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 2022  ottobre 27 Giovedì calendario

Biografia di Eros Ramazzotti

Eros Ramazzotti, nato a Roma il 28 ottobre 1963 (59 anni). Cantante. Tra i suoi più grandi successi: Terra promessa (con cui vinse nella categoria Giovani il Festival di Sanremo 1984), Una storia importante (1985), Adesso tu (vincitore nella categoria Big al Festival di Sanremo 1986), Nuovi eroi (Festivalbar 1986), La luce buona delle stelle (1987), Musica è (1988), Se bastasse una canzone (1990), In ogni senso (1990), Amarti è l’immenso per me (1990), Più bella cosa (1995), Stella gemella (1996) ecc. In 38 anni di carriera ha venduto oltre 60 milioni di dischi. «Io sono un autodidatta di merda».
Vita Figlio di Rodolfo, imbianchino-muratore e cantante amatoriale • «“Sulla mia storia gli americani avrebbero già fatto un film”. La madre casalinga, il padre imbianchino, la vita “in armonia, con le tasche vuote” a cinecittà, dove Fellini lo prese come comparsa in Amarcord e si trovò in un hangar caldissimo, sotto una fitta (e finta) nevicata, a tirare “palle di neve sudando sotto il cappotto”. “Ero chiuso, più che timido. Il mio migliore amico era Billy, il mio cane. Un pastore belga con il quale correvo e andavo in piazza a osservare e ascoltare gruppetti pieni di persone che non facevano altro che dire “andiamo a ballare, a divertirci, a mangiare una pizza”. Cazzeggiavano tutti. Io stavo in disparte e pensavo che la mia vita dovesse essere comunque un’altra roba”» (a Malcom Pagani) • «Sono nato a Cinecittà, quando lì non c’era proprio niente, né centri commerciali né metropolitana, un’ora di macchina da San Giovanni. C’erano i fascisti e i comunisti che si sprangavano. E il coprifuoco che mio padre m’imponeva, sorvegliandomi come si fa con le ragazze. Protettivo e rompicoglioni, ma almeno mi ha tenuto lontano dai guai. Poter venire fuori da una situazione in cui droga e scippi erano all’ordine del giorno fu solo un privilegio. Arrivare a Milano con le basi giuste è stato fondamentale. Ero timido, lo sono ancora, ma motivato. Sa cosa vuol dire vergognarsi di scendere a comprare il latte? Volevo fortemente fare il cantante, era l’unica strada aperta che vedevo di fronte a me. Se mio padre mi avesse inculcato l’amore per la letteratura insieme a quello per la musica, ora sarei un divoratore di romanzi. O magari un pallosissimo cantautore. Invece non ho metodo, dei libri leggo qualche pagina poi li abbandono. Lui mi metteva una chitarra in mano e accendeva il Revox per registrare quel che facevo. Era il 1977. Quello sì mi è rimasto, io ancora oggi non mollo mai la chitarra. M’imponeva di fare i vocalizzi, li odiavo. Feci un esame al conservatorio, non mi presero. Allora mi costrinse a frequentare per due anni il Verrazzano, un istituto commerciale. Che inferno, ero una sega totale» • «La stella di Ramazzotti si è accesa nel 1984 sul palco di Sanremo con Terra promessa, ma il cantautore romano aveva cominciato prima. Il suo debutto discografico, con una piccola etichetta visti i dubbi delle case discografiche più grandi non convinte dalla sua voce, risale al 1982 con il 45 giri Ad un amico. “Eravamo vicini di banco e ci cacciavano sempre perché non facevamo niente... non ci piaceva la scuola. Solo che io pensavo alla musica, lui invece si drogava: morì in un tragico incidente dopo che si era fatto una dose di eroina”, racconta. E continua. “La droga... ne girava tanta nel nostro quartiere ed era facile perdersi se non avevi alternative. Da allora cominciai a provarne un sano terrore, che negli anni seguenti mi ha fatto stare alla larga dalle brutte