La Stampa, 9 novembre 2022
Parla Durigon
«Calma, siamo al governo da nemmeno un mese, i tempi sono strettissimi e tutto non si può fare subito» avverte il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. «Anche perché avendo deciso i concentrare il grosso delle risorse per contrastare il caro-energia per gli altri interventi non resta molto». E questo vale innanzitutto per le pensioni. Quanto al reddito di cittadinanza l’esponente della Lega rilancia la sua proposta in base alla quale basterà rifiutare anche una sola offerta di lavoro per perdere il sussidio.Il suo ministro, Marina Calderone, però non sembra molto convinta di questa soluzione. Sostiene che “è solo una delle posizioni sul tavolo e che il suo compito è fare la sintesi.«Nella maggioranza c’è chi ha posizioni ben più nette, io invece ho un approccio più soft e punto a dare una prospettiva futura all’Rdc».Dire che dopo un rifiuto salta l’assegno non è tanto «soft»…«Ma bisogna sempre tener presente che non si tratterebbe di rifiutare qualsiasi tipo di lavoro: ricordo che la norma parla già ora parla di offerta congrua, con la giusta distanza e nel giusto campo di attività. L’obiettivo è quello di spronare i percettori del reddito facendo capire loro che l’obiettivo non può essere incassare questo sussidio a vita ma piuttosto cercare trovare assieme allo Stato un lavoro. Di qui poi la proposta di décalage del sussidio, sia in termini di durata che di importi, e l’intenzione di potenziare i piani di formazione. Che è ciò che è mancato finora perché a causa di tanti fattori, dal Covid al contingentamento, alla guerra, non è stato facile formare anche queste persone».Ma se la sua è la proposta più morbida quelle più «cattive» sin dove arrivano?«A togliere il reddito di cittadinanza a tutti gli abili al lavoro. Io sono per trovare un’altra soluzione, anche perché siamo di fronte ad una situazione economica davvero brutta e finora trovare lavoro per i soggetti a bassa scolarizzazione si è rivelato impossibile».Oggi i sindacati nell’incontro con Meloni porranno anche il tema della riforma delle pensioni. Qui a che punto siamo, si parte da quota 41?«L’obiettivo che assieme al ministro Calderone ed al Mef ci stiamo dando è quello di evitare che col nuovo anno si torni alla legge Fornero col ripristino dello scalone dei 67 anni. Partiamo con un primo intervento poi vedremo cosa fare confrontandoci coi sindacati quali modifiche introdurre. Per me ora si tratta di dare un segnale per far capire dove si vuole andare, magari inserendo “quota 41” come prima fase per poi costruire la soluzione definitiva».È prevista anche l’introduzone di un tetto di età?«Non è ancora stato deciso, ma in questa prima fase verrà sicuramente previsto».Ma si resta con l’attuale Quota 102, come somma di 41 anni di contributi e 61d’età o si cambia?«La Quota 102, come somma dei 64 anni di età e di 38 anni di contributi introdotta dal governo Draghi, doveva interessare 13 mila persone ma poi solo 8 mila sono andate in pensione in questo modo. Il nulla. Noi cercheremo di dare dei numeri un poco più pesanti, poi che sia Quota 102 o 103 lo vedremo. Di certo in un mese e mezzo non riusciremo a fare la riforma, non ci sono riusciti altri governi ed è impensabile farlo ora. E oggettivamente sarebbe anche sbagliato, perché una riforma del genere va condivisa coi sindacati e non si fa in una settimana».Quindi per ora si tratta di una soluzione ponte?«Adesso è l’unica scelta che possiamo fare. Poi avremo un anno davanti per decidere che fare».E la flat tax? I sindacati sono contrarissimi, e oggi lo diranno a Meloni, mentre voi la volete allargare.«Anche ai lavoratori autonomi va dato un minimo di risposta. Vogliamo dare un segnale ampliando un po’ oltre i 65 mila euro la soglia per questa fascia di contribuenti. Ma con questo non estenderemo la flat tax ad altri soggetti».Però si è scoperto che far pagare solo il 15% di tasse per chi sta sotto il tetto dei 65 mila spinge tanti a sottofatturare, a evadere…«Io la vedo al contrario, perché più si alza il tetto e più questo fenomeno tende a ridursi. Adesso si tratta di valutare a che livello arrivare».