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 2022  novembre 14 Lunedì calendario

Turchia, il panico prima delle elezioni


A metà dell’anno prossimo la Turchia eleggerà il suo nuovo presidente. La data possibile, ma non ancora ufficiale, è quella del 18 giugno. Erdogan correrà ancora e uno dei suoi cavalli di battaglia sarà proprio il successo del suo governo e del suo partito nella lotta al terrorismo che ha tenuto sotto scacco il Paese tra il 2015 e il 2017. È possibile, dunque, che l’attacco di ieri rientri in una strategia per condizionare il voto. Batuhan Takis, 30 anni, direttore del quotidiano turco filogovernativo Daily Sabah, pensa che sia un’ipotesi da non sottovalutare: «È sempre successo in Turchia quando ci sono delle elezioni in vista, perché il terrorismo vuole seminare la paura nella gente per condizionare il risultato nelle urne. L’intento è anche far perdere il controllo al governo. Destabilizzarlo».
Basti pensare alle elezioni anticipate del primo novembre 2015 che furono precedute da tre attentati, l’ultimo il 10 ottobre quando due esplosioni avvennero fuori dalla stazione centrale dove si stava svolgendo una manifestazione dell’Hdp e dei sindacati di sinistra. I morti furono 103. «Certo è presto per fare delle ipotesi concrete – spiega Takis —, ufficialmente per ora si è parlato di una bomba ma non è stata usata la parola terrorismo».
Il pensiero corre ai possibili autori. Fino a ieri non c’era stata una rivendicazione «ma spesso arriva giorni dopo» sottolinea il direttore. «Certo il Pkk non è nuovo ad azioni di questo tipo che sono volte a far crescere la tensione e a portare alla mobilitazione sociale» aggiunge. Ma la firma potrebbe anche essere dell’Isis che usa la Turchia come una sorta di base per i suoi membri e ama colpire obiettivi conosciuti. «Istiklal Caddesi è il simbolo del nostro Paese, ci hanno colpito al cuore» osserva Takis.
Negli ultimi anni il Paese ha vissuto una stagione tranquilla. L’ultimo attentato risale al primo gennaio del 2017 quando a Ortakoy, un quartiere di Istanbul, un uomo armato sparò sugli avventori del nightclub Reina, dove si celebrava il Capodanno. I morti furono 39 e l’attacco fu rivendicato ufficialmente dall’Isis. «Sicuramente nessuno se lo aspettava, infatti siamo scioccati – prosegue —, era una giornata come le altre, c’era anche il sole. Però quest’evento potrebbe avere l’effetto contrario ai desideri degli attentatori». Quale? «La gente si unirà contro il terrore. L’attacco potrebbe fungere da collante tra le forze politiche che troverebbero così un obiettivo comune». La Turchia attraversa un momento economico turbolento, l’inflazione è alle stelle e la lira tracolla sempre di più. Dopo lo stop dettato dall’epidemia da Covid-19 il turismo aveva registrato una bella ripresa: «Ora ci saranno per forza delle conseguenze negative, anche se speriamo che sia solo nel breve termine perché poi la gente dimentica». A meno che la bomba di ieri non segni la ripresa di una stagione che tutti vorrebbero dimenticare. «Speriamo proprio di no» conclude il direttore.