Corriere della Sera, 12 novembre 2022
La Francia pattuglia 12 valichi ai confini con l’Italia
Gli agenti francesi fermano le auto e controllano i treni alla frontiera, con l’intenzione di bloccare quanti più migranti possibile e rimandarli in Italia. È la ritorsione annunciata giovedì sera dal ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin in risposta al rifiuto italiano di fare attraccare la Ocean Viking, e subito applicata a partire da ieri.
Cinquecento poliziotti e gendarmi supplementari sono dispiegati in «oltre una dozzina» di punti di passaggio tra Francia e Italia, dicono le autorità francesi. «Si tratta di controllare le stazioni ferroviarie, le strade secondarie, in particolare nei pressi di Mentone, ma anche Sospel o Breil-sur-Roya (nelle Alpi Marittime), le autostrade e in particolare la A8, i pedaggi e le aree di servizio», precisa la Direzione generale della polizia nazionale (DGPN).
Alla stazione ferroviaria di Mentone, la prima in territorio francese provenendo da Ventimiglia, ogni treno verrà controllato a lungo «giorno e notte e sette giorni su sette», dice il commissario Emmanuelle Joubert che dirige la Polizia di frontiera francese nelle Alpi Marittime.
Al posto di polizia di Saint-Louis, sulla strada di Mentone, i poliziotti francesi consegnano agli italiani i migranti a cui è stato rifiutato l’ingresso in Francia, e ieri pomeriggio una dozzina di persone senza documenti regolari è stata respinta dalla Francia e ha dovuto riattraversare la frontiera a piedi verso l’Italia.
Il presidente Emmanuel Macron, in occasione del «forum per la pace» organizzato ieri a Parigi, ha evocato in modo generico la questione migratoria dicendo che «in questo momento in Francia c’è un dibattito importante, che però non sarà mai risolto se non avremo una vera organizzazione europea che funzioni. La cooperazione internazionale è necessaria».
Se Macron non è entrato nel merito dello scontro con l’Italia, il suo governo continua a considerare inaccettabile e contrario alla solidarietà europea il comportamento dell’esecutivo italiano, e ieri questa linea è stata ribadita dalla segretaria di Stato agli Affari europei, Laurence Boone: «C’è una rottura di fiducia, perché abbiamo assistito a una decisione unilaterale che mette molte vite in pericolo e non è conforme al diritto internazionale». «I trattati si applicano oltre la vita di un governo», ha aggiunto Boone, alludendo al Trattato del Quirinale per una cooperazione rafforzata tra Francia e Italia firmato nel novembre 2021 e anche all’accordo per la ripartizione dei migranti che era stato trovato nel giugno scorso, su impulso della presidenza francese dell’Ue.
La Francia ha deciso di sospenderne l’attuazione rifiutando di accogliere i 3.500 migranti previsti, e Parigi ha chiesto ai partner europei di fare altrettanto, parlando esplicitamente di isolare l’Italia. La Germania però per adesso sembra intenzionata ad applicare ancora il meccanismo – «Rispetteremo gli impegni di solidarietà finché lo fa Roma» – e anche la Spagna sembra decisa a continuare sulla stessa strada: il meccanismo di far sbarcare i migranti nel porto sicuro e poi trasferirli «ha funzionato bene finora», ha detto il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares.
Roma chiede di aggiungere il tema dei migranti in coda all’agenda del Consiglio Ue di lunedì, in attesa che l’Europa convochi una riunione specifica su questo tema. L’incontro per una nuova iniziativa europea potrebbe svolgersi anche solo a livello tecnico, ma non è esclusa la partecipazione dei ministri dell’Interno, e dovrebbe tenersi prima del Consiglio affari interni previsto a inizio dicembre.