La Stampa, 9 novembre 2022
Roberto Saviano contro Meloni e Salvini
Roberto Saviano, è riesplosa l’emergenza migranti.
«L’emergenza migranti non è un’emergenza invasione, ma un’emergenza razzismo, un’emergenza diritti umani. Chi parla di emergenza invasione o ha problemi a leggere i numeri oppure fa propaganda anti immigrato in maniera del tutto strumentale. E comunque danneggia il Paese anche economicamente».
Ha un pregiudizio contro il nuovo governo?
«Se ci concentriamo sulle vere emergenze, ovvero razzismo e diritti umani, ci accorgiamo che le contraddizioni e i distinguo riguardano quasi tutti i partiti. La destra però ha la ferocia che solo la spensieratezza degli ignoranti può concepire».
E la sinistra?
«Tace. Il centro-sinistra ha il piglio dell’amministratore del potere e rifugge ogni questione che considera divisiva, perdendo consenso, elettori e faccia».
Anche Conte è così?
«Il Movimento 5 Stelle scansa ogni questione internazionale (eccezione fatta per la guerra in Ucraina) quindi sull’immigrazione ha poco da dire. E, considerata l’esperienza del Conte I, forse non è un male: meglio il silenzio di definizioni come taxi del mare».
Mentre le imbarcazioni della guardia costiera portano a terra i naufraghi, le navi delle Ong vengono considerate delle navi pirata.
«Propaganda sovranista. Le Ong salvano un decimo degli immigrati che via mare raggiungono le coste italiane. Il fatto è che Salvini è una persona intellettualmente basica».
Non mi è chiaro.
«Per lui il ragionamento è semplice: migranti stranieri portati in salvo da navi straniere, ergo stranieri al quadrato e raddoppio del consenso. Poi questa "basicità" genera morte e disperazione, oltre a gettare vergogna sul nostro Paese. Ma a lui cosa interessa? Ha capitalizzato».
La linea del governo è stata: aiutiamo solo i più fragili.
«La linea del governo è stata inaccettabile. Una selezione su base discrezionale. Donne e bambini da un lato, uomini dall’altro. E chi determina la fragilità? Con che parametri?».
Medici, magari.
«Ma figuriamoci. Per altro mi chiedo: chi ha operato la selezione come si è sentito mentre decretava che l’inferno finiva per qualcuno e continuava per altri? Madri e figli separati. Questi ministri hanno invaso il Quirinale con le loro famiglie, ci hanno tenuto a far vedere agli italiani che per loro la famiglia è tutto, e ora che fanno? Separano famiglie? E allora l’unica famiglia a cui tengono è la propria. E anche questo è un concetto pericoloso che a me ricorda altre famiglie».
Il ministro Piantedosi ha definito "carico residuale" i migranti che non venivano fatti sbarcare.
«Una definizione che descrive il personaggio e la sua colossale inadeguatezza al ruolo. Pur di fare carriera ha scelto di fare il pupazzo Rockfeller di Salvini».
Il corvo ventriloquo star della tv anni ’80?
«Lui».
Piantedosi sostiene che l’Italia si sta comportando con umanità e fermezza.
«Il ministro è destinato a vedere i suoi decreti bocciati dalla Corte Costituzionale. Può sostenere ciò che vuole, la libertà di parola non è mai in discussione, però quando le parole si fanno leggi e sono incompatibili con la Carta, allora puoi continuare a gridarle, ma restano menzogne».
Salvini dice che i viaggi dei migranti sono organizzati e vanno stroncati.
«Salvini dice stupidaggini e le dice con la leggerezza di chi non pagherà mai pegno. Gli ricordo che è imputato per sequestro di persona e rischia quindici anni di reclusione, per fatti analoghi a quelli cui sta forzando il povero Piantedosi».
L’Europa ci ha voltato di nuovo le spalle?
«L’Europa è disomogenea, al suo interno ci sono anche capi di Stato cari al Signor Presidente Meloni. Mi riferisco a Orban, che per percorrere caparbiamente la strada della linea dura sull’immigrazione, ha condannato l’Ungheria a una penuria di forza lavoro devastante».
Anche il Papa chiede solidarietà a Bruxelles. E la destra lo rivendica.
«Credo che questa destra abbia un serio problema di comprensione dei testi letti, dei discorsi ascoltati e anche dei sistemi di calcolo. Può strumentalizzare quel che vuole, resta il fatto che dobbiamo salvare, accogliere, integrare, regolarizzare e introdurre al più presto lo ius soli (culturae, scholae, lo chiamino come vogliono). Va fatta ora».
Lei sembra ossessionato dalla destra. Alla fine sono sbarcati tutti.
«Decisamente no. Dove sono rispettati i diritti fondamentali delle persone più fragili e più esposte, le cose funzionano meglio per tutti. Dove questo non accade, ci sono enormi problemi e tensioni sociali. Ma secondo lei il modo in cui viene affrontata la questione migratoria e la ferocia con cui vengono trattati i percettori di reddito di cittadinanza non sono forse le due facce di una stessa medaglia?».
