La Stampa, 8 novembre 2022
Elogio di Allegri
Quattro vittorie di fila, 8 gol segnati e zero subiti, la zona Champions distante 2 punti. Non è ovviamente il caso di incensare la Juventus – il Napoli resta a +10, la Champions è un sogno in frantumi – e sarebbe perfino azzardato diagnosticarne la completa guarigione, però, con la stessa sincerità che ha dettato aspre critiche, è giusto riconoscerne i meriti. Della società, innanzitutto, per aver difeso il progetto: se avesse cacciato Massimiliano Allegri, come il popolo invocava, celebreremmo adesso il successore o traghettatore come un demiurgo, invece i prodromi della rinascita germogliavano già nella crisi e coglierli, mantenendo pazienza e fiducia, nel calcio frenetico di oggi non era scontato. Non c’entrava l’ingaggio principesco: se la dirigenza avesse sospettato uno scollamento con la squadra non avrebbe esitato a sacrificare l’allenatore, ma così non era e la scalata lo conferma. Allegri ha saputo tenere la barra nella tempesta, trasmettere serenità quando tutto sembrava perduto, rigenerare campioni depressi e battezzare giovani talenti, ha vinto scommesse importanti come quella su Rabiot, difeso nei momenti più duri e oggi pilastro, al di là del gol all’Inter.Restano le responsabilità del ritardo accumulato in campionato e dell’addio alla Coppa più ricca e prestigiosa, restano le ombre sul gioco e i perché insoluti di imprevedibili black out, ma la sola graduatoria ridimensiona i processi: sarebbe bastato battere la Salernitana – non è l’astratto gioco dei “se” e dei “ma": il gol di Milik, al di là delle precedenti sprovvedutezze, era valido – per ritrovarsi adesso terzi a -2 dal Milan. Il problema sono gli eccessi, l’ingratitudine e il pregiudizio: è sacrosanto contestare schemi, prestazioni e scelte contingenti, inaccettabile invece picconare una carriera e rimpicciolire valori testimoniati dal palmares e dalle statistiche: quella contro l’Inter è stata per Allegri la vittoria numero 228 in 342 partite, scavalcato Marcello Lippi (227 in 405) e davanti solo il totem Trapattoni.Adesso restano due partite per dare continuità alla rimonta – confidando nella sosta anomala per riscrivere i destini alla ripresa – e concentrarsi sull’Europa League che comincerà dal Nantes: i segnali sono buoni, il disegno tattico efficace, il mix campioni-gioielli convincente e l’allenatore saldo, inoltre torneranno finalmente gli infortunati. Non basta per spacciare certezze, avanza per recuperare ottimismo.