tentazioni”. Eros ha frugato nel suo archivio privato recuperando foto di quando era ragazzino (già con la chitarra), la scaletta della prima esibizione (era un Festival dell’Unità), il testo di un brano inedito (Tra le luci del palco), le prime bozze, scritte prima a mano e poi a macchina, del testo di Terra promessa quando ancora si chiamava I ragazzi di oggi. Con quel brano trionfò fra le Nuove proposte di Sanremo ’84. “Non dovevo vincere, tanto che avevamo prenotato l’albergo solo per la prima serata”. Il giorno dopo era cambiato tutto: “Erano tutti entusiasti di quel ragazzo con il muso duro”» (Andrea Laffranchi) • «Dopo il trionfo sanremese del 1984 (Terra promessa) e del 1986 (E adesso tu, un inno popolare: Nato ai bordi di periferia / Dove i tram non vanno avanti più / Dove l’aria è popolare / È più facile sognare / Che guardare in faccia la realtà), lo invitarono a New York, alla trasmissione della Carrà in trasferta negli Usa, in una puntata in cui c’era anche Ella Fitzgerald. “Raffaella mi trattò malissimo. Vai a cantare, mi disse senza quasi salutarmi”. Ora può permettersi di apparire dove vuole, quando vuole. Le sue canzoni si ascoltano in tutta Europa e in America latina, ha tenuto concerti al Radio City Music Hall di Manhattan e allo stadio Galatasaray di Istanbul, in Russia e in tutta l’Europa dell’Est. Nelle ex repubbliche sovietiche è un idolo» (Giuseppe Videtti) • «Non cova nessun rancore verso chi un tempo non credeva in lui. “Dicevano che invece di cantare belavo? Me ne sono sempre fregato. Scherzavano sul fatto che avessi la mascella come l’uomo di Neanderthal? Ci ridevo e pensavo: ’sti cazzi”. Lo snobbavano perché cantava d’amore? “Ho vinto sempre con quello e adesso, dopo anni di irrisioni, sentire il coro di quelli che riscoprono quel sentimento un po’ mi fa sorridere”» (a Malcom Pagani) • Tante le collaborazioni che hanno contribuito a dare un tocco di internazionalità ai suoi successi: «Ho bisogno di sentire il calore nel partner: mai mancato da Tina Turner, Anastacia, Ricky Martin. Solo Cher ha duettato con me e poi è sparita». Il sogno nel cassetto: «Duettare con Vasco Rossi» • Nel 2016 ha pubblicato l’autobiografia Grazie di cuore – La mia vita in trent’anni di musica (Rizzoli) • Nella primavera del 2019 ha dovuto interrompere il tour mondiale per operarsi alle corde vocali. «I problemi erano iniziati a Sanremo, sentivo qualcosa che non andava nella voce. Dagli esami è emerso un ispessimento delle corde vocali e ho deciso di intervenire rapidamente. Non ho avuto paura. Sento il mio corpo, mi conosco bene. Adesso la voce è migliorata. Sono tornato ad avere l’estensione che avevo anni fa, ho ritrovato falsetti e altre sfumature che si erano perse. A metà concerto sento che la voce regge» (ad Andrea Laffranchi) • Da ultimo nel settembre 2022 ha pubblicato il suo sedicesimo album in studio, Battito Infinito. «Dentro ci sono Jovanotti, Colapesce Di Martino che firmano Figli della terra, Paolo Antonacci Madonna de Guadalupe e il duetto con il suo alter ego madrileno Alejandro Sanz Sono scritto da Bungaro, Ama di Cheope (il figlio di Mogol) ma soprattutto Ogni volta che respiro un pezzo che gli almanacchi registreranno come l’ultima canzone pop scritta (per la musica) da Ennio Morricone e Mariella Nava» (Luca Dondoni) • Il 30 ottobre 2022 parte con un tour mondiale da Los Angeles e settanta date nei quattro continenti sino a Caracas e una coda lunga, di nuovo in Italia, nel 2023. «Sono dispiaciuto di non poter cantare in Russia e Ucraina, so che lì mi amano tanto, ma c’è la guerra e problemi troppo grossi per la musica. Che faccio? Vado a famme spara’?».