Vede? Un’ossessione.
«Piuttosto a destra sono ossessionati dalle ossessioni. Basti pensare al ministro della cultura che parla ancora di egemonia culturale della sinistra. Hanno paura del mondo perché lo conoscono poco e per questo diventano aggressivi».
A furia di usare questi toni rischia tre anni di reclusione per diffamazione aggravata.
«Rischio tre anni di carcere perché ho risposto in maniera dura a chi dice: i naufraghi vanno lasciati in mare, al più riportati nei campi di concentramento libici. Il Papa ha parlato anche della Libia, però in quel caso la destra non lo ha ascoltato».
Che effetto le fa che a portarla davanti ai giudici siano Meloni e Salvini, la premier e il vice-premier?
«Fiero per tutto il fastidio che gli do. Ai loro livelli si querela quando non se ne può più, quando si crede di doverne intimidire uno – magari con più visibilità – per intimidirne cento».
Non sembra intimidito.
«Non lo sono. La prima cosa che mi dicono amici e colleghi quando leggono queste notizie è: lo sai che ti bloccheranno tutti i progetti? Ma io mi sono formato in un’altra epoca. Pannella mi diceva sempre: non puoi esserci a metà. O dentro o fuori. Il mio corpo e la mia voce sono a disposizione di chi viene trattato come carne da macello».
Perdoni se torno a Meloni e Salvini. A Piazza Pulita li chiamò «bastardi».
«Rivendico la mia indignazione e il mio più profondo disprezzo verso chi, di fronte a un naufragio, non dice che le vite umane vengono prima di ogni strumentalizzazione o percorso politico più o meno severo, inflessibile, feroce, da Papeete o da pacchia finita».
Bastardi è violento.
«I blocchi navali sonno violenza. Gli affondamenti, nelle loro bocche, si sono via via trasformati in un "modo di dire", in "una provocazione". Ma quale essere umano riuscirebbe mai a pronunciare simili parole quando in mare muoiono persone?».
Ridirebbe "bastardi"?
«Senza dubbio. Usando il potere unico di uno scrittore: la parola».
Anche il ministro Sangiuliano l’ha querelata.
«Chi, Genny ’o ministro? Eh, ma sa la fila è lunga di quelli che provano ad intimidirmi… credo lui venga dopo, quantomeno per importanza. E poi non mi ha querelato, mi ha solo citato per centinaia di migliaia di euro di risarcimento. Si spaccia per crociano, ma è solo un materialista, nel senso deteriore del termine».
Così diventa sprezzante. Gli ha dato del "galoppino" dei poteri forti campani.
«Ho solo descritto il suo percorso. Deve essersi offeso. Ma non è che uno può cancellare il suo passato, anche se è costellato di Cosentino, Landolfi, Laboccetta et similia; non sarebbe dignitoso. E io sono certo che Genny agli amici che tanto hanno fatto per lui tiene ancora, sotto sotto».
Ora è lei che processa lui.
«Non ho detto nulla che non abbiamo detto o raccontato altri. Forse è la descrizione del quadro generale ad avergli procurato disagio. Ma non ho inventato nulla. Del resto mi dicevano che con Gomorra avevo raccontato cose note. Ma le narrazioni più pericolose per il Potere sono quelle che uniscono fatti solo apparentemente distinti. È il mio metodo».
Pen international, l’associazione mondiale degli scrittori, si è schierata con lei.
«Per gli organismi internazionali quello che accade in Italia è davvero fonte di preoccupazione. Da una parte uno scrittore, dall’altra la prima ministra, la sproporzione è evidente a tutti. E il problema non è mio, ma di chi, vedendo ciò che accade a me, si autocensura e non denuncia».
Lei è al centro di un processo, in questo caso come parte offesa, che va avanti dal 2008 per le minacce che la camorra rivolse anche a Cantone, Cafiero De Raho e Capacchione.
«Un processo eterno, di cui non si vede la fine. Questo procedimento è importantissimo perché sancisce una volta per tutte che chi scrive terrorizza le organizzazioni criminali, che sono costrette a minacciare, per intimidire e mettere a tacere. Dopo anni sono stati condannati il boss Bidognetti e l’avvocato Santonastaso per minacce che mi hanno rovinato per sempre la vita».
Che idea si è fatto del decreto No-rave?
«Una pagliacciata incostituzionale adatto a una democratura».
Saviano, che cos’è oggi il partito democratico?
«Un partito del quale, da quindici anni, le persone si chiedono cosa sia».
Lei crede che la democrazia sia a rischio in Italia?
«Sì, ma non da oggi. La democrazia è a rischio nella misura in cui il primo motore economico del paese sono quelle mafie ancora del tutto assenti dal dibattito politico».