La Terza Guerra Mondiale Luca Ciarrocca maggio 2022 Chiarelettere editore srl 368 pagine, 12 novembre 2022
La vicenda degli F-35. Spiegata bene
Cerchiamo di capire quanto costano agli italiani le bombe atomiche degli Stati Uniti che custodiamo nelle basi di Ghedi e Aviano, e gli aerei che servono per sganciarle. L’Osservatorio Mil€x ha calcolato che le spese direttamente riconducibili alla presenza di testate nucleari Usa nelle due basi militari siano tra i 50 e i 100 milioni di euro l’anno, a cui vanno aggiunti i costi diretti e indiretti parcellizzati di acquisto e di mantenimento dei novanta cacciabombardieri F-35, attrezzati per le operazioni di addestramento alle missioni nucleari, che l’Italia si è impegnata ad acquistare e a farsi consegnare nei prossimi anni dagli Stati Uniti.
A fine del 2019 arrivò il «sì» di Roma al programma pluriennale Joint Strike Fighter della Nato. Cioè appunto gli F-35, che non è azzardato definire il programma di armamento più famoso in Italia, e quello nel complesso più costoso [5, vedi nota] Sono gli aerei che dovrebbero essere utilizzati, se scoppiasse una guerra nucleare tra Russia e Nato, per trasportare e sganciare le bombe atomiche B61-12 custodite a Ghedi e Aviano. Se ne cominciò a parlare nel lontano 2002, per arrivare nel 2007 a un memorandum of understanding per le fasi di produzione e industrializzazione firmato nel corso della XV legislatura, quando presidente del Consiglio era Romano Prodi, sostenuto da una maggioranza di centrosinistra. All’inizio a Roma venne ipotizzata una flotta italiana di 131 caccia Lockheed Martin F-35 Lightning, quasi equamente suddivisi tra la versione base e quella a decollo corto e atterraggio verticale. Le decisioni furono confermate dal governo successivo, il Berlusconi IV, quando arrivò la luce verde dal Pentagono per una linea di assemblaggio del velivolo (denominata Faco) nell’aeroporto militare di Cameri (Novara).
Nell’aprile del 2009 le commissioni Difesa di Camera e Senato approvarono (con pochissimo dibattito parlamentare sottotraccia) il costo totale del programma di acquisto dei cacciabombardieri a doppia capacità tattica e nucleare: 13,5 miliardi di euro. Complice anche la crisi economica, secondo Vignarca, la campagna pacifista contro l’acquisto dei caccia americani portata avanti in Parlamento soprattutto dal Movimento 5 Stelle (che era all’opposizione) ricevette parecchia visibilità mediatica e trovò consensi in ampie fasce della società civile. Nel marzo del 2012 l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, ex capo di stato maggiore ed ex presidente del comitato militare della Nato, nella veste di ministro della Difesa con il successivo governo tecnico di Mario Monti – dopo la cacciata di Berlusconi e in piena crisi economica per via dei drastici tagli al bilancio imposti dalla Banca centrale europea (presidente: Mario Draghi) –, decise di ridurre il numero degli F-35 da 131 a 90.
La storia di questo aereo a doppia capacità tattica e nucleare ha una valenza simbolica in termini di spesa militare italiana, dipendenza assoluta dalla Nato nonché zero flessibilità e autonomia del governo di Roma rispetto alle decisioni di Washington. L’F-35 ha continuato ad accumulare problematiche tecniche infinite, costi crescenti e ritardi di produzione, al punto che lo stesso Pentagono a fine del 2020 è stato costretto a metterne in «pausa indefinita» la fabbricazione, ormai giunta alla sua fase consolidata, seppure con un ritardo di quasi cinque anni rispetto ai piani originali.
5 Secondo la scheda tecnica, il Lockheed Martin F-35 Lightning II è un aereo americano da combattimento multiruolo, monoposto, monomotore, stealth, destinato a svolgere missioni sia tattiche sia di attacco, con una velocità massima di Mach 1,6. È anche in grado di fornire capacità di guerra elettronica e di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Lockheed Martin è l’appaltatore principale degli F-35, e tra i suoi partner ci sono altri due colossi degli armamenti, Northrop Grumman e Bae Systems. Il velivolo ha tre varianti: l’F-35A a decollo e atterraggio convenzionale (Ctol), l’F-35B a decollo corto e atterraggio verticale (Stovl) e infine l’F-35C per portaerei (Cv/ Catobar).