Avvenire, 13 novembre 2022
I nuovi fronti dopo Kherson
Finché non taceranno le armi, l’Ucraina non avrà pace. Abbandonata Kherson, i russi hanno recuperato in un colpo solo 30mila paracadutisti, commando e fanti di marina. Sono i migliori soldati dell’Armata Rossa. Il generale Surovikin, che li comanda, avrebbe offerto al Cremlino uno scambio: cedere Kherson e intensificare gli sforzi nel Donbass.È qui che finirà parte dei 30mila, alimentando il fronte di Bakhmut e del Luhansk. Un’altra aliquota punterà su Zaporizhzia. Altri ancora marceranno a nord-ovest.
Intuendolo, lo Stato maggiore, a Kiev, ha iniziato a blindare il confine con la Bielorussia. Vi sta erigendo un muro che correrà negli oblast di Volyn, Rivne e Zhytomyr, alternando fossati, reticolati di filo spinato e trincee per pattuglie armate. Zelensky teme incursioni improvvise, che distoglierebbero forze preziose da altri obiettivi, molto più immediati: serve cinturare il prima possibile la regione di Kherson, snidando i sabotatori russi che potrebbero frenare l’avanzata lungo la riva settentrionale del Dnepr. Solo così si aprirebbe un corridoio a est, oltre il fiume, verso Nikopol e Zaporizhia. La Crimea verrebbe dopo, se mai arriverà. L’operazione è troppo complessa. I russi hanno fortificato il nord della penisola.
Presidiano palmo a palmo la riva destra del Dnepr. Per sfondare, Kiev dovrebbe sferrare un’enorme operazione anfibia, sanguinosa e fuori dalla sua portata. Al limite, potrebbe aggirare il golfo di Dniprovska e il parco nazionale di Heroiska, a sud, ma i suoi uomini si ritroverebbero presto isolati. Farebbero la stessa fine dei russi di Kherson. La strada per la Crimea è irta di ostacoli: passa da Zaporizhzia e dal Donbass. Vi si dirigeranno le 8 brigate di manovra svincolate dal fronte di Kherson: 50mila uomini gravati dall’obbligo di sbrigarsi. Nella primavera del 2023, entreranno infatti in campo i 200mila riservisti dell’Armata Rossa e il vantaggio numerico ucraino svanirà.
Entro quella data, occorre combattere di 3-4 battaglie decisive. È realistico? Difficile dirlo. Favorita dal clima, Mosca difenderà a spada tratta le conquiste residue. C’è da aspettarsi che intensificherà i raid terroristici contro i civili ucraini, per fiaccare il morale loro e il sostegno occidentale alla guerra.