Il Messaggero, 13 novembre 2022
Intervista a Francesca Fialdini
È nata a Massa, ha 43 anni, non è sposata, non ha figli, vive e lavora a Roma. E la domenica pomeriggio, dopo Domenica In di Mara Venier, su Rai1 conduce la trasmissione Da noi... A ruota libera (show all’insegna delle storie positive), mentre il lunedì sera su Rai3 è alla guida di Fame d’amore, docu-serie sui disagi mentali, soprattutto giovanili (anoressia, autolesionismo, depressione...).
N. B. Dal 7 marzo 2019 Francesca Fialdini è Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.
Scusi, cosa ha fatto per meritare questo riconoscimento?
«Quando quel giorno mi ha telefonato Giovanni Grasso, il portavoce del presidente Mattarella, per darmi la buona notizia, è la prima cosa che ho chiesto anch’io».
La risposta?
«Ha dimostrato di essere Cavaliere ben prima di questo riconoscimento, e subito dopo sul telefonino mi è arrivata la foto della medaglia».
Va bene, ma la motivazione ufficiale qual è?
«Per la disponibilità e la sensibilità con cui faccio il mio mestiere. Con il Quirinale in passato ho lavorato spesso, quindi devono avermi notata lì».
Chi l’ha segnalata?
«Nessuno. Viene da loro. Io lo prendo come uno stimolo: spero di fare tanto per meritare questo onore e, soprattutto, per non smentirli. Nella vita devo fare ancora tutto».
Ha incorniciato la pergamena?
«No, è ancora nella busta, la vuole mio padre per incorniciarla e attaccarla al muro. L’ho ritirata mesi dopo per via del lockdown. La medaglia, invece, l’ho messa in un cassetto. Chissà se la metterò mai».
Da ragazzina, a Massa, cosa sognava di fare da grande?
«Quello che sto facendo adesso».
E i suoi che dicevano?
«I miei genitori si sono separati che io avevo tre anni. Mia madre voleva che facessi la biologa, come il suo secondo compagno, padre di mio fratello Niccolò. Così feci il test per l’università, a Roma, a sua insaputa. Non ci siamo parlate per sei mesi».
Lei e suo padre le hanno pagato gli studi?
«Certo. Hanno sostenuto il mio senso di responsabilità. Il bello è che poi, quelli del 68, vogliono sempre regolare la vita degli altri... Non è stato facilissimo, ma oggi sono contenti».
È vero che sua madre è stata segretaria dei Ds a Massa?
«Sì. È sempre stata una militante, fin da giovanissima. Poi è entrata in Comune come dattilografa e ha fatto per anni la sindacalista».
E adesso?
«È una delusa del Pd, è passata ad Articolo 1».
È una mangiapreti?
«Prima sì, adesso ha scoperto la fede e apprezza papa Francesco».
E lei quando l’ha trovata?
«A vent’anni, grazie a un amico che mi invitò ad Assisi per tre giorni di ritiro con i frati a cavallo di Capodanno».
La legò?
«Diciamo che avevo altri programmi, ma fu così insistente che mi convinse. Scoprire la vita di Francesco ha dato un senso diverso anche ai miei sogni di ragazzina. Decisi di fare più attenzione ai deboli. Di quel periodo ricordo anche quella ragazza anoressica che si fece fotografare nuda da Oliviero Toscani, poco prima di morire. Per me fu uno shock».
Ha mai avuto problemi di quel tipo?
«No. Da adolescente un po’ ingrassavo, avevo una meravigliosa quarta di seno, poi sono dimagrita. Ho il fisico di mio padre».
Quello che lei ha definito un latin lover.
«Esatto. A lui, che quando sono nata faceva il vigile urbano, sono sempre piaciute le donne. Tanto. Anche troppo. Quando si sono lasciati mamma aveva 29 anni, lui 33».
E dopo come andò?
«Bene. Mamma voleva una figlia che sapesse assumersi le sue responsabilità anche da bimba. Così se in classe le mie compagne avevano il fiocchetto e i capelli lunghi, io ero vestita da maschietto, con i capelli corti e i pantaloni. Poi quando sono andata al ginnasio e mi sono sviluppata... boom! Avevo un altro corpo e non sapevo più chi ero. Iniziai a nascondermi dentro i maglioni enormi di mio padre. Ci ho messo un po’ a far pace con me stessa».
