Corriere della Sera, 17 novembre 2022
Cina, un’economia con poco mercato
Da anni ci si chiede se la Cina sia un’economia di mercato oppure rimanga poco aperta, guidata dallo Stato, diversa dai Paesi occidentali. Questione seria anche per le migliaia di imprese che vi hanno investito e che, registrate le involuzioni dell’era Xi Jinping (dal 2012), si interrogano sulla direzione che ha imboccato. «Nel 2021, i progressi della Cina verso le norme dell’economia di mercato hanno rallentato nella maggior parte delle aree, anche se non abbastanza da minare gli sforzi di apertura posti in essere dal 2010», riassume uno studio – China Pathfinder – realizzato dal Rhodium Group e dall’Atlantic Council. In termini di capacità innovativa, nel 2021 l’economia cinese è migliorata, dice la ricerca, a un indice di 3,8 da uno di circa tre nel 2010 (su una scala da uno a dieci), ma è peggiorata leggermente rispetto al 2020. In termini di qualità, in particolare nel numero di brevetti registrati in proporzione del Pil, rimane a meno del 50% della media delle economie aperte. Lo sviluppo del mercato finanziario è peggiorato, da 1,2 a 0,4 tra il 2010 e il 2021: rilevante, perché senza un ambiente finanziario forte e aperto sarà impossibile che il renminbi diventi una moneta significativa nel sistema internazionale, come vorrebbe Pechino. Se si guarda alle prime dieci società per dimensione, in Cina quattro sono di Stato: per dire, negli Stati Uniti nessuna. E, dal 2019, queste imprese di Stato contano per il 90-95% del totale delle di emissioni di obbligazioni, cioè dominano il mercato dei bond societari. L’apertura commerciale – la mancanza di restrizioni e di misure discriminatorie sugli scambi – è invece migliorata da 1,3 a quattro rispetto al 2010: una posizione non troppo dissimile da quella dell’Italia (4,7) ma lontana dalla media delle economie di mercato (5,7) e lontanissima da quella del Regno Unito (8,5 anche se in calo). L’apertura agli investimenti diretti è scesa da 1,2 a 0,6 in un decennio e si allontana dal 6,4 delle economie occidentali. Anche l’ambiente competitivo si è deteriorato dal 2,1 all’1,2 nello stesso periodo e leggermente anche rispetto al 2020. In essenza, il China Pathfinder indica che la Cina non presenta solo rischi geopolitici (Taiwan) ma è in una fase nella quale la marcia verso l’economia di mercato è in stallo quando non in arretramento.