il Giornale, 19 novembre 2022
Intervista a Sara Simeoni
Sara Simeoni è pronta a saltare di nuovo in alto. Nell’audience del piccolo schermo. E senza il rischio di atterraggi duri sui sacchi pieni di segatura di quando lei, giovane promessa dell’atletica, cominciò a sfidare l’asticella.
Sara, parliamo di oltre mezzo secolo fa.
«Il tempo passa».
I miti come lei non hanno età.
«Mica tanto... L’anno prossimo compierò 70 anni».
Però ancora fa le capriole, lasciando di stucco i telespettatori.
«Che risate il tuffo dell’anno scorso durante il Circolo degli anelli su Rai2: dovevo insegnare a Jury Chechi lo stile Fosbury, ma quando ho visto quel materasso morbido non sono riuscita a trattenermi».
«Un tuffo sulla gommapiuma e un tuffo nel passato. Nel Circolo dei Mondiali (da lunedì su Rai1 alle 22.15) è previsto un capitombolo bis?
«Per carità, mica voglio rimetterci la schiena».
Farà di nuovo sfoggio di capigliature «pazze»?
«No. L’anno scorso sono stata al gioco. Ma questa volta niente stravaganze. Sarò più seria».
Beh, «seria» fino a un certo punto. Nello spot promozionale del Circolo dei Mondiali il suo quesito cruciale è: Ma se la trasmissione comincia alle 22.15, noi mangiamo prima o dopo?». Ha risolto l’arcano?
«Visto che faremo le ore piccole, meglio mangiare prima».
Lei, dopo aver commentato le Olimpiadi, ora farà lo stesso con i Mondiali di calcio. Ha seguito la polemica scatenata da Fiorello?».
«No. Cos’ha detto Fiorello?».
Che «tutte le nazionali dovrebbero ritirarsi dal Mondiale».
«Motivo?».
Fiorello accusa il Qatar di essere «un Paese dove i qataresi, sullo zerbino hanno scritto Diritti umani: per questo li calpestano ogni giorno».
«E Fiorello l’ha scoperto solo adesso? La violazione dei diritti umani è un tragedia e i mezzi di informazione devono denunciarla. Guai se lo sport facesse un passo indietro; dobbiamo contribuire ad accendere i fari dell’opinione pubblica sul marcio di realtà scomode come quelle del Qatar. E i Mondiali di calcio possono fare gol ai pregiudizi».
Per Fiorello i «200 milioni spesi dalla Rai per i diritti di un Mondiale dove non c’è l’Italia sono troppi». Ma lo showman dimentica che la gara fu fatta nel 2021 quando l’eliminazione dell’Italia era inimmaginabile.
«No comment».
Insieme con il vicedirettore di Raisport, Marco Franzelli, ha di recente dato alle stampe «Una vita in alto» (RaiLibri): un’autobiografia appassionata.
«Io e Marco lo abbiamo scritto pensando ai giovani. Quando vado nelle scuole, gli studenti mi chiedono di quand’ero ragazza».
Diventata però una campionessa mondiale.
«Non senza momenti di crisi. Ad esempio, un attimo prima del salto che sarebbe entrato nella storia, stravolgendomi l’esistenza, ero piombata in uno stato di obnubilamento psichico. Stavo quasi per rinunciare. Ma poi...».
Poi?
«Dalle tribune partì un sonoro vaffa che mi svegliò da quella specie di torpore mentale».
Chi ebbe l’ardire di lanciarle un «vaffa»?
«Il mio allenatore, Erminio Azzaro, pure lui campione di salto in alto. Era anche il mio fidanzato. Poi è diventato mio marito. Abbiamo un figlio, siamo una famiglia felice. Grazie a Dio».
A proposito di «Dio»: è vero che nei ritiri azzurri voi atlete dormivate nel convento delle suore?
«Sì. Era una società divisa ancora per genere: i maschi da una parte e le femmine dall’altra. Ma ci divertivamo anche dalle suore...».
Sara Simeoni era l’immagine della donna emancipata, quasi rivoluzionaria.
«Ascoltavo tutti, ma alla fine decidevo con la mia testa. Non mi sono mai fatta imporre nulla».
In un’intervista degli anni ’60 alla Domenica Sportiva, Alfredo Pigna le chiese: «Una donna può sentirsi realizzata solo col matrimonio?» (domanda che oggi, in tempi dominati dal politicamente corretto, scatenerebbe un putiferio); ma la sua risposta ammutolì Pigna: «Credo che oggi una donna possa realizzarsi facendo benissimo a meno del matrimonio».
«Ricordo bene. Ero a casa insieme coi genitori, mamma e papà si scambiarono uno sguardo d’intesa. Una coppia tradizionalista, ma aperta alle novità. Li ho sempre sentiti al mio fianco. Quel sostegno è stato fondamentale. Erano fieri di me. E io di loro».
Lo scrittore Aldo Cazzullo, vicedirettore del Corriere della Sera, in un articolo ha raccontato che da adolescente era più «turbato dalla bellezza di Sara Simeoni» che da quella di Rosa Fumetto o Gloria Guida. Immaginava di essere così sexy?
«Ho letto quel pezzo. E ho mandato a Cazzullo un biglietto di ringraziamento. Ma di nascosto. Sa, il mio Attilio è un po’ geloso...».