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 2022  novembre 18 Venerdì calendario

Orietta Berti in cucina

La coppia Galimberti-Paterlini intorno ai 160 anni in due ama ancora le ricette afrodisiache. «Le chiamo così spiega lei - perché sono proprio da perdere la testa! Sono piatti semplici, gustosi e delicati che richiedono poco tempo e pochi ingredienti per essere realizzati. Per anni li ho preparati al mio caro Osvaldo. Vi faranno perdere la testa!». A parlare è Orietta (Galim)Berti che da oggi non sarà più solo la Capinera d’Emilia, l’Usignolo di Cavriago, ma anche ufficialmente autrice di libri di cucina, senza sfigurare accanto a grandi chef e gourmet che hanno firmato altre opere della collana di chicche gastronomiche di Gribaudo (Gruppo Feltrinelli). In questo caso, un libro ricco di ricordi e avventure per raccontare la storia d’amore tra il mangiar bene e la felicità della condivisione che c’è dietro ogni piatto. Orietta Berti con Nella mia cucina. Le ricette di una vita (224 pagine, 19,50 euro, presentazione a Milano domani nell’ambito di Bookcity) si toglie lo sfizio di aprire le porte della sua cucina, fatta di sapori tradizionali e spesso decisi e di mostrare l’anima serenamente quotidiana e casalinga all’origine dello strepitoso successo di una carriera lunga già 60 anni (16 milioni di dischi venduti, cinque dischi d’oro, più sette di platino e due d’argento).
Anche con un pizzico (qb, quanto basta, secondo la terminologia di settore) di ruffianeria quando mette assieme in un palese gioco nazional popolare ingredienti e tradizioni di zone diverse: esempi lampanti sono le lasagne (che per definizione dovrebbero essere emiliane) fatte però di pane carasau (sardo) e condite alla Norma (melanzana, mozzarella e pomodoro) come nel primo piatto caro al sicilianissimo Vincenzo Bellini, oppure la finta pizza (con bufala campana ma farina di mais da polenta).
«Ho deciso scrive nell’introduzione di realizzare la guida perfetta per tutte le persone che amano la buona tavola e non rinunciano a gustarsi i piaceri della vita». Il volume è diviso in quattro sezioni a uso e consumo di situazione diverse. «Per chi precisa come me ha poco tempo e deve spesso optare per uno spuntino, le ricette afrodisiache sono perfette. Per chi non sa dire di no a un buon piatto della cucina casalinga, ci sono le ricette legate ai ricordi della mia infanzia in Emilia. Per gli eterni indecisi ho scelto di proporre piatti da tutta l’Italia, che metteranno d’accordo i gusti di ogni ospite. E infine ci sono i dessert, protagonisti della sezione dedicata ai peccati di gola, per addolcire i momenti a tavola». Tra le righe delle 81 ricette molti aneddoti, più o meno noti.
IL SEGRETO
«Il peperoncino confessa è il mio ingrediente segreto per cantare. Prima di ogni esibizione, ne mangio uno intero. Sì, perché ha la straordinaria capacità di pulire le corde vocali: riduce la produzione di saliva e così non c’è il rischio di stonare. L’ho scoperto a 18 anni quando, arrivata in Sicilia, la brezza marina mi aveva fatto perdere la voce. Allora mi fu consigliato di provare con il peperoncino, promettendomi che l’assaggio avrebbe risolto il problema. Prima non lo avevo mai mangiato fresco: improvvisamente mi si è gonfiata tutta la lingua e facevo fatica a parlare, ma la voce è uscita limpida dalle mie labbra e lo spettacolo è stato un successo. Da allora non ho mai smesso di utilizzarlo».
IL MARITO
C’è anche il ricordo dei primi incontri col marito: «Quando ho conosciuto Osvaldo, aveva un trench alla Humphrey Bogart. Appena abbiamo incrociato gli sguardi, l’ho subito invitato a bere un caffè, ma lui mi ha risposto che non gli piaceva. Allora ho rilanciato, dicendo che ci avrei aggiunto solo per lui del cioccolato, così avrebbe potuto berlo, ma neanche così gli andava a genio. Ho pensato ma che antipatico!. La settimana dopo, però, mi ha portato una bella forma di Parmigiano Reggiano. Da lì non ci siamo più lasciati». Anche quel regalo in cibo (invece di un mazzo di fiori) «all’epoca si usava così, quando andavi a trovare qualcuno a casa portavi sempre in dono un alimento» racconta come per Orietta «il cibo è sinonimo di affetto». «Conservo nella memoria scrive le immagini di una me bambina, pronta a cogliere i segreti di quell’orchestra di gesti che vedevo ripetersi sul tavolo di casa». Trucchi che ora trasferisce ai lettori. «Da bambina ricorda - facevo dei gran buchi nella sfoglia e allora mia mamma diceva: Ti appoggi troppo sul mattarello, fai venire l’impasto sottile, per forza dopo si vede il buco!». Le vecchie ricette di casa riproposte nel libro (rinnovate e alleggerite secondo i nuovi tempi) sono facilmente replicabili passo passo a partire dalla personale specialità di cui va orgogliosa, il brodo matto, «fatto con l’aglio e il prezzemolo per renderlo più leggero, invece che con la carne».