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 2022  novembre 09 Mercoledì calendario

Periscopio

L’arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk ha regalato a Papa Francesco un frammento della mina russa che ha distrutto la facciata della chiesa greco-cattolica di Irpin, vicino alla capitale ucraina. repubblica.it
«Abbiamo interferito, stiamo interferendo e continueremo a interferire. Con cura, con precisione, chirurgicamente e a modo nostro, come sappiamo fare». Non che a Washington avessero molti dubbi, ma è un inedito assoluto la sfacciata ammissione di Evghenij Prigozhin, fondatore di Wagner Group, che sul social media russo VKontakte ha vantato il ruolo attivo di disturbo [dei «troll» russi] nelle elezioni americane di medio termine. Carlo Renda, HuffPost.

Devo riconoscere che Napoleone è stato il più grande gangster del mondo. Ma avrei potuto aprirgli gli occhi su certe cose… Bluffava troppo, e non ha capito quand’era il momento di lasciare. Al Capone (Louis Ferrante, La regola del Padrino).
L’aviazione ucraina ha comunicato che i sistemi di difesa aerea occidentali appena arrivati aiuteranno ad affrontare la nuova minaccia dei missili balistici iraniani acquistati dalla Russia. (…) Kiev potrebbe prendere di mira i missili iraniani nei loro siti di lancio, in territorio russo. repubblica.it
I media [americani] sono nemici del popolo. L’unica cosa che i democratici fanno bene è la disinformazione e truccare le elezioni. È più difficile per loro imbrogliare se andate a votare di persona. Dovete schiacciare i comunisti nelle urne. Donald Trump.

L’11 luglio del 1804 Aaron Burr e Alexander Hamilton [due protagonisti della rivoluzione americana] si sfidarono a duello per tragiche rivalità politiche e Hamilton restò ucciso. Oggi i duelli sono online (…) Ma come dimostra l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, il peggio deve venire e la repubblica ha davanti giorni difficili, ben oltre l’8 novembre. Gianni Riotta, HuffPost.
Per molto tempo ci siamo convinti del fatto che la democrazia americana fosse garantita. Non lo è. Joe Biden.
Non soltanto la polizia [iraniana] spara sui dimostranti, e ne ha già ammazzati quasi 300, ma 227 parlamentari hanno chiesto la pena di morte per i criminali e nemici di Allah – così li hanno definiti – che puntano a sovvertire la sharia. Mattia Feltri, La Stampa.
[Sono cominciati] i processi a carico d’un primo gruppo di manifestanti. Molti di loro rischiano la pena di morte: tra questi, sempre che sia ancora vivo, il rapper Toomaj Salehi, arrestato in un villaggio della provincia di Chahar Mahaal-Bakhtiari. (…) Toomaj in un’intervista aveva paragonato i Guardiani della rivoluzione a un’organizzazione mafiosa, pronta a uccidere i figli dell’intera nazione pur di [restare] al potere. Mariano Giustino, HuffPost.

Sulla posizione di Conte – no agli aiuti militari all’Ucraina e no alle sanzioni alla Russia, sì al cessate il fuoco che consegni parte dell’Ucraina libera e indipendente ai guappi di Putin – ci sono anche la Lega e un certo Silvio Berlusconi. In Europa c’è Marine Le Pen, in America Donald Trump. L’Ucraina, l’Europa e il mondo libero si sono salvati finora grazie alla vittoria di Macron alle presidenziali francesi. Il giudizio sull’Italia è ancora sospeso, con due partiti su tre apertamente pro-Putin. Negli Stati Uniti le elezioni di midterm ci diranno se la setta filo putiniana di Trump riuscirà a modificare la politica pro-Ucraina di Washington. Christian Rocca, Linkiesta.
Mosca: «Pronti a negoziati, ma Zelensky li ha vietati per legge». Titolo (con il colbacco) del Fatto.
Basta con la razionalità. Fa venire il mal di testa. Altan.

Letizia ha avuto tutto dal centrodestra, e ora si dà a Calenda. Che pena, compagna Moratti. Titolo (parolibero) di Libero.
È altamente probabile che Letizia Moratti, conquistando il Pirellone con l’appoggio di Azione, della lista civica di Beppe Sala e dei fuorusciti della Lega, riuscirà a seppellire non soltanto il tonitruante Salvini ma anche quel poco che resta del Pd. Dagospia.
A parte gli innamorati di sempre, come Goffredo Bettini, c’è tutto un pezzo di Pd convinto che l’avvocato sia per davvero il punto di riferimento della sinistra, una ruota ben gonfiata d’un immaginario tandem Pd-M5s pronto a rinverdire l’antiamericanismo e l’anticapitalismo (Bettini dixit) senza capire che così facendo il Nazareno finirà per subire dai post-grillini uno scacco matto di valenza storica. Mario Lavia 1, Linkiesta.

Come dicevano in quella lontana trasmissione di Serena Dandini e Corrado Guzzanti, il Pd «gna ’a fa». Mario Lavia 2, Linkiesta.
Più leggi-simbolo [come il decreto sul rave party] vengono accatastate, più libertà d’interpretazione si assegna a amministratori e magistrati e più si espande lo spazio della politica «burocratico-giudiziaria» (l’autonoma attività degli apparati dello Stato) a scapito dello spazio di cui dispone la politica rappresentativa. Angelo Panebianco, Corriere della Sera.
Poiché altri esita, lo scriverò in tutte lettere: è ora che la magistratura avochi a sé la competenza sui reati, siano opere o omissioni, compiuti da chiunque nelle precedenti esistenze; né tema la giustizia le deplorazioni ecclesiastiche: al più, saranno accorate; s’affermi il principio che tutta la storia umana è soggetta, senza limiti di prescrizione, alla giurisdizione della magistratura. Giorgio Manganelli, Improvvisi per macchina da scrivere.
Il ministro della cultura (per mancanza di prove) Gennaro Sangiuliano annuncia: «Chiederò alla Rai di fare una fiction sulla vita d’Oriana Fallaci». Il ciuccio della Meloni si è dimenticato che c’è già stata. Era il 2015, la serie si chiamava L’Oriana, con Vittoria Puccini, e Sangiuliano lavorava già in Rai. Dagospia.
Si ostenta la cultura quando non se ne ha abbastanza. Roberto Gervaso.