il Fatto Quotidiano, 8 novembre 2022
Visibilia, Santanché sapeva tutto
Visibilia Editore, la società quotata a Piazza Affari nel segmento dedicato alle piccole e medie imprese di cui la senatrice di Fratelli d’Italia e attuale ministro del Turismo, Daniela Santanchè, è stata principale azionista (a partire dal gennaio scorso ha progressivamente ceduto le sue quote societarie) nonché presidente e amministratrice delegata da gennaio 2016 sino a fine 2021, era già a un passo dalla liquidazione sei anni e mezzo fa. Lo testimonia un documento ufficiale interno che metteva in dubbio numerose voci del bilancio al 30 giugno 2016. Nei giorni scorsi, il Fatto ha rivelato i dettagli sull’uso dei contributi Inps da parte di Visibilia per alcuni dipendenti messi in cassa integrazione Covid a zero ore, che invece lavoravano regolarmente a tempo pieno. Nei giorni scorsi la Procura di Milano ha avanzato istanza di fallimento per l’azienda per un “evidente e manifesto stato di insolvenza”. L’inchiesta milanese per falso in bilancio ha preso il via dall’analisi dai conti di Visibilia: il pm Roberto Fontana il 24 ottobre scorso ha depositato un’istanza di “liquidazione giudiziale” perché la società avrebbe accumulato “debiti per un importo complessivo pari a 984.667 euro”. In un’informativa della Guardia di Finanza agli atti dell’inchiesta emerge come da parte di Visibilia ci sarebbero state anche “false comunicazioni sociali relative ai bilanci, almeno dal 2017, relative alle voci ‘avviamento’ e ‘imposte anticipate’”. Ma secondo un documento interno che il Fatto ha visionato, anche altre voci della semestrale al 30 giugno 2016 sarebbero state contestate: secondo questi calcoli il patrimonio sociale era sottozero già all’epoca. Non solo: Santanchè venne informata personalmente di queste contestazioni.
Il documento testimonia uno scontro emerso nel 2016 tra i sindaci, l’organo di controllo interno della società entrato in carica il 29 aprile di quell’anno. La garanzia della continuità aziendale era in discussione già all’epoca, come rilevato da un richiamo di informativa della società di revisione Bdo. Ma il 2016 era stato un anno travagliatissimo: il 12 febbraio si erano dimessi i consiglieri Paola Ferrari De Benedetti, Giancarlo Sestini e Matteo Gavazzi Borella, sostituiti da Davide Mantegazza e da Dimitri d’Asburgo Lorena (compagno della Santanchè). Inoltre, il 18 marzo Alevi Srl, società controllata da Paola Ferrari De Benedetti che controllava il 5,6% del capitale sociale di Visibilia, aveva presentato una denuncia ai sindaci. Denuncia respinta dall’organismo di controllo interno, con il voto contrario del sindaco Gian Franco Vitulo, eletto con i voti di minoranza di Alevi. Ma il contrasto tra i controllori sarebbe continuato.
La situazione di incertezza sui conti però sarebbe iniziata prima del 2017, data dalla quale viene contestata dalla Procura di Milano. In un documento datato primo novembre 2016, rimasto sinora riservato, il sindaco di minoranza Vitulo si spinse ancora più in là: riferendosi alla semestrale al 30 giugno 2016, il commercialista rileva la presenza di tre “eventuali errori” nei conti che avrebbero potuto avere l’effetto, una volta corretti, di “dover registrare un patrimonio netto negativo”. Una situazione per porre rimedio alla quale si sarebbe reso necessario secondo il codice civile chiedere “senza indugio” agli azionisti di ricapitalizzare o di mettere Visibilia in liquidazione. Secondo Vitulo, la semestrale 2016 conteneva “un errore evidente” relativa a un risconto attivo seguito alla risoluzione di un rapporto di lavoro che, se correttamente rettificata, avrebbe fatto calare il patrimonio netto a fine giugno da 118 mila a 58 mila euro. In più altri due mancati accantonamenti per sanzioni e per rischi di cause l’avrebbero ulteriormente ridotto di altri 74 mila euro, portandolo in negativo per 16 mila euro.
Con una nota datata 5 novembre 2016 i due sindaci di maggioranza di Visibilia Editore scrivevano a Daniela Santanchè, all’epoca presidente e amministratore delegato di Visibilia, che “il collegio sindacale ritiene opportuno sottoporre all’attenzione del presidente e ad della società le considerazioni espresse dal sindaco Gian Franco Vitulo. Il collegio sindacale invita la società, nella persona del suo presidente, a prendere in considerazione quanto indicato da Vitulo rispetto agli eventuali adempimenti e/o obblighi previsti”, anche in considerazione del fatto che Visibilia Editore era quotata in Borsa. Il bilancio 2016 reca traccia di questa contestazione: i sindaci danno conto del fatto che Vitulo “non riteneva di essere in grado di esprimere un giudizio” sui conti di Visibilia avendo espresso un’opinione dissenziente per le voci “avviamento”, “imposte anticipate”, “classificazione a medio-lungo termine dei debiti con il Credito Valtellinese” e “fondo rischi”.
Contattata dal Fatto, Visibilia Editore non risponde ma “prende atto della comunicazione”. Nessuna risposta è arrivata nemmeno dal ministero del Turismo.