Corriere della Sera, 11 novembre 2022
Criptofinanza, un collasso miliardario
Se sarà la Lehman della criptofinanza lo capiremo presto. Ma dietro il collasso di Ftx, quarta maggiore piattaforma di trading di criptovalute come Bitcoin o Ethereum, ci sono gli ingredienti di uno choc che propaga il contagio ben oltre quel mondo chiuso e opaco.
L’innesco è arrivato dal rifiuto di Binance, una piattaforma rivale, di salvare Ftx dopo che quest’ultima ha bloccato i riscatti dei depositanti. Almeno cinque miliardi di dollari sono spariti in quel buco nero che è oggi Ftx. La piattaforma è sull’orlo del fallimento, dopo aver bruciato decine di migliaia di investitori. Ora il suo fondatore, il trentenne perennemente in shorts Sam Bankman-Fried, smetterà di fare donazioni ai politici o di invitare a pagamento Bill Clinton, Tony Blair alle sue convention nella sede delle Bahamas. Non avrà più un patrimonio personale valutato in 24 miliardi di dollari generato dai bit immateriali delle criptovalute.
Piuttosto, Bankman-Fried dovrà rispondere alle stesse domande che i regolatori finanziari americani rivolsero anni fa a Bernie Madoff. E questi ultimi dovranno spiegare perché le pongono solo oggi, quando è troppo tardi.
Il sospetto è che Bankman-Fried abbia trasferito miliardi dei suoi clienti a supporto di Alameda Research, la sua società di investimento, per tappare i buchi dei suoi investimenti. E lì ha perso tutto. Con lui perdono qualcosa anche i grandi nomi della finanza americana che avevano messo denaro nella sua azienda, da BlackRock, a Sequoia.
Ma la storia di cui Bankman-Fried è solo una pedina è il collasso delle criptovalute. Nell’ultimo anno il loro valore di mercato è crollato da oltre 2.800 a 827 miliardi di dollari. La fine di un’era di espansione monetaria della Federal Reserve sta rivelando, come dice Warren Buffett, chi stava nuotando senza costume. O pretendeva di regnare in shorts sulla finanza più virtuale e speculativa.