Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  novembre 19 Sabato calendario

ANVEDI CHE MAZZA! – IN UN LIBRO IL MAESTRO GIANNI MAZZA SI RACCONTA: "LA RAI È VIVA GRAZIE A BERLUSCONI. SENZA LA FININVEST SAREMMO ANCORA AL BIANCO E NERO. I REALITY? NO, GRAZIE. AL GRANDE FRATELLO NON CE LA FAREI. HANNO UN SOLO BAGNO PER TUTTE QUELLE PERSONE! NON FA PER ME" - LE CORSE IN MACCHINA CON LITTLE TONY, MAGALLI “CHE INVECE DI MOZZICARSI LA LINGUA FA LA BATTUTA” – POI FA IL PARACULO SULLA MELONI: “NON L'HO VOTATA MA SONO FELICE CHE..." -

Il suo cv recita: pianista, compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra. Poi però chiedi a lui e ti dice: «Mano, sono solo un anziano che si è sempre rifiutato di crescere!». A parlare è il Maestro Mazza: il sodale compagno di avventure tv di Renzo Arbore, Corrado, Michele Guardì, Fabrizio Frizzi, Nanni Loy (giusto per citarne alcuni) e, prima ancora, il pianista di Little Tony.

Sue sono le sigle di tantissimi show televisivi, come Scommettiamo che?, e, ora, il nostro ha dato alle stampe il suo primo libro: l'autobiografico Non ricordo una Mazza (Bertoni Editore).

Soddisfatto? «Molto. Però, lo prometto: basta, non ne scriverò un altro! È stato faticosissimo! Potrei essere tentato giusto dall'idea di un'opera postuma, per dire quello che non ho detto finora. Tanto a quel punto sarei morto: fatemi pure causa!».

Ha dei sassolini che vorrebbe togliersi? «Chi non ne ha? Per la verità la mia è più che altro sabbiolina. Però la tentazione c'è».

Come è nata l'idea del libro? «È stata tutta "colpa" della pandemia. Ero in un momento di stanca, non avevo programmi tv e mi sono intristito. Ho sentito quindi il desiderio di fare il punto sulla mia vita».

Voleva lasciare una traccia? «Na' traccia de che? No, no: mica l'ho fatto per divulgare la mia opera nel mondo! Semmai è stato una sorta di regalo che ho voluto fare a me stesso: sono sempre stato schivo, amante delle retrovie. Mo' mi sono concesso un libro!».

Nella biografia, per dimostrare che è nato a Roma ha inserito la foto di una buca! Ormai è più rappresentativa del Colosseo? «Eh be'! Tra l'altro proprio in quella buca ci ho rimesso la ruota anteriore destra della mia macchina. Pensavo di fare causa al Comune, ma poi ho lasciato perdere perché sarebbe stata una rogna. Per cosa, poi? Cento euro scarse?».

Le piace il nuovo sindaco Gualtieri? «Lo devo ancora capire. Inizialmente ho pensato: "Che sta' a fa? Non è cambiato molto". Ora però Roma è piena di cantieri. Spero quindi che qualcosa, finalmente, si stia muovendo. Poi, certo, anche noi romani dobbiamo migliorare».



In che senso? «Le pare possibile che mollano i materassi davanti ai cassonetti?».

Per otto anni è stato pianista di Little Tony: qual è la cosa più pazza che avete fatto? «In realtà lui era un ragazzo tranquillo, molto educato, rispettoso. Pensi che ha sempre pagato, di tasca propria, i contributi a tutti quanti! Quanto alle follie, ne abbiamo fatte poche: giusto le corse in macchina. Quelle, davvero, sono state un azzardo».

Mi racconti. «Tony aveva dei macchinoni prestanti e, all'epoca, non c'era l'obbligo delle cinture di sicurezza né il limite di velocità. Ricordo che una volta Tony si ingarellò e facemmo, a tutto gas, il tratto appenninico sulla sua Ferrari California».

Poi ha conosciuto Corrado e ha debuttato, per la prima volta, in video. Erano gli anni dell'ascesa di Berlusconi: Fininvest ha rivoluzionato la tv come oggi Netflix? «Certo! Berlusconi ha dato una sveglia al servizio pubblico che, diversamente, sarebbe ancora al bianco e nero. La Rai era madre e padrona: un broadcaster molto serio, a tratti noioso. I canali di Berlusconi erano invece più scanzonati e giovanilistici. Era un modo nuovo di fare tv, che ha cambiato anche il costume. Non sempre in meglio, a onor del vero. Alcune logiche dell'intrattenimento sono state peggiorative».

