembre 2022
I furbetti di YouTube
Italiani popolo di santi, poeti, navigatori. Una volta. Ora siamo un popolo di influencer e content creator. È la modernità, bellezza. I tempi cambiano, l’economia gira (male) e per sfuggire alla crisi ci si inventano nuove professioni che sono molto meno di nicchia di quanto si potrebbe sembrare. E soprattutto rendono parecchio. Alcuni sono famosissimi, come Chiara Ferragni e Khaby Lame. Altri sono semi sconosciuti al grande pubblico ma celebri tra gli appassionati. Uno di questi è «Cicciogamer89», al secolo Mirko Alessandrini, 33enne romano star di Youtube che può vantare oltre 3,5 milioni di iscritti al suo canale e video da milioni di visualizzazioni in cui intrattiene i suoi seguaci prevalentemente giocando ai videogame e dando consigli su come utilizzarli. Da ieri, Ciccio-Mirko è noto a tutti: è stato denunciato dalla Guardia di finanza perché negli ultimi 5 anni non avrebbe dichiarato al fisco oltre un milione di euro di compensi, senza versare imposte dirette per oltre 400mila euro e dell’Iva per circa 160mila euro. Mica noccioline.
Il ragazzo, ovviamente con un video online, si è giustificato, dicendosi sorpreso e respingendo ogni accusa. «Ho sempre pagato tutto quello che dovevo. Vi giuro non sono un evasore e tantomeno mi va di evadere, ho sempre pagato un botto di tasse e me ne sono sempre lamentato. Però non voglio fare come altre persone che cercano di nascondersi, io voglio parlare», ha detto, aggiungendo di aver sentito avvocato e commercialista e di essere in attesa di sviluppi. L’inchiesta, ovviamente farà il suo corso e stabilirà eventuali responsabilità. Ciccio-Mirko non è il primo ad essere pizzicato. Celebre il la vicenda dello youtuber Stefano Lepri che nel 2017 venne condannato a pagare al fisco 75mila euro e il suo caso fece scuola. Fino a quel momento infatti, fra le fattispecie di lavoro autonomo quello di youtuber non esisteva. E quindi il pagamento delle tasse era facilmente aggirabile. Adesso invece, per quanto il tracciamento dei compensi non sia né semplice né immediato e dia un buon margine a chi vuole fare il furbetto, i servizi svolti dagli influencer devono essere tassati come attività di lavoro autonomo di tipo artistico-professionale o come reddito d’impresa qualora l’attività sia organizzata come tale.
In ogni caso fa specie vedere numeri così grandi associati a professioni che nell’immaginario comune professioni non sono. Spiegatelo voi a alla sciura Maria o a donna Carmela che fare video e parlare di trucchi, videogiochi o scarpe su internet è un lavoro vero. Eppure, lo è eccome. Secondo gli ultimi dati in Italia sono circa 350mila le persone considerate influencer e content creator professionisti, tanto che di recente è nato anche un sindacato che assiste e organizza i lavoratori del settore. Solo nel nostro Paese si parla di un giro d’affari che sfiora i 300 milioni di euro all’anno con ben 150mila posti di lavoro prodotti dall’indotto. Un settore in costante crescita che nel mondo vale 10 miliardi di dollari. Ma quanto guadagnano le star della Rete? Un vero listino prezzo è difficile da reperire ma varia in base alla piattaforma (Facebook sembra in calo, Instagram e TikTok crescono), ai contenuti e allo status del personaggio. Più si è famosi e seguiti e più un contenuto sarà pagato. Le categorie si dividono e partono dal nano influencer, con almeno 10mila followers, il cui compenso per un post può variare dai 100 ai 1000 euro, crescendo poi fino ai mega influencer con oltre un milione di followers che incassano anche 20 o 30mila euro per un contenuto. Per arrivare all’empireo delle celebrità seguite da più di 5 milioni di persone: le loro entrate possono superare anche i 75mila euro per ogni post. Altro che «trovati un lavoro vero» e viva il posto fisso. Trovati dei followers e un modo per farli fruttare. Ma ricordati di pagare le tasse.