Corriere della Sera, 15 novembre 2022
La maturità di Buzzati
Andava bene a scuola e raccontava di «non averla mai marinata». Eccelleva in greco, latino e soprattutto in storia, ma non fu mai tra i primi della classe. E, il 31 luglio 1924, ottenne la maturità classica con voti modesti: 6 in italiano e in matematica, storia, filosofia, scienze; 7 in greco, latino, storia dell’arte. Del resto, lui e i suoi 73 compagni di sessione al Liceo Manzoni di Milano (sede d’esami per più istituti, compreso il suo, il Parini) furono i pionieri del nuovo esame di maturità introdotto dalla riforma Gentile, piuttosto severo rispetto agli standard di oggi: prove sui programmi dell’ultimo triennio, commissioni composte solo da docenti esterni, di cui molti universitari.
Queste e altre curiosità sulla carriera scolastica di Dino Buzzati sono emerse in questi giorni dall’archivio del Liceo classico Parini, che l’autore de Il deserto dei tartari (e giornalista del «Corriere») frequentò dal 1919 al 1924. L’istituto, che vanta altri illustri ex alunni (Clemente Rebora, Carlo Emilio Gadda, Walter Tobagi) ha indetto per i suoi studenti il convegno «Buzzati e il mistero. L’eclettismo di Dino Buzzati tra racconti, graphic novel e pittura» che si terrà domani. Un appuntamento a cui la scuola sta lavorando da mesi.
Le ricerche d’archivio, a cura delle professoresse Laura Zaninelli e Teresa Summa, hanno permesso di ritrovare le pagelle di Buzzati, finora inedite. Emerge, tra le curiosità, un insolito 6 in condotta, nel secondo trimestre della prima liceo e, tra i compagni, l’amico di una vita, Arturo Brambilla. «Buzzati, che con il suo 6 in italiano è entrato nella storia della letteratura, testimonia che c’è una possibilità aperta per tutti. Ed è un monito per gli stessi docenti: dimostra che i talenti a volte emergono col tempo e che non vengono sempre riconosciuti subito», dice il preside del Parini Massimo Nunzio Barrella.