la Repubblica, 20 novembre 2022
Saman, i resti trovati a 19 mesi dal delitto
Il corpo in posizione supina avvolto in alcuni teli e calato in una fossa profonda quasi due metri. Poi la stessa buca riempita di terra e ricoperta da grosse pietre. Per gli investigatori non ci sono dubbi: i resti umani sepolti all’interno di un casolare diroccato di Novellara sono quelli di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, uccisa dai propri familiari per aver rifiutato un matrimonio combinato.
Non c’è ancora la certezza, che arriverà dopo la riesumazione del cadavere e l’analisi del Dna, «ma è davvero molto probabile che si tratti della ragazza», dice il procuratore di Reggio Emilia, Gaetano Paci. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, è stato scoperto all’interno di un rudere a 500 metri dai fabbricati dell’azienda agricola “Le Valli”, dove gli Abbas lavoravano e abitavano. Un’ex latteria, ridotta a poche mura e un tetto in parte crollato, che era già stata ispezionata più volte dai carabinieri senza alcun esito.
Venerdì sera i militari sono tornati e questa volta «scavando in un punto preciso», dice il procuratore Paci, hanno trovato i resti. Sono stati dissotterrati i piedi e, coperti da un telo, quelle che sembrano essere delle ginocchia e i gomiti. A quel punto lo scavo si è però dovuto interrompere, per darne comunicazione ai giudici della corte d’assise, titolari del processo per l’omicidio fissato per febbraio. Ora sono loro, e non più la Procura, a dover autorizzare l’esumazione del corpo alla presenza di un perito e dei consulenti degli imputati a cui, tra lunedì e martedì, verrà notificata la richiesta di incidente probatorio. Una procedura che necessita di tempo, durante la quale l’area del casolare sarà presidiata.
Cosa abbia spinto gli investigatori a tornare di nuovo nello stesso posto è ancora coperto dal segreto investigativo. Ieri mattina si era diffusa la notizia che il ritrovamento fosse frutto delle indicazioni date da uno dei familiari di Saman. Forse un pentimento o una mera segnalazione che il procuratore Paci ha però smentito: «Il ritrovamento è il frutto del lavoro di ricerca che non si è mai interrotto nonostante siano passati 19 mesi dalla scomparsa».
Di fatto la svolta c’è stata nelle stesse ore in cui Shabbar Abbas, il padre di Saman, è stato arrestato in Pakistan con l’accusa di omicidio, contestata anche alla moglie Nazia (ancora latitante), al fratello Danish Hasnain e ai nipoti, Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq, già in carcere in Italia. Il fermo nella terra d’origine del capofamiglia potrebbe aver smosso qualche coscienza.
Di certo c’è che tutti gli indagati ben conoscevano il casolare che si trova a ridosso dei campi dell’azienda agricola per la quale lavoravano. Senza dimenticare poi l’esistenza di alcune immagini delle telecamere di sorveglianza di un capannone che, alcuni giorni prima del delitto, hanno registrato i due cugini e lo zio incamminarsi, con badili e secchi, proprio in direzione dei campi adiacenti all’ex latteria. Per gli investigatori i tre avrebbero scavato la buca in precedenza, quella notte poi la 18enne sarebbe stata uccisa e trasportata nel casolare nel cuore della notte, attraversando le serre. Una volta all’interno del rudere occultare il cadavere non è stato difficile.
Le telecamere di videosorveglianza hanno registrato Saman allontanarsi con i genitori (la coppia qualche minuto più tardi è rientrata senza figlia) poco dopo la mezzanotte e il fratello minore della ragazza, testimone chiave dell’accusa, afferma di aver visto lo zio tornare a casa un’ora e mezza dopo. Tempi compatibilicon le distanze da percorrere. Tutto sarebbe insomma accaduto tra la mezzanotte e l’una e mezza.
Shabbar Abbas, arrestato martedì, si trova ancora a Islamabad in attesa dell’udienza di giovedì prossimo. Davanti al giudice pakistano gli saranno contestate ufficialmente le accuse mosse dalla Procura di Reggio Emilia. Successivamente si discuterà dell’estradizione chiesta dall’Italia che potrebbe aprigli le porte del carcere , dove sono già detenuti lo zio e i cugini di Saman.