Corriere della Sera, 13 novembre 2022
La seconda vita della truffatrice di Anna Sorokin
Ha alle caviglie un braccialetto «esclusivo», quello dei domiciliari. Non può lasciare l’appartamento da 4.200 dollari al mese al quinto piano di un palazzo dell’East Village, a New York, in cui è confinata da ottobre, quando è uscita da due anni di prigione (non ha lasciato gli Stati Uniti scaduto il visto). La sua reputazione, da quando il mondo sa che il cognome da vecchia Europa che si era inventata, Delvey, è falso come quasi tutto nella sua vita, è compromessa. Eppure Anna Sorokin, la finta ereditiera tedesca (in realtà russa) le cui truffe sono raccontate in dettaglio nella serie Netflix «Inventing Anna», ha fatto sapere che darà una serie di cene a casa, con ospiti vip e vaghi scopi di beneficenza. Raccoglierà così fondi per una campagna che chieda riforme della giustizia e del sistema di immigrazione e insieme cercherà, non si sa con che esito, di «ritornare in società».
La notizia è stata divulgata dalla rivista specializzata Eater, alla cui redazione di New York è stata inoltrata «per errore» una mail della pr di Anna che richiedeva servizi di catering, forniture di alcolici e persino cadeaux per gli ospiti. Ai ristoranti che potrebbero offrire il catering ha già pensato, e ne snocciola i nomi in un’intervista esclusiva a Bon Appetit: Le Coucou per la bouillabaisse, Shuko e Sasabune per l’Omakase, verdura a km zero da Misfits Market. Indirizzi di grido a Manhattan, da cui forse spera di ottenere sconti o catering gratuito in cambio di notorietà. «Non posso andare da nessuno», ammette candidamente, «quindi inviterò qui da me un po’ di società».
Chi? «Idealmente, un mix di celebrity e influencer, assieme a pezzi grossi del no profit e attivisti». Qualche nome? «Non mi sbilancio». Come si sente rispetto agli anni delle sue truffe? «Come se ciò che è stato pubblicato fosse una mia caricatura. Ovviamente spetta agli altri giudicare se è vero o no, ma mi piace credere che non sia stata davvero mostrata la persona che sono».
La serie tv
Le sue malefatte sono state raccontate nel dettaglio in «Inventing Anna», su Netflix
Sul resto è ancora più vaga, interrotta frequentemente dalla pr che le proibisce di scendere in particolari.
Le domande da «Ecce Bombo» che le fa l’intervistatrice Ali Francis sono infatti le stesse di tutta la «carriera» di impostora di Anna-ex-Delvey, che per anni è riuscita a farsi prestare denaro per un totale di 275 mila dollari da mezza élite newyorkese, a scroccare vacanze, allestire mostre, persino disporre di un aereo privato semplicemente fingendosi ricca: chi paga per l’appartamento, trovatole dal suo avvocato, visto e considerato che i 320 mila dollari guadagnati per la serie su Netflix sono ormai finiti? Chi pagherà per queste cene? Chi accetterà di essere invitato da lei? Anche questa volta, l’ex falsa ereditiera tedesca ora smascherata riesce a non rispondere mai.