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 2022  novembre 15 Martedì calendario

In Qatar manca la febbre a 90

DOHA Le gigantografie di Neymar, Lewandowski e Kostic che osservano dall’alto dei grattacieli di Doha i boulevard a sei corsie, semideserti, sembrano cercare il dribbling per arrivare tra le braccia dei tifosi. Ma di tifosi in questa giornata di implacabile sole arabo, con 33 gradi e 55% di umidità, in giro se ne vedono pochi, anzi quasi nessuno. Sarà che mancano pochi giorni al fischio di inizio dei Mondiali (domenica), ma di «febbre» non se ne vede molta, è tutto nella norma. Qualche avanguardia francese da campione in carica che, con la classica grandeur, chiede: «Venite dall’Italia? Tanto non ci sarete». Facendoci maledire quei due rigori falliti contro la Svizzera.
Di bambini con la maglia biancorossa del Qatar non se ne vedono, rari i gadget legati all’evento in vendita nel vecchio suk. Vanno per la maggiore i dromedari dorati, con la gobba che si apre e nasconde una perla (di plastica) per ricordare che Doha era uno sperduto villaggio di pescatori di perle nel Golfo persico. I qatarini sono meno del 20% degli abitanti, il resto sono immigrati, non sembrano molto entusiasti. Orgogliosi di ospitare un evento così importante, questo traspare parlando con alcuni di loro mentre si recano alla preghiera del tramonto nella moschea del suk, dove si sta ultimando il montaggio dei megaschermi. Ma il tifo, l’entusiasmo, la febbre del calcio, proprio non ci sono. Inutile poi accennare alle polemiche sui diritti umani – nella spiaggia più importante di Doha le donne possono fare il bagno ma solo col burkini – o alla strage di operai nella costruzione degli stadi. Sul sito Dohanews, in inglese, viene spiegato riguardo all’arrivo di tifosi Lgbtq che per le autorità del Qatar «tutti sono i benvenuti».
Qui ci si concentra soprattutto sul business: secondo Bloomberg i Mondiali porteranno nelle casse della Fifa più dei 5,4 miliardi di dollari dell’edizione russa del 2018. Akbar Al Baker, ad di Qatar Airways e presidente di Qatar Tourism al battesimo della nave da crociera Msc World Europa ha detto che in questo mese il Qatar «smentirà tutte le falsità circolate in questi anni» e alla fine dei Mondiali i cittadini potranno «camminare con orgoglio a un metro da terra».
Ultimi tocchi di vernice ai palazzi, in molte strade si finiscono i lavori, nel Parco culturale hanno aperto delle casette di legno di cibi e bevande che sembrano quelle dei mercatini di Natale. Dell’entusiasmo per il calcio è inutile chiedere anche ai tanti lavoratori immigrati: la grande maggioranza proviene da Pakistan, India, Sri Lanka e Bangladesh, Paesi dove la passione sportiva è tutta riservata al cricket.
All’arrivo in aeroporto c’erano lunghe file alle corsie doganali riservate ai «temporary workers», gli stagionali in arrivo dal Sud-est asiatico e da altri Paesi arabi. Nelle altre corsie, quelle riservate ai turisti e ai tifosi provenienti da Europa e Sudamerica, i controlli visti e passaporti duravano 2 minuti al massimo. Il conto alla rovescia è agli sgoccioli: Neymar, Lewandowski e compagnia continueranno a incombere dai grattacieli in cerca delle «notti magiche». Per quelle vere, prego rivolgersi a Bennato e Nannini.