Sara durato poco.
«No. Ancora oggi non mi vedo particolarmente bella né seducente, non ho mai voluto giocare quella partita. Mi fa ridere che a volte si dica di me che ho partecipato a Miss Italia... Non ci ho mai pensato in vita mia».
Però come le Miss che dicono di aver solo accompagnato l’amica alle selezioni, anche lei ha detto che non voleva fare tv, però le fecero una proposta e quindi...
«Ahahaha... Ha ragione. Ma è vero: ero una smandrappata dei centri sociali che andava a Radio Vaticana con i jeans strappati e una magliettina. Andrea Sarubbi, che quell’anno avrebbe sostituito Lorena Bianchetti alla guida di A sua immagine, la storica rubrica religiosa di Rai1, mi portò al provino quasi a forza».
Ho saputo che è stata in analisi: qual era il problema?
«La femminilità. A 35-36 anni volevo avere una normale vita sentimentale senza sacrificare quella professionale».
Una escludeva l’altra?
«Sì. Più di una volta mi è successo di sentirmi dire dal mio compagno dell’epoca che se volevo un figlio per dieci anni avrei dovuto smettere di lavorare. Assurdo. La terapia mi ha aiutato a capire meglio chi ero e cosa volevo».
Ha rinunciato alla maternità?
«Non è un desiderio che ho da sempre, ma adesso mi piacerebbe tanto. Voglio provarci».
Se non dovesse arrivare, adotterebbe?
«Magari, però...».
Però dovrebbe prima sposarsi?
«Dovrebbe prima cambiare la legge. Credo al matrimonio, anche se le cose bisogna volerle in due».
Quante volte le hanno chiesto di sposarsi?
«Non ho mai ricevuto una proposta, ma oggi ho un compagno di cui sono molto innamorata».
La delusione più cocente?
«La cattiveria, scoperta al primo servizio che nel 2005 feci per A sua immagine. Tornando a casa da Gioia Tauro mi dissero che avevo fatto sesso con il regista. Ti ha fatto troppi primi piani. L’avevo appena conosciuto. Una follia».
Va bene, ma lavorando le è mai successo?
«Non vorrei essere volgare, diciamo che certe cose è meglio farle fuori dal palazzo. Insomma, si può lavorare bene, divertirsi, e nei casi più fortunati anche diventare amici, ma niente di più. Si creerebbero solo casini».
Quando faceva La vita in diretta, però, in Rai girava la voce di una sua relazione con l’allora direttore generale Mario Orfeo, oggi direttore del Tg3.
«Hanno raccontato tante cose, come al solito alimentate dalla solita visione barbara: se un uomo di grandi responsabilità dà fiducia a una donna di sicuro questa è passata dal suo letto. Con Orfeo c’è stato e c’è uno straordinario rapporto professionale e umano. È un fuoriclasse e gli devo tantissimo».
Ci sarebbe anche il cantautore Samuele Bersani, così non ci pensiamo più: conferma?
«Quanti fidanzati, a mia insaputa. Con lui c’è solo un bellissimo rapporto d’amicizia. Non parlando mai di me capisco che le chiacchiere si moltiplichino».
Una ricerca della Ohio State University di Mansfield, in America, dice che gli uomini pensano al sesso in media 18 volte al giorno, le donne 10: lei come è messa?
«Per tanti sarà così, per me è una media troppo alta».
Fra lei e Mara Venier, che la domenica viene prima di lei, che aria tira?
«Normale. Quando mi proposero la domenica pomeriggio io non volevo farla: troppo difficile. Poi accettai per spirito di servizio e subito qualcuno disse che puntavo a Domenica In. Una cazzata. Mi va bene quello che ho. Dovrei avere un ego stratosferico, e non ce l’ho, per pensare di fare uno show così importante».
Adesso in Rai, dopo il voto, cambieranno tante cose: si sta organizzando?
«No. Posso dire però che, chiunque arrivi, farò come ho sempre fatto finora: nessuna moina. E non invaderò di messaggi il telefono dei miei direttori. E se dovessi sbagliare, la responsabilità sarebbe la mia».