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 2022  ottobre 07 Venerdì calendario

Biografia di Matt Damon

Matt Damon , nato a Cambridge (Massachusetts) l’8 ottobre 1970 (52 anni). Attore. Nel 1998 ha vinto il premio Oscar per la sceneggiatura di Will Hunting – Genio ribelle insieme all’amico Ben Affleck. «Da ragazzo mi sentivo in colpa quando sentivo gli amici dire che non sapevano cosa avrebbero fatto nella vita. Io ho sempre saputo che avrei fatto l’attore».
Vita Figlio di un agente di cambio e di un’insegnante. «La coppia divorziò presto, ma conservò buoni rapporti. “In pratica ci hanno cresciuto insieme”, dice Damon. Una leggenda di famiglia vuole che, quando la madre scatenò accidentalmente un piccolo incendio nel loro appartamento perché aveva dimenticato di aprire la condotta della canna fumaria del camino, Matt, che aveva sei anni, indossò un costume da pompiere improvvisato e fece finta di spegnerlo: insomma, la recitazione era nel suo Dna» (David Marchese) • A dieci anni conobbe e divenne molto amico di un ragazzino di due anni più giovane, che viveva a un paio di isolati da lui e si chiamava Ben Affleck. I due fecero insieme il liceo e restarono in contatto anche quando Affleck decise di fare l’università in California e Damon fu preso ad Harvard, dove studiò letteratura • «Nonostante fosse più giovane, Affleck fu quello la cui carriera di attore partì prima e meglio. Damon ci mise un po’ di più e raccontò che all’inizio l’amico otteneva “i ruoli più grandi e i discorsi più lunghi”. Damon invece si dovette accontentare di una riga di dialogo nella commedia romantica Mystic Pizza, del 1988, e di un paio di altre parti non particolarmente rilevanti, portate avanti mentre cercava di finire l’università. Nonostante gli mancasse davvero poco decise però di abbandonare gli studi nel 1992, perché gli era stata offerta una parte nel western Geronimo, che lui riteneva poter essere il film che gli avrebbe spalancato le porte del cinema. E che invece fu un fallimento. Ma lui ormai aveva lasciato Harvard per puntare tutto su Hollywood e quindi continuò con il cinema, recitando in Ultimo appello, L’uomo della pioggia e Il coraggio della verità, in cui interpretò un soldato eroinomane. Intanto, però, Affleck e Damon stavano lavorando e offrendo a diverse case di produzione la loro sceneggiatura per il film che sarebbe poi diventato Good Will Hunting, il film, diretto da Gus Van Sant, che cambiò le carriere di entrambi. Per Will Hunting – Genio ribelle il non ancora trentenne Damon vinse un Oscar per la sceneggiatura e ottenne anche una nomination come miglior attore protagonista in un anno in cui quasi tutti gli Oscar se li prese Titanic e in cui gli altri nominati come miglior attore si chiamavano Robert Duvall, Dustin Hoffman, Peter Fonda e Jack Nicholson» [il Post] • «Tempo fa, Damon si è lasciato sfuggire un accenno a una volta che aveva pianto, proprio all’inizio della sua carriera. La saga sulle origini di Good Will Hunting (Will Hunting - Genio ribelle) è ormai leggenda, a Hollywood: la leggenda dei due amici, adolescenti di Boston, Damon e Ben Affleck, entrambi intenzionati a diventare attori, che condividevano tutto in quella loro avventura (il loro conto corrente comune, aperto alla BayBank, era chiamato in codice “River P.” perché, spiega Damon, “River Phoenix era quello che aveva ottenuto i lavori che anche noi volevamo, era il migliore tra i giovani attori, e noi lo ammiravamo tantissimo”); che, compiuti da poco i vent’anni, frustrati dalla mancanza di opportunità, avevano deciso che l’unico modo per farcela era quello di scrivere il film di cui sarebbero stati i protagonisti; che hanno passato anni a limare la sceneggiatura su un ragazzo di Boston, scombinato, ma con un talento soprannaturale; ragazzi determinati a rifiutare enormi quantità di denaro, pur di non rinunciare al loro ruolo nel film; che alla fine trionfano, guadagnandosi la prima candidatura all’Oscar per il migliore attore (Damon) e un Oscar, condiviso, per la migliore sceneggiatura, un premio che ha fatto di Damon il secondo più giovane vincitore nella categoria (perché Affleck è più giovane di lui). Le lacrime a cui si accennava furono versate il primo giorno delle riprese. Davanti alla cinepresa c’erano Robin Williams e Stellan Skarsgård. Damon e Affleck erano lì a guardare. Finalmente, era l’inizio di tutto» (Chris Heath) • Dopo essere stato Will Hunting, è stato il soldato da salvare in Salvate il soldato Ryan (un ruolo che mise le basi del suo essere un ottimo “uomo qualunque” cinematografico) e il giocatore di poker del Giocatore, il film che riprende la nota frase «se non riesci ad individuare