La Stampa, 6 novembre 2022
Guida alle elezioni di Midterm negli Usa
Il duello fra presidenti va in scena in Pennsylvania. Donald Trump spinge la corsa al Senato del medico e star tv Mehmet Oz da Pittsburgh; Barack Obama gli risponde da qualche chilometro di distanza, nel cuore della città che fu la culla delle acciaierie d’America, sostenendo John Fetterman, prima di spostarsi a Philadelphia dove nel tardo pomeriggio è salito sul palco insieme a Joe Biden per un appello al popolo democratico di mobilitarsi per non consegnare nel voto di Midterm martedì il Congresso ai repubblicani.
Per un weekend la Pennsylvania torna al 2020, lo scontro finito con riconteggi e contestazioni fra Biden e Trump, mentre sulle Midterm soffia il vento che il vecchio duello possa ripetersi nel 2024. Trump potrebbe annunciare la sua terza candidatura la terza settimana di novembre, fonti del suo entourage danno ormai tutto fatto; Biden risponde con la creazione di un comitato per studiare piani e strategie per il bis. Ma intanto i due si sfidano per procura in tutta America dietro i nomi dei candidati al Senato (35 seggi su 100 in palio) e alla Camera (si rinnova interamente, 435 seggi), in una sfida fra due uomini la cui popolarità è inversamente proporzionale alla copertura mediatica.
Joe Biden supera di poco il 40%, una mezza condanna a «morte» elettoralmente parlando a tre giorni dalle Midterm, tanto che diversi deputati gli hanno recapitato il messaggio di non andare a fare campagna nel loro Stato. Così Biden ha saltato Nevada, Arizona, Georgia, Wisconsin, tutti in bilico e si è concentrato sulle zone «blu-democratico» che sono comunque in pericolo. Non sono casuali le visite ieri in Illinois, oggi a New York e in settimana in New Mexico e California.
Donald Trump, d’altro canto, ha spaccato i repubblicani, galvanizzando la sua base ma allontanando molti moderati. Liz Cheney – acerrima nemica dopo che ha votato per l’impeachment e ora siede nella Commissione sul 6 gennaio – sta sostenendo alcuni candidati democratici.
A mobilitare la sinistra ci sta provando Barack Obama. Ha speso l’ultima settimana zigzagando fra Nevada, Michigan, Georgia e appunto la Pennsylvania portando due messaggi: la democrazia sotto scacco e la difesa dei diritti sociali, attaccando «la ricetta, l’unica che usano sempre, i repubblicani quando si parla di economia: tagliare le tasse ai ricchi».
Biden ostenta ottimismo, parla dei costi delle medicine abbassate, delle minacce che i repubblicani pongono ai servizi sociali, di occupazione e di difesa della democrazia. L’altra sera ha detto che i democratici manterranno il controllo del Congresso e che se così non fosse, «avremo due anni di inferno». I democratici la pensano come lui, ma la tenuta della democrazia non è la loro prima preoccupazione. Un focus group del New York Times ha confermato quanto già da qualche settimana era evidente: gli americani andranno alle urne pensando all’inflazione e al crimine e solo poi a temi come aborto e democrazia. E il peggio per Biden è che gli americani non lo ritengono in grado di cambiare rotta sull’economia.
Sono temi che aiutano i repubblicani. I sondaggi li danno avanti in molti duelli chiave. La Camera dei rappresentanti diventerà rosso Gop; sul Senato il duello è all’ultimo voto. Tre sono gli Stati determinanti, (Nevada, Georgia e Pennsylvania); altri due come Arizona e New Hampshire sarebbero tornati contendibili. Oggi sono democratici. Se li conquistassero i conservatori, martedì sera ci sarà una valanga rossa. Sempre che non vi siano sorprese (come nel 1980 e nel 1998) dell’ultima ora. Tradotto: Gop sconfitto in Wisconsin, Ohio e North Carolina. Il partito del presidente per tradizione va male alle Midterm. Due dati: in cent’anni l’opposizione ha vinto 19 corse su 25 al Senato e 22 su 25 alla Camera; è dai tempi delle Guerra civile (1861-1865) che il partito del presidente non guadagna più di 9 seggi alla House e più di due al Senato. Statistiche amare per Biden.
Alcuni temi attorno ai quali i democratici avevano costruito la rimonta in estate hanno perso forza soverchiati dalle preoccupazioni per il costo della vita e dalla criminalità. L’aborto ha esaurito la spinta propulsiva. La Cnn rivela che le donne delle aree suburbane, soccer mum, voteranno pensando al pane e al college dei figli anziché alla sentenza della Corte suprema in giugno sulla Roe contro Wade. Gli appelli di questi giorni sono in parte zoppi visto che 34 milioni di statunitensi hanno già votato in 47 Stati. Ben 2 milioni l’hanno fatto in Georgia dove in totale alle urne sono attese 7 milioni di persone. Se la Pennsylvania attira le attenzioni nel fine settimana, è la Georgia che avrà i riflettori puntati martedì sera. Sfida al Senato fra il reverendo Warnock (in carica) e il repubblicano Walker. Se nessuno otterrà il 50% ballottaggio il 6 dicembre. Solo allora arriverà la parola fine sul controllo del Congresso. E saranno subito presidenziali 2024.