Corriere della Sera, 20 novembre 2022
I favoriti al Mondiale secondo Sconcerti
È un Mondiale che ha molte favorite e alcune possibilità di sorprese, ma la sensazione è che stia tornando il tempo delle nazionali sudamericane. Non è molto più di questo, una sensazione. Non ci sono dati a supporto, se non che sarà l’ultimo per gente come Messi e Neymar che un Mondiale lo avrebbero comunque meritato. Un torneo fra nazionali abbassa l’importanza della tattica perché le squadre sono composizioni più casuali. Questo potrebbe liberare la fantasia sudamericana, portarla avanti alle organizzazioni europee. Il Brasile non vince da vent’anni, l’Argentina dall’86. Come tramontarono Maradona e Ronaldo si sono fermate. L’Argentina ha una squadra matura, quattro giocatori su undici oltre i 34 anni. Il Brasile ha giovani ed esperienza, è ormai abituato a obbedire alla tattica europea, quindi nei limiti, cerca di essere concreto. L’Argentina è come Messi, molto amante del semplice, attenta a non cercare giocate pericolose. Nel ruolo attuale Messi ha trovato il modo di andare oltre il tempo. Ha più spazio davanti, usa meglio il suo bisogno di essere indispensabile. Gli basta saltare un uomo e dare bene il pallone. E questo lo sa fare benissimo. Pochettino, che ha allenato lui e Neymar, dice che è sorprendente: in allenamento quando si fa il torello, Messi non finisce mai nel mezzo al cerchio perché non sbaglia mai a restituire la palla. Neymar è capace di fare un tunnel dentro la propria area, qualunque gesto deve lasciare una traccia nello spettacolo. Tra loro e Mbappé c’è una forte parentesi. Mbappé ha 23 anni, ha vinto il Mondiale a 19, oggi è il migliore ma non è ancora completo. Non ama tenere il pallone, è subito concentrato sulla conclusione. Gioca più in fretta di quanto l’avversario riesca a pensare e continua a lavorare sul tempo. Mi sembra che davanti al portiere oggi si prenda anche il gusto opportuno di piazzare la palla, cioè guida il suo istinto, non lo subisce. Alla Francia mancheranno Pogba, Kanté e Benzema, nel frattempo sono cresciuti molto Rabiot e il ragazzo Tchouameni del Real. La Francia ha molto per vincere, ma non il troppo. Mbappé è comunque il giocatore più determinante del torneo.
L’Inghilterra sta lentamente spegnendo la sua generazione d’oro senza nessuna soddisfazione. Forse c’è un divario di mentalità tra la squadra più ricca del mondo e il suo allenatore che viene da una lunga trafila nelle squadre giovanili. Ha però frenato bruscamente anche Harry Kane che segna ma non decide i grandi appuntamenti. Questa è l’ultima occasione per tutti. Un usato sicuro è la Germania. Non ha i colori per vincere, ma è molto squadra. Le manca un centravanti, anche Werner si è infortunato, però ha uno dei migliori giocatori in assoluto e ancora non del tutto scoperto: Sané. L’ultima tra le favorite è la Spagna, spinta dal rinnovamento del Barcellona (Pedri, Gavi, Ferran Torres) e da Luis Enrique, forse il tecnico più preparato. Nemmeno la Spagna ha un centravanti sicuro, gioca ancora Morata, attaccante di classe non adattissimo al gioco di Luis Enrique.
Queste sono le favorite classiche, anche se oggi ci sono suggestioni di partenza diverse rispetto al passato. È difficile che a un Mondiale ci sia una vera sorpresa, qualcosa la prepara sempre. Oggi potrebbe essere Leao questa spinta, un mix tra la sua gioventù e il bisogno di resistere di Cristiano Ronaldo. Il Portogallo è la squadra più tecnica d’Europa e si è abituata a vivere i grandi tornei da protagonista. Non so che reazione possa avere Leao in un palcoscenico così, ma se entra in partita rischia di essere il più forte.