Amori È stato sposato con la conduttrice tv Michelle Hunziker alla quale dedicò il grande successo Più bella cosa (matrimonio il 24 aprile 1998, nel 2002 la separazione) e dalla quale ebbe la figlia Aurora Sophie (5 dicembre 1996, a lei è dedicata la canzone Aurora), che lo sta per rendere nonno • «Forse alcuni problemi sono derivati dalla sua giovane età, dal suo non sentirsi realizzata. Le ho sempre lasciato la massima libertà. Certo mi dava fastidio che finisse sulle copertine dei giornali a seno nudo, credo sia normale per qualsiasi uomo innamorato. Ma a parte questo, l’ho sempre spronata a fare quello che sta facendo attualmente. Sono stato io a suggerirle di giocare la carta della simpatia, di essere se stessa» (da un’intervista di Massimo Poggini). Dopo tante ostilità e rancori, ormai da oltre 15 anni c’è stato un riavvicinamento. Il 16 febbraio 2022 è stato ospite della prima puntata di Michelle Impossible, lo show di Michelle Hunziker su Canale 5, con tanto di bacio sulla bocca in diretta tv. «Come mai sono vent’anni che ogni santo giorno scrivono che io e te torniamo insieme, secondo te?», ha chiesto Hunziker a Ramazzotti, che aveva cantato Fuoco nel fuoco. «Perché non si fanno i ca...i loro», la replica, ma anche: «La nostra è stata una storia bellissima, per cui come si fa a dimenticarla?» • Il 6 giugno 2014 ha sposato con rito civile, a Milano, la modella Marica Pellegrinelli (Bergamo 17 maggio 1988), conosciuta nel maggio 2009 durante i Wind Music Awards (fu lei a consegnargli il premio). La coppia ha avuto due figli: Raffaela Maria (2 agosto 2011) e Gabrio Tullio (14 marzo 2015). Ramazzotti e la Pellegrinelli si sono separati nel luglio 2019.
Critica «Eros Ramazzotti è il sublime del pop, provo un’attrazione quasi fisica per lui» (Jovanotti) • «Che curiosa creatura è mai Eros Ramazzotti, volto da esportazione del pop made in Italy: protagonista malgré lui di storie da rotocalco, è divo-antidivo versato in griffes e in gaffes, soprattutto quando di mezzo ci sono le Alte Autorità e le Istituzioni che senz’altro lo intimidiscono. Se all’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro raccontò che il suo cavallo si chiamava Oscar, da Sanremo a Ciampi ha mandato osservazioni estetiche di proprio gusto sull’insegna da Commendatore che gli veniva consegnata dal sottosegretario Letta» (Marinella Venegoni) • «Non amo per niente il nuovo duetto fra Eros Ramazzotti e Ricky Martin. Il livello musicale è molto basso. Non ricordo se quando l’ho ascoltato ho spento la radio. Sicuramente ho pensato di farlo» (Ludovico Einaudi).
Vizi «Io quando m’innamoro divento un po’ scemo. Non sono più me stesso. Tutti pensano: con la vita che fa, chissà quante occasioni. A volte i miei musicisti mi raccontano le prodezze di una notte. Ma con me non funziona. Con me le donne hanno un approccio diverso. Vogliono parlare, instaurare un rapporto. E ascoltare» • Per amore ha smesso di fumare. «Mai avuto miti. È per questo che non capisco l’autografo ad ogni costo. Faceva bene Lucio Battisti che non ne concedeva mai».
Politica «Sono stato comunista, credo che mio padre lo sia ancora. Poi ho smesso di esserlo perché non era oro quel che vedevo luccicare. In trent’anni le cose sono cambiate, la bandiera non esiste più. L’italiano è così: quando c’era Mussolini erano tutti fascisti, con la repubblica subito tutti repubblicani» • «Non è questione di destra o di sinistra: i politici sono persone che si sono impegnate a battersi per risolvere i problemi della gente. Se non lo fanno non mi sembra giusto pagarli. Ha ragione anche Venditti quando dice che ci vorrebbe un allenatore dal pugno duro che metta tutti in riga. Non un dittatore all’antica, ma uno come il presidente del Venezuela, Chávez» • Alle elezioni del 2018 ha votato per il M5s. «E lo rifarei. Ci vuole tempo per cambiare e migliorare l’Italia: parliamo di decenni, non di un anno o due». Apprezzo Matteo Salvini, che a volte gli appare «duro e pesante» ma ha il pregio di «smascherare l’ipocrisia generale» (a Malcom Pagani) • «Laura Pausini ha fatto bene a non voler cantare Bella Ciao, è una canzone politica. Noi artisti non dobbiamo cantare né canzoni di destra né di sinistra né di centro. Lo sapete, è un momento speciale, dobbiamo parlare di musica. Non facciamo politica, facciamo musica» (dopo la polemica che aveva investito Laura Pausini perché si era rifiutata di cantare Bella Ciao durante il programma La Voz sulla tv spagnola.)
Tifo Juventino. In piena Calciopoli rivelò che si era raffreddato perché Moggi gli telefonava per istruirlo su cosa dire in tv • «Quali desideri ha ancora un vecchio ragazzo come Ramazzotti? “Che la Juve vinca la Champions. No, la prima cose è la salute, poi continuare la mia strada e, poi, la Champions”» (a Ernesto Assante).