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 2022  novembre 13 Domenica calendario

Morire a vent’anni per amore

Dov’è Gaia? Dove sono il suo corpo, i suoi pensieri, le sue risate, gli ultimi scherzi con il fratello di 15 anni che si è addormentato a bordo della nave – mare tranquillo, onde che cullano – e si è risvegliato senza di lei, come nel peggiore degli incubi? Venerdì, al molo di Palermo dove è attraccata da Genova la «Superba» di Grandi Navi Veloci intorno alle sette e mezza di sera, era tutto un brulicare di marinai della Guardia costiera, polizia del mare, vigili del fuoco, medici, unità cinofile con i cani molecolari. All’appello mancava un passeggero: Gaia.
In mezzo a tutti c’era lui, il fratellino sotto choc, che raccontava ancora una volta, l’ennesima, la scomparsa della sorella a bordo. «Ci siamo imbarcati ieri sera a Genova per andare a passare qualche giorno dai nostri nonni in Sicilia, eravamo in sala poltrone. Abbiamo fatto un giro sui ponti, non abbiamo fatto amicizia con nessuno. Ci siamo addormentati uno accanto all’altro, ma appena mi sono svegliato, stamattina intorno alle 7, lei non c’era più. Ho aspettato che tornasse, poi mi sono messo a cercarla dappertutto, infine ho dato l’allarme».
Risveglio angoscioso per il comandante e l’equipaggio, all’insaputa dei passeggeri che si avviavano alla colazione tra i messaggi di buon mattino diffusi dagli altoparlanti. «Tranquillo, sarà qui da qualche parte», le prime rassicurazioni al ragazzo. Ma via via che passavano le ore – e venivano ispezionati senza successo ponti, ristorante, self-service, sala giochi – l’angoscia cresceva. «La passeggera Gaia è pregata di recarsi alla reception», ha ripetuto l’altoparlante mentre il fratellino incominciava a disperarsi. Nome e cognome di una ragazza di famiglia siciliana, ma nata a Codogno, nel Lodigiano, e che vive in un paesino del Modenese.
Orario presunto della scomparsa, tra le due e le tre del mattino, secondo le testimonianze che hanno consentito di ricostruire gli ultimi spostamenti, mentre la nave fendeva placidamente le onde del Tirreno, all’altezza di Livorno.
Ufficialmente scomparsa, al momento. Per la giovane Gaia che si era appena affacciata alla vita adulta, sempre più prende corpo l’ipotesi del suicidio. Nessuno scalo intermedio lungo la Penisola. A dare corpo al sospetto è un messaggio che ha scritto al ragazzo di cui era innamorata e da cui – pare – avrebbe subito una delusione. Storie comuni, ma che a quell’età possono sembrare gigantesche e temibili più delle onde del Mediterraneo. Un messaggio mai recapitato, perché in alto mare la linea non c’è. Un messaggio ritrovato sul suo cellulare, come un epitaffio, come una pergamena nella bottiglia.
Sempre più remota l’ipotesi di una caduta accidentale dal ponte – davvero difficile cadere – e che cosa avrebbe mai fatto Gaia sul ponte nella notte? Si cercano conferme dalle immagini delle telecamere di bordo, scandagliate una a una. Mentre partivano i controlli sui passeggeri, gli inquirenti salivano a bordo, a ispezionare cabina per cabina, con i cani molecolari che seguivano ogni traccia dopo avere annusato gli indumenti della ragazza. Una ricerca andata avanti fino alle tre del mattino. All’alba sono cominciate le ricerche nella parte di Tirreno attraversato dal traghetto all’orario presunto della scomparsa, con messaggi via radio alle imbarcazioni in transito. Nel frattempo i genitori prendevano l’aereo per raggiungere Palermo e un velivolo del nucleo di Pescara della Guardia costiera sorvolava per intero la tratta fatta dal traghetto, dalla Liguria alla Sicilia. Ma Gaia non c’è. —