la Repubblica, 11 novembre 2022
Le criptovalute rischiano una Lehman
Quattordici anni fa i protagonisti vestivano abiti di sartoria e si muovevano con discrezione a William Street, nel distretto finanziario di Manhattan. Ora indossano pantaloni corti da barca, scrivono su Twitter e hanno il quartier generale alle Bahamas. Ma il risultato non cambia: puoi fare tutte le transazioni che vuoi, a un certo punto qualcuno reclama i soldi veri e si apre la voragine. Il mondo della moneta digitale sembra arrivato davanti a un “Lehman Brothers moment”, il crack finanziario del 2008 che ridusse sul lastrico milioni di risparmiatori.
La violenta crisi di liquidità di Ftx, una delle maggiori piattaforme di scambi di criptomoneta, con un buco da 8 miliardi di dollari, si è aggravata dopo che la compagnia rivale, Binance, chiamata in soccorso, ha cancellato l’offerta di acquisto, e lo ha fatto con parole pubbliche che sembrano incise su una lapide: «I problemi sono al di là del nostro controllo e della capacità di aiutare». Ora indagano le autorità Usa, ma tutto è cominciato a inizio novembre quando la rivista online Coindesk aveva gettato ombre sulla solvibilità di una società amministrata dal fondatore di Ftx, Sam Bankman- Fried, a causa di debiti da 8 miliardi garantiti da un token della piattaforma Ftx, chiamato Ftt. Nel giro di un weekend la moneta ha perso il 12% del suo valore, gli investitori hanno cominciano a ritirarsi. Altri giorni e la moneta ha perso il 75 per cento, scivolando da 22 a 2 dollari, e provocando la svalutazione di criptovalute come ethereum e bitcoin. Ieri la quotazione è risalita di un dollaro, ma la volatilità resta estrema.
Da giorni negli ambienti finanziari si chiedono se ci sia un nuovo caso Lehman Brothers. Stavolta riguarda il mondo immateriale da cui un vecchio lupo di Wall Street come Warren Buffett si è sempre tenuto alla larga. La moneta di Ftx non viene accettata negli investimenti in Borsa, ma la bancarotta della piattaforma potrebbe provocare effetti a catena, come nel 2008. Il “Lehman Brothers” digitale sembra più un enorme cartone animato popolato di personaggi estremi, dai nomi evocativi, come lo stesso ceo di Ftx Sam Bankman-Fried, che tradotto letteralmente sarebbe Sam “Banchiere fritto”, 30 anni, capelli arruffati, short da barca, patrimonio personale di quindici miliardi di dollari che, però, secondo Bloomberg, sarebbe svanito nelle ultime settimane. Nel mondo finanziario è chiamato SBF, dalle iniziali del nome.
Anche il suo grande rivale non è da meno: Changpeng Zhao, detto CZ, un miliardario cinese che ha creato Binance, piattaforma di moneta digitale senza quartier generale, ma entrato in collusione con molti Stati per aver infranto i regolamenti finanziari. Il primo ha chiesto aiuto al secondo. Il secondo ha detto prima “vediamo”, poi è uscito dagli azionisti per rispondere infine “no, grazie”.
Nel 2008 i vertici di Lehman non rispondevano più al telefono. Oggi il fondatore di Ftx scrive su Twitter ai suoi 900 mila follower e dice: «Come Ceo sono io il responsabile di tutto, e chiaramente ho sbagliato. Scusatemi». Per poi aggiungere un altro post: «Sono fottuto, avrei dovuto fare meglio». Un anno fa questo nuovo guru si era vantato di avere i soldi necessari per acquistare Goldman Sachs, e la cosa aveva inquietato migliaia di dipendenti della banca d’affari. Adesso possono dormire sonni tranquilli, se non hanno investito nella moneta di Sam.