la Repubblica, 13 novembre 2022
Ritratto di Elly Schlein
«C’è ancora un motivo di credere nel Pd, e sta nell’entusiasmo e nella passione di chi lo cambierà». Elly Schlein scrisse queste parole su Facebook nove anni fa, appena rientrata a casa, a Bologna, dopo aver consegnato a Romano Prodi, insieme a un piccolo esercito di giovanissimi, una maglietta con su scritto: “Siamo più di 101”. Più dei franchi tiratori del Quirinale, insomma. Più delle trame, degli intrighi, delle correnti e degli inganni. C’è del buono, nel Pd, voleva dire allora. E ci crede ancora oggi, se davvero correrà per il Nazareno.
Parte tutta da quello slancio la corsa di Schlein. Una vita nella rete dei movimenti, dove vuole portare anche il Pd. Fuori dal palazzi e dentro le piazze. Quelle dei Fridays For Future come quelle dei diritti Lgbtq+: «Piazze dove marcia già unito ciò che la politica ancora divide». Meno partitini e più campagne. Meno correnti e più valori. Per arrivarci, Schlein parte dalla sua storia, intessuta di impegno sociale. Prima nei movimenti universitari, a Bologna, dove fonda Progrè, associazione studentesca che si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica su politiche migratorie e realtà carceraria. E poi a far campagna a Chicago per le presidenziali di Barack Obama. Anche da quella esperienza nasce OccupyPd, contro i 101 franchi tiratori di Prodi: la spinta dal basso che mette in discussione i vertici e che fa sperare in Pippo Civati. Ma solo per un attimo. Non è infatti ancora il momento della sinistra-sinistra, e le primarie del 2013 le vince Matteo Renzi. Quello è il punto di rottura per Schlein, che nel Pd renziano non regge. Viene eletta in Ue con 53mila preferenze, ma dice addio ai dem dopo poco, sperando in una nuova sinistra, che però non arriva mai.
E allora lei prova a costruirla, con ago e filo, da fuori. Dal Parlamento Ue, condivide l’amarezza di Fabrizio Barca, l’economista che per il Pd renziano aveva redatto il censimento dei circoli, cestinato senza complimenti dal Nazareno. Con Barca il rapporto resta stretto da allora. E da qui nasce anche l’ambizione che accompagna Schlein: quella di una sinistra che abbia i suoi fari in giustizia sociale e climatica. Uno slogan declinato in tre priorità: transizione ecologica, lotta al precariato e alle diseguaglianze. Questo potrebbe essere anche il cuore del Pd che verrà. Dall’adozione della legge spagnola che ha dimezzato i contratti a termine, al salario minimo, di cui dialoga anche con Maurizio Landini al festival Cgil Futura2021. Sul tema ambientale Schlein ribadisce da mesi la necessità di una svolta totale sulle rinnovabili, con incentivi per gli impianti che producano energia pulitae comunità energetiche. Infine, difesa a oltranza del Reddito di cittadinanza, fianco a fianco col M5S. Non a caso l’estate scorsa, a margine di una iniziativa in Piazza Maggiore, Schlein restò in un bar a parlare con Giuseppe Conte per oltre un’ora. Fitto fitto. Del presente e del futuro che poi non è stato, dopo la rottura sul governo Draghi. Certo con il M5SSchlein condivide l’agenda sociale che piace anche a Vasco Errani e Pier Luigi Bersani. Proprio loro puntarono su Schlein alle Regionali emiliano romagnole del 2020, per creare la lista della sinistra “Coraggiosa”, alleata al Pd. Il primo passo verso il ritorno. Mentre al Nazareno, con Zingaretti e Piazza Grande, Schlein stringeva rapporti con Giuseppe Provenzano e Marco Furfaro. Intanto la “Coraggiosa” cresceva. Su Facebook il gruppo Fare Rete con Elly Schlein, fondato dal riminese Matteo Canini, si gonfia a ogni sua uscita, fino a 37mila iscritti. «Siamo volontari – assicura Canini – al 50% siamo dell’Emilia-Romagna, soprattutto ex dem, che se ne sono andati ai tempi di Renzi. Speriamo che Elly diventi leader Pd». Quando Schlein entra nelle Agorà lettiane e viene candidata alle politiche, sembra che il sogno prenda forma. Lei fa campagna da Nord a Sud, per una sinistra progressista, ecologista e capace anche di impegno femminista. Non a caso con lei c’è spesso un folto gruppo di donne. C’è Rossella Muroni, deputata uscente, con Schlein tra gli ambientalisti di Green Italia. E c’è Marta Bonafoni, consigliera regionale alla Pisana, che con lo slogan “Desideriamo di più” si candida alle primarie del Lazio in un locale della prima periferia: insieme a Bonafoni sul palco ci sono Schlein, Muroni e Barca. Compare spesso nel gruppo anche Annalisa Corrado, socia di Alessandro Gassman nel progetto dei Green Heroes. Volti della nuova sinistra e di quella generazione che, ha detto Schlein candidandosi di fatto a guidare il Pd, «da anni aspetta una occasione. Forse oggi è arrivata».