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 2022  novembre 18 Venerdì calendario

Intervista a Valentina Cenni


Un viaggio in Siberia, un’esperienza catartica che ha cambiato la vita e, al rientro, una sceneggiatura. «Avevo voglia di dirigere un film, una storia, una mia troupe. Ci ho messo tanto amore. La protagonista, Nina, è una bambina che perde il papà, vive un momento difficile e, con saggezza e candore, si comporta come fa l’oro, resta lucente». Valentina Cenni, attrice e conduttrice tv, racconta Essere Oro, il suo esordio come regista cinematografica. Quindici minuti in cui affronta il tema dell’accettazione della morte con delicatezza e profondità, tanto da fare vibrare tutte le corde. Stefano Bollani è autore della musica, Luca Bigazzi il direttore della fotografia e Giorgio Tirabassi il protagonista maschile. Il corto, fuori concorso, al 40° Torino Film Festival, è anche un augurio, per se stessa e per gli altri: «Essere splendenti di fronte a un evento doloroso. Attraversare con amore e fede ciò che accade».
La bambina mette in contatto il mondo dei vivi e dei morti, sa lenire il dolore e allontanare i cattivi sogni.
«I bambini non sono corrotti dalle regole, dai dogmi, dalla vita, hanno la purezza dell’oro. Nina aiuta la madre ad attraversare il dolore della perdita del marito con la consapevolezza di saper lasciare andare. Questo non vuol dire non provare amore, ma viverne uno profondo, immenso e, allo stesso tempo, riuscire a lasciarsi, lasciare liberi. Ci va tanta forza. Forse nasciamo tutti oro poi diventiamo un po’ piombo, la vita è una trasformazione alchemica che aiuta a crescere».
La morte le fa paura?
«Mi dispiace l’idea di lasciare questa vita, ma negli anni ho fatto una ricerca interiore profonda, vissuto esperienze fuori dall’ordinario che mi hanno cambiata. Non mi fa più così paura, sento che, in realtà, non finisce nulla, è un passaggio. Vivo un amore meraviglioso, ho tante persone care intorno. Il mio equilibrio ogni tanto traballa, ma sento una pace che prima non avevo».
La passione per il cinema quando è nata?
«Mia mamma, grande cinefila, ci portava al cinema già da piccoli. A 4 anni volevo fare l’attrice, ora mi interessa di più scrivere le mie storie, stare alla guida di questa carrozza. Mi piace emozionarmi con un film o un libro. Poi c’è la musica che lega tutto, racconta senza dover spiegare, dà una versione della storia ancora più grande».
Il primo film che ha visto?
«La storia infinita».
Ha un genere che preferisce?
«Come nella musica, amo tutto ciò che mi trasmette qualcosa. Prevale la voglia di raccontare e comunicare e mi può arrivare da Bach o da una canzone contemporanea».
Suo marito Stefano Bollani ha scritto la musica.
«La canzone che la bambina canta è importantissima, mette in comunicazione. È come se scostasse un velo».
Come coniugate vita professionale e privata? Mai discussioni?
«Da 12 anni stiamo insieme e non pensiamo mai di lavorare, non c’è fatica dietro quello che facciamo. È il nostro modo di stare al mondo, di esprimerci. Farlo è come mangiare, bere, ridere. Possiamo avere delle divergenze, ma il nostro amore ci permette di sciogliere subito i nodi senza covare rabbia».
Pregi e difetti di suo marito?
«Amo la sua leggerezza, il coraggio nell’affrontare la vita. Ci assomigliamo sull’emotività, a volte rende nudi di fronte al mondo».
In Via dei matti n. 0 aprite le porte della vostra casa immaginaria, quella reale com’è?
«Un po’ le assomiglia per la sua felicità, tante vetrate e luci, libri, dischi, un pianoforte e noi due dentro. Ci piace invitare gli amici, giocare, chiacchierare e cantare insieme».
Chi cucina?
«Io e mi diverte. Mi piace mangiare, sono una buona forchetta. Non seguo nessuna ricetta, come un alchimista butto gli ingredienti e vedo cosa nasce. Uno dei piatti che preferisco è il riso con il pesto e i piselli. Non mangio carne ma pesce».
A casa siete in tre, Stefano, il cane Jobim e lei. Mai pensato di allargare la famiglia?
«Da piccola pensavo “avrò quattro figli” poi, nel tempo, ho iniziato a vedere come figli i progetti che cerco di realizzare. Li lascio andare nel mondo sperando che possano portare qualcosa di buono e far nascere altro. Per il momento è così, poi tutto può essere».
Ha 40 anni. Allo specchio che donna vede?
«Una in fermento, desiderosa di star bene e far stare bene gli altri, felice del passato, di quello che sta vivendo e di ciò che vede nel futuro». —