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 2022  ottobre 17 Lunedì calendario

Biografia di Alfredo Chiappori

Alfredo Chiappori (1943-2022) Disegnatore, scrittore. «Up il sovversivo fu la sua prima invenzione. Un personaggio a testa in giù appeso su di una linea alla Bozzetto che inaugurò nel ’69, raccolto in libreria per Feltrinelli e poi a strisce su Linus, il filone della satira a vignette ma di sinistra. Filone in cui si sarebbero fatti valere, ma solo in seguito a strada aperta, Staino, Altan e tutti gli altri. Tra i lavori più recenti, oltre al ritorno alla pittura, primo grande amore, vale la pena poi ricordare il romanzo Franco destino (Marsilio) con cui ripercorse nel 2004 e da scrittore puro dieci anni di vita di un bimbo nato nel ’43 che perso il padre tra le fila della Resistenza avrebbe scoperto sé stesso attraverso l’arte e il disegno. Firmò allora così una specie di tenera autobiografia Alfredo Chiappori, artista, disegnatore e appunto anche scrittore morto all’età di 79 anni ieri mattina a Lecco dove era nato il 27 agosto del ’43. Padre di Sara Chiappori, giornalista e critica teatrale per Repubblica, da Lecco non se ne era praticamente mai andato via Alfredo, che perso davvero il padre partigiano, scelse Fano per diplomarsi nel ’65 all’istituto d’arte. Di ritorno nel ’67 sulle sponde dell’amato lago manzoniano, prof al Liceo Grassi, attese come detto il ’69 per lasciare i pennelli e la cattedra e darsi all’illustrazione satirica sull’onda delle contestazioni. Fatale furono gli incontri con Feltrinelli e Linus, leggendaria rivista fondata da Oreste Del Buono e Giovanni Gandini in cui Up divenne accanto a Peanuts e compagnia protagonista ricorrente. Nel tempo collaboratore tra le molte testate de L’Unità, La Repubblica, La Stampa, L’Europeo e soprattutto Panorama sin dal ’74, almeno tre generazioni ebbero modo di ridere delle sue Storie d’Italia uscite a puntate sempre con Feltrinelli a partire dal ’77. Da Garibaldi a Mussolini, dal Risorgimento alla nascita della Repubblica, una galleria tondeggiante di battute fulminanti e colori dissacranti: “Signor Andreotti, come fa ad avere la coscienza sempre pulita?”. “Non la uso mai!”» [Mosca, Rep].