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 2022  novembre 10 Giovedì calendario

Le fatiche tedesche nel mercato cinese

Nel 2020, le case automobilistiche tedesche detenevano il 24% del mercato auto cinese; quest’anno la quota si è ridotta al 19%, ha sottolineato una recente analisi del think-tank Merics. Il calo è più di un campanello d’allarme: è una tendenza che può cambiare le caratteristiche dell’industria tedesca. E di quella europea. È che i gruppi Volkswagen, Bmw e Mercedes-Benz hanno scommesso moltissimo sulla presenza nel gigante cinese e, ora che la situazione si è fatta difficile, non si ritirano, anzi rilanciano e si giocano la camicia. Cosa di non poco conto: il settore auto allargato conta per quasi il 10% del Pil tedesco, per il 40% della spesa in Ricerca & Sviluppo del Paese e dà lavoro a 800 mila persone. Una crisi seria nel comparto non potrebbe che riverberare sul resto dell’Europa, in particolare sulle regioni dell’Italia del Nord, molto integrate con l’economia tedesca. Il mercato cinese è oggi il cuore delle auto elettriche (Ev), il più sviluppato: il 55% delle automobili nuove mosse nel mondo da una batteria viaggiano sulle strade della Cina. Esserci è essenziale per l’automotive tedesco: tra il 2015 e il 2020, vi ha aumentato gli investimenti del 65%, a un totale di 33,6 miliardi di euro, nota Merics (Mercator Institute for China Studies di Berlino). Ciò nonostante, la concorrenza dei produttori cinesi e le tensioni geopolitiche hanno creato un ambiente difficilissimo. Per dire, il gruppo Volkswagen aveva, nel 2021, complessivamente l’11,3% del mercato auto cinese ma solo il 3,7% delle vendite di Ev. Tra i primi 12 produttori di auto elettriche in Cina per quote di mercato, dieci sono cinesi: gli altri due sono una joint-venture di General Motors e Tesla; non ci sono tedeschi. Volkswagen, Bmw e Mercedes-Benz reagiscono investendo di più, non ritirandosi. Forse è un obbligo, ma i rischi sono notevoli: la concorrenza, il sostegno del governo di Pechino alle imprese locali, il furto di brevetti e soprattutto la geopolitica. Nei giorni scorsi, il cancelliere Olaf Scholz è stato in Cina per sostenere le imprese tedesche. Ma se Pechino muovesse, in particolare con l’esercito, per portare Taiwan sotto il suo controllo, gli investimenti fatti dagli occidentali sarebbero massacrati da una Ucraina.2. Merics ricorda che Renault nel 2021 vendeva il 18% delle sue auto in Russia e nel 2022 ha dovuto cedere le attività per un rublo.