la Repubblica, 10 novembre 2022
La crisi divide l’Europa in ricchi e poveri
L’inflazione oltre la soglia del 10 per cento pesa soprattutto sui più poveri. È dal 2006, calcola la Banca Centrale Europea, che non si rilevava una distanza così ampia tra il 20 per cento più ricco e il 20 per cento meno abbiente della popolazione. Il gap a settembre aveva raggiunto quasi 2 punti percentuali, fino a un anno fa oscillava al massimo dello 0,25% al rialzo o in ribasso. E in Italia, secondo l’Istat (che non suddivide la popolazione per fasce di reddito, ma per quinti di spesa) la distanza tra il 20% più ricco e quello più povero è doppia, arriva ormai al 4%. Chi ha una minore disponibilità economica è costretto a spendere una quota maggiore del proprio reddito per il cibo e le bollette ed è così maggiormente penalizzato dall’inflazione. E quindi il 20% più povero nella Ue ha già ampiamente eroso i propri risparmi (il tasso è sceso del 6,4%) mentre il 20% più ricco ha ancora un’ampia disponibilità, con un tasso del 39,3%. Ecco perché, conclude la Bce nel Bollettino mensile, è importante che gli interventi a sostegno delle famiglie siano mirati, e non a pioggia. Il 14% delle famiglie povere ormai non riesce più a pagare le bollette, contro il 4% delle famiglie abbienti.