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 2022  novembre 12 Sabato calendario

Parla Francesca Immacolata Chaouqui

Nelle intenzioni originarie, questa conversazione con Francesca Immacolata Chaouqui avrebbe dovuto iniziare con le clamorose rivelazioni di Maria Giovanna Maglie – Chaouqui e MGM sono grandi amiche e basta questo – nel suo libro sul mistero di Emanuela Orlandi. Ma in quel lasso di tempo in cui l’intervistatore si accomoda e si guarda intorno ed esclama “Belli quei due armadi”, la Papessa si alza e apre entrambi i mobili: “Sono due spezieri del Cinquecento, servivano per portare le spezie in Vaticano”. Dentro, sui ripiani, sono disposte bottiglie di superalcolici e bicchieri di vario tipo. “La mia passione sono i cocktail. Ne ho anche inventato uno: l’ho chiamato Papessa, liquirizia, gin e un ingrediente segreto”. Appunto. Siamo nella sede di View Point Strategy, l’agenzia di comunicazione e lobbying fondata da Chaouqui nel 2015 a Roma.
Un cocktail Papessa, lei continua a marciarci.
Io resto una strega per molti e così ho fatto di necessità virtù: cavalco il mio soprannome.
Lei ha un bar negli spezieri, non dossier. È l’occorrente per un vero salotto.
Questo è un salotto.
Salotto salotto come s’intende nella Roma del potere?
Sì e lei c’è seduto sopra.
Onorato. E chi si è seduto di recente?
Se glielo dicessi non sarei più famosa per custodire bene i segreti.
Segreti politici sul nuovo governo?
Anche, ma non dico nulla.
Lei è di destra.
Ho votato la candidata di FdI all’uninominale e la Lega al proporzionale. Credo nei valori della destra e mi è piaciuto quando Lorenzo Fontana (presidente della Camera e leghista, ndr) ha ringraziato il papa.
Fontana l’omofobo.
Ma cosa vuole dire omofobo? Fontana dice altro. Cioè che se i maschietti non possono partorire è un fatto naturale. Il Pd perde perché è radical chic e parla ormai solo di diritti civili, ha dimenticato il lavoro, l’articolo 18.
In ogni caso Bergoglio è più accogliente della destra.
Cazzate.
Cazzate?
Un conto è la dottrina, un altro la misericordia. Io sono contro l’aborto, ma se qui arriva una donna che ha abortito e mi chiede dei pannoloni, la aiuto.
Ho capito. Lei coniuga carità e lobbismo.
Ho una Onlus, Ripartiamo, che è ancora in Ucraina nonostante non ci sia più nessuno. Un deserto.
Vuol dire che non c’è più nessuno che aiuta?
Sì. La guerra non è più mainstream, le altre organizzazioni umanitarie vanno altrove, dove ci sono le telecamere.
Meloni è atlantista.
Giorgia deve costruirsi come leader del Mediterraneo, deve fare come Andreotti, che era atlantista ma senza essere servile con gli Stati Uniti.
Lei conosce Giorgia?
Certo e l’apprezzo tantissimo. Da lobbista, sarò ambasciatrice di vari temi: l’accesso al credito per i più giovani, un utilizzo umanista dei fondi del Pnrr per il digitale, una scuola attrezzata per accogliere i bimbi con un’intelligenza superiore, che invece vengono emarginati.
Il Sistema sembra aver accolto bene la premier.
Ma per fare la sua rivoluzione Giorgia deve snellire la burocrazia, e non sarà facile perché conosco il Sistema, sostituire le competenze e fare le riforme. Ci sarà resistenza, ma in Vaticano ci sono riusciti.
Già, il Vaticano.
La Curia e gli altri enti sono stati riformati. Il nostro lavoro alla Cosea (la commissione voluta da Francesco nel 2013 per riformare il governo delle finanze della Santa Sede, ndr) non è stato vano.
E qui veniamo alle rivelazioni di Maglie nel suo libro su Orlandi, Addio Emanuela.
Maria Giovanna è una mia amica, per la prima volta ha messo in ordine le piste e i depistaggi di questo caso.
La conclusione è clamorosa: monsignor Vallejo Balda, condannato con lei per Vatileaks 2, avrebbe portato in Spagna la documentazione relativa alle spese che il Vaticano avrebbe sostenuto a Londra per mantenere la ragazza quindicenne dal 1983, l’anno del rapimento, fino al 1997, l’anno della sua morte.
È una conclusione logica, clamorosa come dice lei, e che non può essere smentita.
Può aggiungere dei dettagli?
Il papa non mi ha mai sciolto dal vincolo del segreto di commissario della Cosea.
Però Francesco sa che è morta. Nel libro si ricorda la frase del papa ai familiari di Emanuela: “Sta in cielo”.
Francesco sa solo questo. Credo non sia in grado di poter dire dov’è sepolta oppure dov’è l’urna con le ceneri. Però la mamma di Emanuela dopo 39 anni ha il diritto di sapere dove si trova la tomba della figlia.
È stata lei a presentare alla famiglia Orlandi l’avvocato Laura Sgrò.
Sì, e so che in Vaticano c’è la disponibilità degli organi giudiziari a fare altre ricerche. Ma ci vorrebbe anche una commissione parlamentare d’inchiesta, come quella su David Rossi del Monte dei Paschi di Siena.
Lei conosceva bene anche Vallejo Balda. Maglie scrive che era gay.
Sì, era una specie di demonio, ma tante cose le ho sapute solo dopo.
Però i giornalisti di Vatileaks 2 glieli presentò lei.
Se quello che era il mio capo nella Cosea mi chiedeva una cosa, io che potevo fare?
Torniamo a Emanuela: Maglie accredita la pista della Banda della Magliana: il rapimento per riavere i soldi investiti nello Ior di Marcinkus e nell’Ambrosiano di Calvi. Lei nella Cosea ha affrontato la riforma dello Ior.
È stato un bagno di sangue. Ma resta il problema dell’Obolo di San Pietro.
Mi sembra di intravvedere il profilo del suo nemico, il cardinale Becciu. Francesco l’ha riabilitato.
Un’altra cazzata. Ha solo partecipato a una messa, niente di più.