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 2022  novembre 13 Domenica calendario

Saman, in Pakistan l’ordine d’arresto per i genitori


Val.DiC.
Tempo lettura 2 minuti
Domenica 13 Novembre 2022
IL CASO
ROMA C’è anche un mandato di cattura emesso dal Pakistan su Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori di Saman ricercati dalla Procura di Reggio Emilia con l’accusa di aver partecipato all’omicidio della figlia 18enne che aveva rifiutato un matrimonio combinato. A spiegarlo è stata la direttrice della seconda divisione dell’Interpol, Maria José Falcicchia, nel corso della trasmissione tv Quarto Grado. «Nelle scorse settimane – ha riferito la dirigente – le autorità del Pakistan hanno recepito la fondatezza delle attività svolte in Italia dai carabinieri di Reggio Emilia. Dopo una valutazione molto lunga per un caso complicato anche per loro, e senza precedenti, hanno deciso di fare propria la red notice, ossia la richiesta di arresto internazionale già nel circuito Interpol, delegando le autorità di polizia del Punjab, regione dalla quale proviene la famiglia di Saman».
I FATTI
Shabbar e Nazia sono partiti da Novellara il primo maggio scorso, in direzione Pakistan; mentre di Saman si è persa ogni traccia dalla notte precedente. Nonostante le capillari ricerche delle forze dell’ordine, il corpo non è mai stato ritrovato, ma uno dei cugini ha raccontato che è stato fatto a pezzi e gettato nel Po. Per i genitori di Saman è stato fissato il processo per il 10 febbraio davanti al tribunale di Reggio Emilia, nel quale sono imputati anche Danish Hasnain, lo zio della 18enne, ritenuto l’esecutore materiale e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che dopo essere stati arrestati tra Francia e Spagna si trovano in carcere a Reggio Emilia. Tutti e cinque dovranno rispondere di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere. Qualora i genitori dovessero essere rintracciati e arrestati dalle forze di polizia pachistane, si aprirebbero le trattative per l’estradizione. «L’Italia l’ha già chiesta – ha ricordato la dirigente Falcicchia – Il Pakistan cita un vecchio trattato del 72, ma esiste l’estradizione di cortesia, una consuetudine internazionale che spesso tanti Paesi adottano. Siamo molto fiduciosi per la sensibilità che abbiamo riscontrato dalle autorità pachistane: sono stati due anni lunghi, ma non privi di impegno e di continue attività svolte dall’Interpol e dal nostro esperto di sicurezza presso l’ambasciata in Pakistan».
«Non c’è da aspettarsi un esito positivo alla richiesta di estradizione italiana, per due motivi. In primis, manca un trattato bilaterale tra i due Paesi. In secondo luogo, nel silenzio mediatico, l’Italia non ha concesso al Pakistan nel 2021 l’estradizione di Ahmed Faharan Junejo, arrestato ad Alessandria. Junejo era ed è ricercato da Islamabad (tra i primi 10 nella lista) per avere organizzato una delle più colossali e multimilionarie truffe allo Stato, con la complicità di alti funzionari del Governo. Proprio per questo rifiuto italiano, è improbabile che il Pakistan conceda una estradizione di cortesia», commenta l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali internazionali.