la Repubblica, 20 novembre 2022
Muti e Michieletto
Caro Merlo, vedendo in tv il profondo rispetto filologico che il Maestro Muti pone nel rapporto parola/musica dell’opera di Verdi e la sua scarsa considerazione per le reinvenzioni registiche in voga, vorrei qui caldamente segnalare il programma ai veri melomani superstiti, annoiati dagli “eventi performativi” parodistici, di cui fornisco le chiavi di lettura : Rigoletto dark, Barbiere folk, Bohème rock, Aida black, Traviata escort, Elisir rave… Sipario.Giovanni Alberto PincherleIl maestro Muti è il grande custode della tradizione e gliene siamo grati, ma non mi pare che abbia paura della novità, quando non è compiacimento per lo scandalo. Infatti ha lavorato anche con registi innovativi e creativi, come Ronconi, Carsen, Vick e, recentemente, nel 2017, con la visionaria Shirin Neshat. Ovviamente è facile sbagliare e perdere “la pertinenza” ambientando Così fan tuttein un bordello per scambisti, oppure Rossini in manicomio. Ma, per esempio, Il Barbiere di Sivigliacon la regia di Damiano Michieletto è bellissimo. E molte delle più “azzardate” regie di Michieletto sono diventate dei classici, tant’è che viene chiamato e riproposto nei più importanti teatri del mondo. E qualche volta viene pure fischiato, e non è male. Non c’è altro metro di giudizio che la qualità. Anche nella prosa: pensi ai rischi che correva Carmelo Bene il quale amputava e sottraeva al punto da eliminare Romeo dal Romeo e Giulietta.