Corriere della Sera, 10 novembre 2022
Vanessa Ferrari ha avuto problemi alimentari
Solidale, «per nulla sorpresa». Vanessa Ferrari, Nostra Signora della ginnastica, ha letto le denunce, ascoltato i racconti degli abusi e delle umiliazioni legate al peso (quasi tutti del mondo della ginnastica ritmica, ma l’artistica non è esente dal problema) e poi ha scelto i social per dire la sua. E riraccontare la storia di una delle ginnaste più longeve (Vani compie 32 anni oggi, auguri), passata attraverso un numero incredibile di medaglie (fino all’argento di Tokyo), quasi altrettanti infortuni e un buco nero nel mezzo. Siamo nel 2008, Ferrari era all’apice della carriera, si preparava all’Olimpiade di Pechino dove, disse al Corriere, «siamo arrivate troppo magre». Lei «mangiava e vomitava, il peso era diventato un incubo. Quando sono iniziate le Olimpiadi avevo paura del peso e non delle gare».
Oggi, quindi, è impossibile non tornare ad allora. «Conosco perfettamente questi aspetti – scrive infatti su Instagram —, l’ho detto più volte, come tanti altri ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari, all’età di 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona e grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire. Quindi invito chiunque ne soffra a farsi aiutare». Ecco perché quando ha sentito delle denunce delle ginnaste «non sono rimasta sorpresa. All’alba dei 32 anni, di cui 25 nella ginnastica, voglio dire che ho vissuto tante esperienze positive ma anche tante negative».
Vanessa, l’ha ripetuto spesso, ha fatto «da apripista». È anche grazie ai suoi risultati e ai suoi problemi che i metodi di allenamento sono cambiati. Lei non ha mai abbandonato il suo allenatore (e ct della Nazionale) Enrico Casella, il loro rapporto si è evoluto negli anni e quando smetterà resterà a lavorare con lui. «Poi sta all’intelligenza dell’allenatore, alcuni negli anni non hanno saputo cambiare», diceva un anno fa. E oggi ribadisce: «Durante la mia carriera fortunatamente ho vissuto anche cambiamenti nel mio ambiente e mi spiace che ancora oggi ci siano luoghi dove si verificano questi orrori. Crediamo a quello che è stato denunciato e siamo vicini a tutti voi, lo sport è fatto di sacrifici e di rinunce ma prima di tutto, prima di qualsiasi risultato, vengono le persone e la loro salute. Faccio appello all’umanità perché penso che debba esserci un confine netto tra severità e cattiveria».
La testimonianza di Vanessa è di un’atleta che ha fatto pace con il passato: «Non demonizziamo la ginnastica, è un mondo magnifico, ma complesso, sta a noi proteggerlo».