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 2022  novembre 13 Domenica calendario

Cause, calunnie e acido sulle auto. Storia dell’affido di un bimbo di tre anni

Una storia triste, con un epilogo ancora più doloroso perché coinvolge un’intera famiglia. Una coppia di genitori si separa, ma niente va liscio: è guerra per un bambino conteso, che ha soli tre anni. E nel dramma privato, che è già approdato in Tribunale dei minori di Roma, c’è un colpo di scena: il nonno materno del piccolo, noto commerciante romano, decide di fare a modo suo e usare le maniere forti. A giugno comincia a perseguitare la consulente nominata dal giudice, ritenuta responsabile di non avere firmato una relazione accusatoria nei confronti del papà del piccolo. Per quattro volte, tra giugno e settembre, versa acido corrosivo sull’auto della donna. Un’altra volta la segue, insieme alla moglie. Viene arrestato in flagranza due mesi fa per atti persecutori, e ora si trova ai domiciliari. Per lui, l’aggiunto Michele Prestipino e la pm romana Alessia Natale hanno chiesto il processo con rito immediato. La nonna del piccolo è soltanto indagata, così come la mamma del bambino, accusata di calunnia e diffamazione nei confronti dell’ex marito.
LA VICENDA
A fronte della forte conflittualità tra gli ex coniugi, il Tribunale è entrato in campo con un decreto, ha affidato il piccolo Marco ai servizi sociali, ma ha lasciato che continuasse a vivere con la mamma. Gli educatori, da giugno, tre volte alla settimana, hanno assistito al passaggio del bambino, consegnato al papà per trascorrere con lui alcune ore in zona neutra e un mese durante le vacanze estive. La consulente, intanto, ha già depositato una prima relazione al giudice, che non ha affatto soddisfatto la mamma e i nonni: «Quello che è scritto nella relazione è una menzogna – ha detto lo scorso giugno la signora all’educatrice – Quello che risulta è che io ho problemi di attaccamento, mentre del padre è emerso solo che fa ritardi. Il problema non è quello».
Il 10 ottobre gli educatori consegnano un resoconto al Tribunale. Dopo le vacanze estive, il bambino è tornato a casa e non vuole più andare con il papà, piange, si dispera, in un’occasione, davanti alle grida di Marco, che si dà schiaffi da solo, è intervenuta la polizia. A fronte di questo comportamento del bambino, la donna ha chiesto un intervento fermo, vuole che gli incontri con il padre siano interrotti, sospetta che l’uomo sia «d’accordo con i servizi sociali». E l’atteggiamento della signora diventa minaccioso anche nei confronti degli educatori.
Quello che sarebbe accaduto proprio dopo la consegna della prima a relazione della consulente del Tribunale è riassunto nella richiesta di giudizio immediato per il commerciante romano settantenne: «Con condotte reiterate minacciava e molestava la consulente, appostandosi nei pressi del suo luogo di lavoro, seguendola per strada in auto e danneggiando con liquidi altamente corrosivi le auto in uso alla donna, generando nella parte lesa uno stato di ansia e paura, un fondato timore per l’incolumità propria e dei suoi familiari, costringendola a modificare le proprie abitudini». La donna ha ovviamente rinunciato all’incarico. E lo scorso luglio ha depositato una querela. Il primo episodio contestato sarebbe avvenuto lo scorso 8 giugno in via Carso, quando il nonno di Marco avrebbe versato sul cofano anteriore e sul tetto dell’auto della Suzuki Ignis della donna, «un liquido azzurro dall’odore acre che ne provocava la sverniciatura». Tra il 4 e il 6 luglio accadeva ancora. L’uomo, per i pm, «danneggiava nuovamente la vettura, versando sulla carrozzeria cofano, sportelli, tetto e portellone) una sostanza che ne corrodeva la vernice».
LA NONNA
Il 19 agosto è entrata in scena anche la nonna di Marco, con la sua auto, lei e il marito, hanno seguito da Roma fino a Santa Marinella la consulente. Il 29 settembre il commerciante viene arrestato in flagranza. L’uomo con il volto coperto da un casco da motociclista, è sotto casa della consulente. Sta per versare altro acido sull’auto della donna ma viene arrestato dalla polizia. «Siamo certi che muovendoci nella legalità i diritti di un padre e di suo figlio saranno tutelati», commenta l’avvocato Federico Sinagra, che rappresenta il papà di Marco.