La Stampa, 17 novembre 2022
Sorridere agli evasori
Per ora un condono fiscale vero e proprio non c’è, ma il trucco è annoso: lo si può introdurre più tardi con emendamenti di iniziativa parlamentare. È accaduto così già tante volte. Se se ne parla, è perché questo governo già si è mostrato particolarmente sollecito verso una categoria che non ha rappresentanza ufficiale, ma esercita grande influenza politica: gli evasori fiscali. Pagare le tasse non fa piacere a nessuno, in un Paese come il nostro dove sono pesanti (meno che in Francia, però). In campagna elettorale le promesse di ridurla abbondavano. Ma ecco, ora che il governo ha cominciato a lavorare, si afferma che per venire incontro ai contribuenti regolari al momento i soldi mancano, mentre per gli irregolari qualcosa si trova.Se sono i primissimi provvedimenti a dare il segno di una compagine governativa, in meno di un mese abbiamo già annunci tutti in un senso, dall’aumento dei limiti ai pagamenti in contante alla sanatoria per i commercianti che non accettano il bancomat. Ora sembra allargarsi sempre più l’abbuono o dilazione dei pagamenti tributari già dovuti. Un fenomeno già noto si ripete in modo più sfacciato. La stessa nascita di un vasto schieramento di centro-destra in Italia deve molto alla rivolta del «popolo delle partite Iva» nel 1992-93 che accelerò il disfacimento della Democrazia cristiana fino allora egemone. La scatenò un tentativo, per la verità estremamente rozzo, di far pagare agli autonomi almeno tante tasse quanto i dipendenti. È del tutto normale che una parte significativa dell’economia italiana trasmetta alla politica le proprie richieste e le proprie esigenze, indirizzandosi ai partiti che le sono più affini. Il guaio è che negli anni la qualità di questa trasmissione si è sempre più deteriorata. Non ci si rivolge più all’insieme di una categoria, ma solo alle sue punte più riottose e indisciplinate. Già di questi tempi i politici sembrano tenere molto maggior conto delle minoranze rabbiose (tipo i no-vax) che delle maggioranze silenziose (i regolarmente vaccinati). Ma qui c’è di peggio. Negli anni, favorire i contribuenti poco scrupolosi rispetto a quelli in regola ha contribuito ad aumentare il numero dei primi.Proprio provvedimenti come quello ora in progetto hanno incentivato il riprodursi di un fenomeno molto italiano come l’«evasione da riscossione». Ovvero si trovano espedienti per non pagare le imposte già dovute, o semplicemente non le si pagano. E certo qualcuno i soldi per saldare davvero non li trovava, ma i renitenti sono davvero tanti. In sostanza, si premiano i comportamenti furbeschi; riconoscendo a chi li adotta il diritto di fare concorrenza sleale agli altri contribuenti che hanno pagato con regolarità. Ora alla «rottamazione delle cartelle» potrebbe ora aggiungersi una più ampia dilazione dei pagamenti. Come già in passato, si segnalerebbe che pagare con puntualità non è indispensabile.