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 2022  novembre 20 Domenica calendario

Cripto-crac, tremano i fondi

Il collasso di Ftx, la terza piattaforma di scambio di criptovalute a livello globale, rischia di avere ripercussioni sulla grande finanza che finora ha puntato sul settore, accreditato di essere il “nuovo” bene rifugio. Da BlackRock al Temasek, il fondo sovrano di Singapore, l’esposizione dei finanziamenti verso la società di Sam Bankman-Fried è pari a 1,8 miliardi di dollari. Sui quali indagherà la Securities and exchange commission (Sec), l’autorità statunitense per le società quotate. Ma la somma è destinata ad aumentare, visto l’effetto contagio verso le altre piattaforme, da Genesis a Voyager, passando per Binance e Coinbase. Nel complesso almeno 13 miliardi di dollari sono in ballo. Intanto, i fondi indicizzati sulle cripto sono al tracollo.
La bancarotta di Ftx non sarà indolore. Oltre a BlackRock e Temasek, l’esposizione contagia anche Sequoia Capital, Tiger Fund, due fra i maggiori fondi globali. Così come il fondo hedge personale di Paul Tudor Jones, e le finanze private del campione di football Usa Tom Brady e la supermodel Giselle Bundchen. Due i segnali del collasso in corso. Primo, la flessione del maggiore fondo d’investimento specializzato in criptodivise, il Grayscale Bitcoin Trust da 10,5 miliardi di dollari sotto gestione, che da inizio anno ha ceduto il 75,68% e solo nell’ultimo mese il 26,35 per cento. Fondo in cui ci sono quote di Morgan Stanley, BlackRock, ma anche la Ark di Cathie Wood, pioniera degli investimenti nel fintech. Secondo, perché i giganti della finanza hanno supportato gli investimenti della società di Bankman-Fried negli ultimi anni. E ora hanno un duplice problema: da un lato, la procedura di amministrazione controllata verso cui sta andando Ftx bloccherà i finanziamenti erogati; dall’altro, le altre piattaforme stanno introducendo misure di restrizione sui capitali.
Il congelamento dei depositi è ormai la norma per buona parte delle strutture di compravendita di cripto. Genesis e Coinbase sono state fra le prime, dopo il crac di Ftx. E secondo i calcoli di Chainalysis, visionati da La Stampa, a rischio ci sono circa 81 miliardi di dollari. Cifra che comprende non solo i fondi d’investimento, ma anche i depositi dei clienti esposti sul mercato delle cripto. E solo considerando le prime cinque piattaforme di negoziazione (Binance, Coinbase, Kraken, KuCoin, Bitstamp), che stanno registrando perdite da inizio anno comprese fra il 56 e il 38 per cento.
«L’esposizione degli investitori istituzionali non è tale da essere sistemica, dovrebbe essere sotto quota 20 miliardi di dollari, ma potrebbe essere rilevante per i piccoli risparmiatori», spiegano fonti di Wells Fargo citando uno studio interno della banca statunitense. Il problema è «comprendere quali sono le conseguenze in un universo in cui le regole abituali non esistono». Problema noto anche alla Sec, che però monitora con attenzione le evoluzioni. Così come la Casa Bianca e il Tesoro Usa.
Ad aggiungere incertezza sulle possibili perdite ci ha pensato TechCrunch, popolare rivista di tech e fintech a stelle e strisce. Dozzine di market maker e gestori di fondi in una chat di Telegram solo su invito hanno risposto a un sondaggio intitolato “La mia azienda e l’esposizione attuale a Ftx”. TechCrunch ha esaminato i risultati della chat di 147 membri, soprannominata “Creditori Ftx privati”. Tra i 70 intervistati, il 66% ha dichiarato di aver perso 25 milioni di dollari o meno, il 7% ha indicato di aver perso tra 25 milioni e 50 milioni, il 6% ha perso 50 a 100 milioni e l’1% ha riportato perdite relative a Ftx comprese tra 100 milioni e 500 milioni. Il restante 20% ha rifiutato di fornire una somma delle potenziali perdite, secondo documenti privati esaminati da TechCrunch. I conti però non tengono nota dei portafogli congelati. E che potrebbero creare noie ai fondi d’investimento che finora hanno dato fiducia all’universo delle cripto.