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 2022  novembre 18 Venerdì calendario

Intervista a Carlos Sainz


ABU DHABI «Senza rumors e voci non sarebbe la Ferrari. Esisteranno sempre, noi siamo tranquilli. Magari qui facciamo doppietta e poi tutto sarà dimenticato». Carlos Sainz replica al tormentone su una possibile sostituzione di Mattia Binotto.
La prima cosa che farà appena finito il campionato?
«Tornare a casa, in Italia, sdraiarmi sul divano e guardare serie tv a ripetizione. E poi golf, padel, cene con gli amici e fidanzata (Isabel ndr)».
Ultima gara qui a Yas Marina. Sarebbe pronto ad aiutare Leclerc per il secondo posto nel Mondiale piloti?
«Sicuro, lo ero già in Brasile. Sono un uomo squadra e non ho mai avuto problemi ad aiutare un compagno di squadra».
Bilancio personale di questi due anni.
«Il primo mi sono sentito subito a casa e si è visto. Il secondo è stato più duro soprattutto all’inizio, poi sono migliorato e sto chiudendo la stagione a un livello alto. Però ancora non riesco a guidare in maniera naturale questa macchina».
Perché?
«Non è fatta per il mio stile di guida. Ma sono orgoglioso di essermi adattato, sarebbe stato facile mollare e puntare sul 2023».
L’emozione più bella con la Ferrari?
«La vittoria a Silverstone, la prima in F1. Ma anche la doppietta in Bahrein: mai visto una squadra così felice, quella gioia collettiva mi resterà per sempre in testa. Ci metto anche la pole di Austin».
Come si fa a farla durare di più questa gioia, pensando all’anno prossimo?
«Siamo capaci di essere ancora più felici, ma dobbiamo crescere in alcuni aspetti. Concretizzare il risultato alla domenica avendo una monoposto più competitiva rispetto alle qualifiche. Concentrarci sulle partenze dove fatichiamo, sulla gestione delle gomme. Migliorare gli sviluppi».
La Rossa 2022 è nata bene e poi è calata.
«Red Bull e Mercedes sono state superiori sugli sviluppi, adesso non siamo forti come lo eravamo all’inizio».
Si è mai sentito trattato da secondo pilota in Ferrari?
«Né in Ferrari né altrove. Non lo meriterei. E anzi mi ha fatto piacere una cosa».
Quale?
«Il rispetto. Perché dopo la prima parte di stagione sarei potuto diventare un secondo pilota. Ma ho reagito».
Che obiettivi si dà?
«Il Mondiale con la Ferrari. Sono venuto qui per questo».
Anche Leclerc. Come sono veramente i vostri rapporti?
«C’è competizione. Ma il rispetto e l’ammirazione dell’uno nei confronti dell’altro sono talmente alti che non abbiamo mai avuto frizioni o problemi. Anche con un’auto competitiva. È uno dei migliori compagni che ho avuto».
Verstappen
Velocissimo, aggressivo, non ha punti deboli Ha il sostegno totale della squadra, si merita i due titoli vinti
È vero che per guidare meglio ha dovuto «rubare» dei segreti a Charles?
«Sì, perché con la macchina 2022 il suo stile funzionava meglio del mio. Ho dovuto sbagliare, cambiare direzione e imparare».
Che vuole dire per un pilota mettersi in discussione?
«Tutto ciò che prima mi veniva naturale mi rendeva più lento. Ho dovuto reinventarmi e cambiare tutto: frenata, entrata e uscita in curva. È la prima volta che capita, mi ha dato fastidio che sia successo nell’anno in cui avevo una monoposto veloce».
Su quali motivi si fonda la sua fiducia per il 2023?
«Sappiamo imparare dagli errori, in gara e nello sviluppo. Da quando sono alla Ferrari ho sempre visto progressi, se ci poniamo un obiettivo lo realizziamo».
Sì, però alla fine avete vinto solo quattro gare.
«Il problema è che a volte le cose non migliorano così velocemente come la gente vorrebbe, serve tempo».
Conosce bene Verstappen, avete debuttato insieme in F1. Perché è così speciale?
«Velocissimo, aggressivo, non ha punti deboli. Ha il sostegno totale della squadra. Merita i due titoli».
Russell?
«Il livello attuale dei piloti è talmente alto che la differenza è nei dettagli. Almeno in 6-7 con la macchina giusta potrebbero vincere il Mondiale».
Qual è stato il suo momento peggiore del 2022?
«Imola. Ritiro al primo giro. Venivo dallo zero in Australia. Meno di due giri in due Gp, una mazzata. Proprio quando avevamo una macchina dominante con la quale Charles faceva pole e vinceva. Dura da accettare».
Che rapporto ha con Binotto?
«Ottimo. Lo ringrazierò sempre per avermi scelto e per essersi fidato. È stato il primo di una grande squadra a credere in me, Mattia sarà sempre speciale per me».
Sainz assomiglia a chi?
«A nessuno. Sono Carlos Sainz. Ma ho dei modelli: Rafa Nadal, Alonso per la grinta. Mio papà, naturalmente».
Perché Nadal?
«Esempio in campo e fuori. Per la voglia di vincere, per il rispetto degli avversari».
Ad Abu Dhabi l’anno scorso Hamilton e Verstappen sono arrivati a giocarsi il titolo a pari punti. Lo vorrebbe vivere un finale così?
«Non posso immaginare le emozioni che hanno provato per tutto il fine settimana e in gara, con quella safety car... Sì mi piacerebbe vincere un Mondiale così, chissà che adrenalina. Ma anche se arrivasse in modo più facile andrebbe bene comunque...».
Fra piloti è possibile essere amici?
«Sì, con Norris lo siamo. E sento che anche con Charles in futuro potremmo esserlo quando non saremo più compagni e non lotteremo per le posizioni. Siamo già amici, ma anche rivali ed è normale tenere un po’ di distanza».