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 2022  novembre 16 Mercoledì calendario

Los Angeles vuole pensionare il rodeo

Otto secondi.
Otto secondi per sfidare un toro a mani nude, uomo o donna, cowboy o cowgirl, contro un animale di una tonnellata.
Il duello – perché di questo si tratta – del rodeo è antico quanto il West, il toro o il cavallo selvaggio come una balena bianca, Moby-Dick sulla sabbia del deserto, duello commemorato in innumerevoli libri e film. «Junior ha un solo problema: il ventesimo secolo»: nel trailer di un film di cinquant’anni fa esatti, «L’ultimo buscadero» con Steve McQueen, c’è la poesia della fine dell’epopea del west uccisa dalla modernità, e c’è questa frase, che spiega con mezzo secolo d’anticipo il 2022 e la notizia, destinata a fare imbizzarrire i tradizionalisti, clamorosa: il consiglio comunale di Los Angeles è intenzionato se non a proibire tout court – per ora – i rodei, almeno a limitarne fortissimamente il numero, approvando restrizioni e regolamenti che renderebbero illegali varie specialità dello sport che più di ogni altro identifica l’estremo occidente americano, quello dell’«Urban Cowboy» John Travolta e del «Dallas Buyers Club» di Matthew McConaughey.
È, senza esagerazioni, uno scontro di civiltà.
Niente speroni
L’amministrazione vuole introdurre limitazioni: quasi certo lo stop agli speroni
Da una parte l’America delle città, e del «benessere degli animali», per la quale il rodeo è il crudele, obsoleto rottame di un’era sorpassata. Dall’altra la provincia, le campagne, il deserto, nel quale il rodeo è sinonimo di valori tradizionali come coraggio, lavoro, abnegazione, e libertà. Soprattutto libertà. Con un codice preciso – gli 8 secondi sono il tempo oltre il quale il toro o il cavallo cominciano a avere un calo di adrenalina e lo scontro comincia a favorire, fisicamente, l’homo sapiens, e a quel punto ci si ferma.
Se Los Angeles vietasse («Per rendere più umana la città degli angeli», ha spiegato il consigliere Bob Blumenfield della San Fernando Valley), come pare quasi certo, l’uso di speroni, cinghie e pungoli elettrici, i rodei dovrebbero fare le valigie dalla vecchia estrema frontiera – Los Angeles è un deserto che finisce nell’oceano —, uno dei motivi per i quali la luce è così inconfondibile, la luce che non ha bisogno di riflettori e anche per questo ha partorito il cinema di Hollywood più di un secolo fa.
Come è già capitato, nello Stato della California, a San Francisco, San Juan Capistrano e Pasadena, municipalità che hanno già restrizioni sui rodei, così come Leesburg in Virginia e Fort Wayne in Indiana, il rodeo rischia l’estinzione, e con esso il cowboy, che ha resistito al revisionismo hollywoodiano di «Brokeback Mountain» ma non semplicemente al tempo che passa.
Altri Stati, città, contee e paesi hanno vietato eventi specifici, come il «wild cow milking» con le mucche recalcitranti che vengono immobilizzate e munte con la forza, e il «mutton busting» nel quale bimbi e ragazzini cavalcano montoni.
«Quando Los Angeles starnutisce, l’intero Stato prende il raffreddore», ha detto Blumenfield, indicando che presto il resto della California – presa singolarmente, è la quinta economia mondiale – potrebbe pensare a un bando generalizzato del rodeo.