la Repubblica, 13 novembre 2022
Dugin, tra verità e smentite
abrizio Dragosei
Considera l’Occidente «il diavolo» e ispira i discorsi del presidente
Il fatto che tutti lo considerino l’ideologo più ascoltato dal leader del Cremlino e l’aver da poco perduto la figlia in un attentato lo hanno spinto ad andare «oltre» e a dover fare rapidamente marcia indietro cancellando la provocazione. Ma questo è Aleksandr Dugin, fonte inesauribile di teorie più o meno deliranti, tutte volte a legittimare e a «santificare» l’intervento militare in Ucraina. Più duro dei duri come Kadyrov o Prigozhin, il cuoco di Putin, giustifica la sua posizione con la «visione» di quello che Mosca è destinata inevitabilmente a diventare: la Terza Roma (dopo la Città Eterna e Costantinopoli). La Russia, nel suo cammino verso un destino ineluttabile, «ha lanciato apertamente una sfida all’Occidente come civiltà; per questo adesso dobbiamo andare fino in fondo», sostiene. E ancora: «La partecipazione all’Operazione militare speciale è un’impresa eroica in una guerra santa… Contro di noi c’è l’Occidente; contro di noi c’è il diavolo».
È da quando era giovane e si esibiva come cantautore rock-esoterico che Aleksandr Dugin è ossessionato da teorie che potremmo come minimo definire fuori dal comune. Nei primi anni Novanta fondò assieme a Eduard Limonov il partito Nazional-bolscevico. Un raggruppamento che voleva mettere assieme quello che i due credevano ci fosse di «buono» nel nazionalsocialismo e nel comunismo. I nazional-bolscevichi finirono fuori legge e Limonov ruppe con Dugin perché lo considerava troppo di destra.
Le idee sulla superiorità morale della Russia, sulla necessità di rifondare un impero per contrastare i mali che arrivavano dall’Europa, lo hanno portato a essere notato da Vladimir Vladimirovich, anche se per il filosofo non c’è un ruolo ufficiale. Ma si sa che il presidente lo stima molto e apprezza le sue tesi sulla nascita di un grande impero euroasiatico in grado di contrastare i valori di democrazia e di libertà che vengono da Ovest e che sono visti come dannosissimi per la Russia e per il mondo intero. Si ispira a molte delle cose dette da Dugin il famigerato, lunghissimo articolo fatto pubblicare da Putin per spiegare ai russi e al mondo l’inesistenza di una Ucraina autonoma e separata dalla «madrepatria».