il Giornale, 19 novembre 2022
Parla Carla Rabezzana, la cugina di Papa Francesco
Francesco vola questa mattina in forma privata in provincia di Asti per festeggiare il novantesimo compleanno della cugina Carla Rabezzana (che in realtà ha raggiunto il traguardo lo scorso 8 novembre). Sarà una riunione tra parenti nella casa di Portacomaro, dove la festeggiata si è trasferita ormai da diversi anni, da quando è rimasta vedova.
Signora Carla, è emozionata?
«Beh, è un bel regalo che mi fa mio cugino Giorgio, non lo merito! L’emozione certamente è grande, ma mi perdoni sono molto indaffarata perché devo preparare tutto in casa...».
Cosa deve preparare?
«La tavola prima di tutto. Viene Sua Santità a pranzo, non posso farmi trovare così, impreparata e senza niente di cucinato».
Cosa gli darà da mangiare? Il Papa ha detto che gli piace la bagna cauda come la fanno ad Asti, senza panna ma con il burro.
«Io non farò niente di speciale, qualcosa di leggero perché non posso fargli cambiare i suoi ritmi: deve fare anche un riposino pomeridiano quindi non posso appesantirlo troppo».
Può anticiparci il menù? Qualche altro piatto tipico piemontese?
«Niente piatti tipici, ci sarà l’insalata russa, delle verdure, l’arrosto. Queste cose qui. Tutto molto semplice e leggero».
Sarete in tanti?
«Rimaniamo in famiglia: siamo i cugini, sei famiglie, con figli e nipoti! Una trentina di persone penso, vengono anche due cugini di Tigliole e Vaglierano, sempre in provincia di Asti».
Ha pensato anche a un regalo da fargli?
«Sinceramente no! Sono così presa da tutto quello che devo fare che alla mia età non ho pensato a niente. Anche perché cosa mai potrei regalare al Papa?».
Ha in mente già qualcosa che vuole dirgli?
«Sicuramente gli dovrò dare una tirata d’orecchie perché non era nei miei piani organizzare un festeggiamento per i miei novant’anni. Però sono molto felice di vederlo dopo alcuni anni, lo abbraccerò di cuore».
Vi frequentate da tanto tempo?
«Guardi, noi siamo cugini di secondo grado perché mia mamma Ines era cugina di primo grado del papà di Giorgio. Ma siamo stati sempre molto legati. Veniva a Torino quando era già un gesuita più che trentenne: l’ho incontrato quando doveva andare a Francoforte per i suoi studi. In età più adulta, quando era già cardinale e veniva in Italia per andare in Vaticano a fare le sue riunioni, veniva a trovarmi e lo ospitavo sempre volentieri a casa mia».
Avete sempre avuto un bel rapporto, quindi?
«Ci sentiamo spesso, in pratica una volta al mese e ogni volta mi prende in giro».
Ci può spiegare?
«Quando rispondo al telefono lui dice: Pronto? È la casa di riposo? E io ogni tanto ribatto: Non prendermi in giro perché potresti finirci tu!. E lui replica: Eh, questo lo vedremo...».
Però l’ultima volta che vi siete sentiti, le ha detto che sarebbe venuto a trovarla.
«Sono rimasta davvero senza parole, non sapevo più che dire. E anche in quel caso ha sdrammatizzato: Se non vuoi, non vengo eh!. A quel punto le ho detto che avevo il batticuore e ha aggiunto: Vedi di non morire!».
Siete due cugini molto affiatati, avete dei punti in comune nel carattere?
«Lui ha una memoria da elefante! Io non proprio. Però sicuramente ci accomuna la sincerità: se dobbiamo dire una cosa la diciamo e stiamo al nostro posto. Inoltre, ha sempre avuto una gran testa dura e una grande ironia, la battuta non manca mai! E sono certa che anche adesso che ci vedremo ne avrà in serbo qualcuna anche per me!».
Si aspettava tutta questa attenzione?
«Eh! Stiamo parlando del Papa ed è normale che ci sia tutta questa curiosità. Io preferisco stare sempre un po’ in disparte, non amo i riflettori e devo anche finire di preparare la tavola: concentratevi su di lui e su tutte le cose belle che dice al mondo!».