il pollo nella prima mezz’ora di gioco, allora il pollo sei tu». Nel 1999 Damon ha interpretato un angelo caduto dal cielo in Dogma e, nel film diretto da Anthony Minghella, diventando Tom Ripley (e non solo lui) per Il talento di Mr. Ripley. La carriera è proseguita con La leggenda di Bagger Vance e con un ruolo, di nuovo da ladro qualunque, in Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco. E nel 2002 è arrivato quello che fin qui è il suo personaggio più noto: l’assassino smemorato Jason Bourne, protagonista della serie iniziata con The Bourne Identity, diretto da Doug Liman • «Può darsi che il successo duraturo di The Bourne Supremacy dipenda dal protagonista Matt Damon, faccia da bravo ragazzo e corpo allenato» (Lietta Tornabuoni) • Sempre infilando qua e là un nuovo “Bourne” o un nuovo “Ocean’s”, Damon si è fatto apprezzare in film più impegnati come Syriana di Stephen Gaghan, The Good Shepherd di e con Robert De Niro («basta recitarci accanto per diventare subito un attore migliore», ha detto Damon) e The Departed di Martin Scorsese, con il non facile compito di recitare il ruolo del buono che in realtà è cattivo mentre c’è Leonardo DiCaprio che fa il cattivo che in realtà sta con i buoni. A proposito di DiCaprio e di un suo collega negli Ocean’s, qualche anno fa Damon ha detto, prendendosi un po’ in giro: «In genere le sceneggiature che mi mandano hanno sopra le impronte digitali di Brad [Pitt], o quelle di Leonardo» • Nell’ultimo decennio Damon si è fatto notare interpretando tra l’altro il rugbista sudafricano François Pienaar in Invictus, per Contagion e per il ruolo del colonizzatore solitario in The Martian di Ridley Scott. Più di recente è stato il pilota Carroll Shelby in Le Mans ’66 – La grande sfida, e ha recitato in The Last Duel di Ridley Scott, un film ambientato nella Francia del Medioevo, di cui è anche autore della sceneggiatura • «Quando incontrai George Clooney mi disse subito: “Non permettere a nessuno di farti stare chiuso in casa”. In pratica voleva dire di non farmi travolgere mai dalle paranoie delle star di Hollywood. È stato il miglior consiglio che io abbia mai ricevuto in tutta la mia vita. A lui glielo aveva dato Paul Newman» (a Vanity Fair) • «Quindici anni fa, durante la campagna promozionale di The Good Shepherd - L’ombra del potere (in cui interpretava uno spregiudicato agente della Cia negli anni ’50, ndr), ho partecipato al programma di Larry King con Robert De Niro e Angelina Jolie. Larry cercò i nostri nomi su internet e lesse le parole che la gente associava a noi: Bob era ‘intenso’, Angie ‘sexy’, io un ‘bravo ragazzo’. Mi sentii vagamente offeso”» (a David Marchese).
Amori «Conduce una vita privata normalissima, mai sfiorata dal gossip, con la moglie Luciana Barroso. Non una collega attrice, o una modella, ma una barista di Miami. Luciana era una grande ammiratrice di Matt. Nel 2003 lui, girando a Miami Stuck on You, in una serata di pausa dal set fece il suo ingresso nel locale in cui lavorava l’argentina: “La stanza era affollata, ma io vedevo solo lei”, racconterà più tardi Damon. Da allora i due non si sono lasciati più. Marito e moglie dal 2005, ha rinnovato i voti nel 2013 e hanno messo al mondo tre figli: Isabella, 13, Gia, 10 e Stella, 8. In più, il divo ha “ereditato” Alexia, 21 anni, che sua moglie ha avuto da una precedente relazione. La loro è una famiglia allargata unita e felice che funziona anche perché Matt e Luciana si si sono dati delle regole. A cominciare dal “mai distanti per più di due settimane”» (a Roberta Mercuri) • «È che un uomo felicemente sposato con quattro figlie non fa notizia» (a Elizabeth Day) • Dal 1998 al 2000 è stato fidanzato con Winona Ryder • Dice con le donne è stato a lungo una frana: «La mia aria infantile faceva sì che non venissi preso sul serio. Ero un inguaribile romantico e finivo per restare tra le nuvole senza combinare molto».
Curiosità «Non si è mai lasciato attrarre dai social media. “Non ho mai veramente capito il senso” dice. “E più passa il tempo, più sono contento di questa decisione. Capisco l’idea di essere in contatto con tutti su Facebook, ma la mia vita è già piena di contatti, reali, con tutte le persone con cui ho bisogno di essere in contatto. Quanto a Twitter, semplicemente non credo che la mia prima reazione istintiva a una cosa qualsiasi debba necessariamente fare il giro del mondo”. Poi, però, Damon ammette di avere, nonostante tutto, un “profilo Instagram privatissimo”, che usa per veder crescere i figli degli amici in giro per il mondo e su cui raramente posta qualcosa» (Chris Heath)Per registrarsi negli hotel senza essere riconosciuto usa il nome Mr John President.