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 2022  novembre 10 Giovedì calendario

Fetterman

Phoenix John Fetterman ride. «Non sono sicuro di... cosa dire, caspita». Ogni sua frase, nelle ultime settimane, era stata ascoltata scuotendo lievemente la testa da commentatori, colleghi e alleati che si chiedevano: riuscirà a convincere gli elettori che, dopo un ictus e, pur non riuscendo ad esprimersi come prima, è in grado di diventare senatore della Pennsylvania? Ora a Fetterman mancano le parole, ma è giusto così. Ha vinto, ha gli occhi lucidi e a Pittsburgh è circondato dai suoi sostenitori. «Sì, voglio dire… sono onorato. Grazie davvero. È l’1.30 del mattino e siete ancora qui. Abbiamo lanciato questa campagna quasi due anni fa e abbiamo il nostro slogan, “ogni contea, ogni voto” … E stasera… è per questo che sarò il prossimo senatore degli Stati Uniti dalla Pennsylvania». Ringrazia papà e mamma, che lo hanno finanziato quando vent’anni fa diventò sindaco di Braddock, comune di Pittsburgh Est, devastato dal declino dell’industria dell’acciaio, e non riuscendo ad avere l’appoggio del consiglio comunale sui suoi progetti, fondò una organizzazione no-profit coi soldi dei genitori, per lo sviluppo della cittadina. «Dov’è Gisele?», chiede poi il futuro senatore: moglie e figli lo raggiungono sul palco. Nata in Brasile e immigrata a 7 anni, Gisele sei mesi fa gli ha salvato la vita, capendo che John stava avendo un ictus. Solo a questo punto Fetterman legge il suo discorso, le sue promesse «per ogni piccola cittadina che si è sentita lasciata indietro, per ogni posto di lavoro perduto, per ogni industria chiusa, per proteggere il diritto alla scelta delle donne (l’aborto si è rivelata una priorità per gli elettori di questo Stato ndr), per aumentare il salario minimo, per l’unione sindacale, per la salute che è un diritto umano, per l’opposizione all’avidità delle corporation, per produrre più cose in America e in Pennsylvania e per difendere la nostra democrazia».
È un trionfo personale: il gigante tatuato in bermuda e felpa con cappuccio ha battuto il patinato Dottor Oz della tv. Ed è stata anche una guerra per procura tra Joe Biden e Donald Trump, che ha sostenuto sia Oz che, per il seggio di governatore, il «negazionista» e nazionalista cristiano Doug Mastriano, che ha perso con un margine ancora più ampio. L’ex presidente riporta una sonora sconfitta in Pennsylvania, l’unico Stato in bilico in cui Biden, nonostante il basso tasso di approvazione, si è recato più volte in questa campagna elettorale. L’unico per ora a cambiare «colore» per il Senato, passando da repubblicano a democratico.
Per ogni posto di lavoro perduto, per il diritto delle donne e per il diritto alla salute, per produrre più cose in America e difendere la nostra democrazia
Fetterman, spiega il corrispondente politico del New York Times Shane Goldmacher, è un unicorno: un raro candidato che funziona nelle città multietniche e nei sobborghi benestanti e istruiti, ma non spaventa i bianchi working class. Per vincere, ha seguito la via segnata da Biden nel 2020 (ottenendo margini maggiori del presidente): ha spezzato il controllo dei repubblicani sull’elettorato bianco, conquistando qualche contea rossa ma soprattutto riducendo il vantaggio dei repubblicani senza annullarlo in altre. Ci è riuscito ascoltando l’elettorato bianco sia in città che nelle zone rurali che lo hanno aiutato a vincere a valanga nelle primarie. Un elettorato che un tempo votava democratico, poi è diventato competitivo, finché Trump lo ha trascinato con sé, puntando sul senso di esclusione dalla visione «arcobaleno» di una sinistra multietnica ma elitista. La sconfitta di Hillary Clinton nel 2016 ha mostrato che senza quelli che lei definì i «miserabili» è difficile entrare alla Casa Bianca.
I repubblicani lo hanno colpito per le posizioni progressiste sulla riforma della giustizia criminale e sui cambiamenti climatici, ma soprattutto cercando di spogliarlo dalla sua aura working class. Con la testa rasata e il pizzetto, questo 53enne grande, grosso e bianco non appare e non parla come il solito politico democratico. Alla fine l’ictus, anziché sconfiggerlo, ha mostrato la sua umanità e ha reso più potente la sua promessa di aiutare chi «cade» e ha bisogno di aiuto per rialzarsi. Perché è successo anche a lui.