Oggi Berlusconi è tornato sulla scena politica: ha fatto bene? «Mi fa piacere che ci sia perché penso che lui non riesca a fare a meno della politica. Forza Italia tra l'altro è il Cavaliere: se va via, chi ce' sta? Boh... Detto questo, non sono d'accordo con alcune dichiarazioni di Berlusconi, mi suonano assai strane, ma secondo me nemmeno lui ci crede veramente».



In che senso? «È un uomo molto intelligente. Probabilmente dice certe cose per fare notizia ma poi col cavolo che le fa! (ride, ndr)».

Le piace la Meloni? «Sì, molto. Non l'ho votata ma sono felice che abbia vinto». Ma questo è un ragionamento da paraculi! «Eh, be'! Non l'ho votata per stare in pace con la mia coscienza, ma tanto ero sicuro che avrebbe vinto lei! (ride, ndr) Penso sia la donna giusta per l'Italia. L'unica mia riserva è... sugli altri: spero che la lascino lavorare senza romperle troppo le scatole, in modo che possa realizzare quello che ha promesso. Tra l'altro la Meloni fa bene anche al Pd: sta dando la sveglia alla sinistra».

Torniamo a lei. Dopo Corrado, è stata la volta di Renzo Arbore con Quelli della notte e Indietro tutta... cosa resta di quel mondo? «Poco. Quanto mi piacerebbe infatti tornare a quell'epoca! Ci divertivamo tantissimo! Eravamo degli "intrusi" all'interno del palinsesto Rai: andavano in onda quando il canale, teoricamente, doveva essere spento. Eravamo liberi di poter dire tutto, abbiamo sperimentato molto».

Secondo lei, oggi, i conduttori tv si divertono ancora così tanto? «Insomma. La mia impressione è che non siamo più onesti come prima. Abbiamo imparato a sorridere, a far finta di essere felici di vederci: baci, abbracci ma alla fine è tutto finto! Non è vero nulla. Io, Arbore, Frassica e gli altri eravamo invece amici per davvero. Non ci preoccupavamo di proporre contenuti alti: giocavamo insieme, e basta. "Tanto chi ci vede?", pensavamo. Invece poi siamo diventati un fenomeno».

A quel punto vi siete montati la testa? «Qualcuno sì, ma è stata una cosa momentanea. Di certo non io, anche perché non sono mai diventato un personaggio. Non mi è cambiato granché: è sempre stato difficile sbarcare il lunario, oggi come allora».

Non è un uomo agiato?  «Vivo della mia musica e questa è la ricchezza più grande. Però non sono agiato: sono un uomo normale».

Secondo lei Arbore ha eredi? «Uno sì: Fiorello».

Lei ha lavorato pure con Michele Guardì. Ha dato a Rai2 l'unico programma che funziona pure oggi, I Fatti vostri. «È un programma molto popolare, che tiene compagnia senza fare danni. Mi piace molto».

Da quando è scoppiato il "caso Adriana Volpe", Giancarlo Magalli non è più nel team de I fatti vostri: le risulta che sia effettivamente così spiacevole nei riguardi delle donne? «Non so se sia vero... Più che altro Magalli è un uomo po' impetuoso che invece di mozzicarsi la lingua fa la battuta. Alla fine, quindi, è scivolato ed è da un po' che non lo vedo in tv».

Anche Claudio Lippi è finito in panchina. «È un vero peccato! Lippi è simpaticissimo e talentuoso ma, inspiegabilmente, non lo stanno facendo lavorare». E lei? «Io cosa?».  Quando torna in tv? «Boh, e che ne so'!». Non è dispiaciuto? «Diciamo che la tv serve per dire: "Ciao, io sto qua: esisto ancora e ora vi dico quello che sto facendo a teatro o in concerto" ».

I suoi colleghi over70 hanno ceduto ai reality: una svolta possibile anche per lei? «No, grazie. In passato mi invitarono al Grande fratello ma ho rifiutato: non ce la farei. Voglio dire: hanno un solo bagno - uno solo! - per tutte quelle persone! Non fa per me».