il Fatto Quotidiano, 9 novembre 2022
Ritratto di Giuseppe Zeno, l’uomo che fa la guerra a Visibilia
È metà luglio 2021. In Visibilia Editore, società quotata controllata all’epoca dalla senatrice di Fratelli d’Italia e oggi ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che ne era pure presidente e Ad, infuria la guerra tra vecchi e nuovi soci. A capitanare i nuovi è Giuseppe Zeno, manager 57enne di Torre del Greco residente alle Bahamas. Nel 2014 è stato indagato nell’“operazione Side”, un carosello fiscale internazionale che fa scattare richieste di arresto per i tre fratelli a capo del Gruppo Padovani di Castel San Giorgio (Salerno), società di prodotti metallici che secondo l’accusa gestiva un patrimonio di 140 milioni e avrebbe realizzato un’evasione fiscale di 72,5 milioni attraverso operazioni tra l’Italia e una dozzina di Paesi off shore. Nel processo, ancora pendente in primo grado al Tribunale di Napoli, a Zeno è contestata una posizione che lui definisce “assolutamente marginale, s’ipotizza che fossi amministratore di fatto di due società coinvolte nell’indagine, che dimostrerò erano state già cancellate nel 2009”. A luglio 2021, come il Fatto ha appreso, Zeno incontra Dimitri d’Asburgo Lorena, compagno della Santanchè e manager di Visibilia, società per la quale la Procura di Milano oggi chiede la liquidazione giudiziale per debiti e la Guardia di Finanza ipotizza il falso in bilancio. In cambio della pace, Zeno porta a D’Asburgo Lorena non una, ma ben tre offerte alternative, di quelle che non si possono rifiutare, perché le riferisca a Santanchè. Io sono un pulitore, metto a posto tutto, dice Zeno, sono molto bravo con le carte, le so muovere. Aggiunge, io so dove manager e consulenti di Visibilia hanno sbagliato e gli faccio male. Io ti taglio dall’albo dei revisori dei conti, tu non prendi più un lavoro in tutta Milano. Ma è estorsione? No, è realtà, risponde Zeno. Una promessa che si concretizzerà solo 11 mesi dopo, il 10 giugno 2022, nella forma di un esposto di 18 pagine inviato al Tribunale di Milano da soci di Visibilia capitanati proprio da Zeno.
Cosa offre nel lungo faccia a faccia l’azionista Zeno a D’Asburgo Lorena perché riferisca alla senatrice Santanchè? Prima proposta: bisogna capire se è loro interesse averlo in giro oppure no, può anche darsi che vogliano farsi i fatti loro senza gente in giro. Una via si trova, dice Zeno: se mi volete fuori fatemi fare business con i vostri contatti, presentatemi Pasquale, Arturo, Annibale. E come dalle tenebre sono arrivato, nelle tenebre dolcemente me ne vado. Se questa soluzione non piace, c’è la seconda: d’Asburgo si deve interfacciare con la sua compagna, dice Zeno, e chiederle se vogliono davvero rimanere in Borsa. Perché Santanchè ha una società quotata, è come avere una Ferrari Enzo, ma la senatrice la usa per andare a comprare le sigarette dal tabaccaio, valuta l’azionista. Se a Santanchè questa Ferrari Enzo non interessa, allora lei con calma si fa un programma e una società, ci porta i suoi giornali e Zeno si prende la scatola vuota. Perché il mio business è comprare aziende in default, dice Zeno, io sono un cardiochirurgo, mi porti uno che è già col piede nella fossa, in coma, arrivo io che rianimo i morti, so fare solo questo, tu mi lasci il cadavere, ti porti via la roba buona, facciamo la bad company, io mi prendo i morti e poi li faccio risuscitare, se serve anche a calci pugni e schiaffi. C’è poi l’ultima opzione: Zeno può portare Visibilia a capitalizzare 100 milioni e Santanchè potrebbe restarci dentro pure lei. Ma, dice Zeno, la senatrice deve ricordarsi che se non si chiamava come si chiama era già andata al Creatore, lui ha avuto difficoltà a darle spallate perché ovviamente altri la difendono. Ora non è che Zeno non sia in grado di buttarla giù, dice l’azionista, però non butterà lei, butterà gli altri. Io so che il consigliere d’amministrazione avvocato è in conflitto di interessi, dice Zeno, vado all’albo e lo faccio cacciare, io so che Visibilia ha pagato la commissione di collocamento al fondo Negma di Dubai che ha sottoscritto le sue obbligazioni convertibili, dice, e allora sono guai perché è vietato alle società che prestano soldi prendersi direttamente quella commissione. Io metterò in croce i vostri avvocati, manderò all’aria i vostri revisori, dice Zeno, che consiglia a D’Asburgo di chiedere a Santanchè se è veramente sicura che l’operazione Negma sia la cosa più intelligente, perché non si sa chi c’è dietro il fondo di Dubai, non si sa da dove vengono i soldi, magari proprio da Milano? Quella guerra ora è arrivata in tribunale, ma solo 11 mesi dopo questo colloquio. Contattata dal Fatto su questa vicenda, Visibilia non ha risposto.