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 2022  novembre 07 Lunedì calendario

Intervista a Dj Ringo

Chi la chiama ancora Rocco?
«L’ultima volta è stata mia nonna, ormai più nessuno mi chiama così, l’altra sera però ero con Rocco Siffredi, chiamavano lui e mi giravo io. Ci siamo divertiti, abbiamo fatto un lavoro insieme».
Un film porno con lui?
«No, quello no. Anche se me l’ha chiesto mille volte, mi ha proposto di fare Rocco e i suoi fratelli versione hard. Mi divertirei molto, ma vedo già tre donne che mi guardano e ho il terrore: mia madre, la mia ragazza Rachele e mia figlia. Non me la sento di affrontarle».
Rocco Maurizio Anaclerio è per tutti Dj Ringo. Dopo la stagione delle discoteche, ha iniziato a fare il conduttore radiofonico. Da tempo è direttore creativo di Virgin Radio dove continua a condurre Revolver, il suo marchio di fabbrica, il suo programma dedicato al rock. Capelli eternamente ossigenati, è figlio degli anni 80 e della Milano da bere: discoteche e modelle, divertimento e serate, tanto lusso e pochi pensieri.
«Ho speso gran parte dei miei soldi per alcool, donne e macchine veloci, il resto l’ho sperperato» diceva George Best. Lei è il George Best della radio?
«I miei amici mi prendono ancora in giro».
È vero che ha buttato via l’equivalente di 10 milioni di euro?
«Sicuramente miliardi e miliardi di lire, guadagnavo tanto e spendevo tanto. Macchine, moto, viaggi: pagavo tutto agli altri perché non volevo andare in giro da solo. Porsche e Ferrari. Moto. Le sfasciavo e le cambiavo. E i soldi volavano via. Ma non mi pento».
La spesa più folle?
«Dieci giorni alle Bahamas, i miei amici non avevano una lira, pagai per 12 persone, fidanzate comprese, hotel, ristoranti, divertimento. Tutto incluso. Oggi potrei avere qualche casa o appartamento in più... Ho sperperato, ma per divertirmi».
La più grande trasgressione?
«Potrei scrivere un’enciclopedia. Però non sono mai stato affascinato dalle droghe e non bevo perché sono allergico all’etanolo. Sono sempre stato attratto dal sesso e dalle donne, da un’orgia, qualcosa di viscerale... poi è arrivato l’Aids a rovinare tutto. Vivevo di notte, era fantastico: amici veri, pochi soldi, divertimento puro, che finiva sempre con qualche ragazza, o nei motel o al parco. Gli anni 80 erano bellissimi, mi sono divertito come un matto: ho conosciuto Keith Haring; Fiorucci mi ha presentato una cantante che doveva vestire: era Madonna; ho chiacchierato con Andy Warhol. Mi avevano anche proposto di comprare un suo quadro per 40 milioni di lire. Non lo presi e mi mangio ancora le mani: varrebbe più di un milione di euro».
Che adolescenza è stata la sua?
«Forte. Negli anni 70 vivevo in zona Porta Venezia a Milano, erano gli anni della lotta, turbolenti, destra contro sinistra, fumogeni, sparatorie. Era una zona di manifestazioni e mi trovavo sempre in mezzo, ogni volta era un’avventura, si menavano sempre. Ma ho comunque dei bei ricordi».
Che studente è stato?
«Ho ripetuto la terza media perché feci a botte in classe e fui espulso».
Cosa era successo?
«Un compagno mi aveva rubato il krapfen che mi aveva dato mia madre e se lo stava mangiando, gli ho spaccato la faccia. Sono stato espulso nonostante la classe avesse testimoniato a mio favore».
Beh non si può menare...
«Era grosso tre volte me, ripetente, era il bullo della classe, rubava a tutti. Li ho vendicati. Diciamo che sono stato espulso per fallo di reazione».
Dopo le medie?
«Mi sono fermato lì perché volevo comprarmi il motorino da solo. Lavoravo in un centro di bellezza, facevo il garzone, portavo il caffè alla contessa, passavo i bigodini al mio capo, raccontavo alle clienti di 80 anni tante scemenze e mi facevo dare la mancia. Avevo il Ciao, ci si divertiva con poco, con 1.500 lire a settimana mi pagavo la miscela e offrivo la pizza agli amici. Ho anche iniziato a suonare in una cover band dei Beatles, la batteria come Ringo Starr. Da lì mi hanno dato il soprannome Ringo».
L’ha mai incontrato Ringo Starr?
«È stato un incontro meraviglioso, era un cerchio che si chiudeva e lui è stato molto simpatico, gli ho detto che mi chiamavano così in suo onore e mi ha risposto che gli dovevo un sacco di royalties».
Dopo il parrucchiere?
«Andai a Londra nel 1978, mi feci la cresta e fui chiamato per il militare. Mi sono rasato da solo prima di andarci, era meglio».
I primi concerti?
«Scavalcavamo. Il primo scavalcamento importante fu al concerto di Bennato a San Siro, quando l’ho incontrato gliel’ho raccontato. Poi dopo qualche giorno stessa scena per Bob Marley».
Nel 2003 ha partecipato alla prima edizione dell’«Isola dei Famosi».
«Ci sono stato solo 4 giorni, ero stato operato alla cistifellea e mi fece infezione».
Pagavano bene?
«Macché. Non ho preso una lira perché se abbandonavi non venivi pagato. All’epoca era davvero un programma sperimentale, mi sarebbe piaciuto farlo. Oggi è diventato un programma trash. Mi offrono sempre i reality, ma non posso andare: mi giocherei l’immagine di Virgin, la mia radio».
Cosa rappresenta la radio per lei?
«Virgin è casa. Ero a 105 e il mio sogno era fare il primo network rock. Boom. L’abbiamo fatto davvero e sono passati 15 anni. Non saprei cosa altro fare, è il mio mondo. Oltre non c’è nulla, al massimo potrei tornare indietro come il gambero. Noi siamo un punto di riferimento per chi ama questo tipo di musica. Il panorama attuale pop mainstream invece non fa al caso mio, pieno di trapper, di poser, gente in posa. Posso dirlo? Il panorama attuale mi fa cag... Ho sentito Viola di Fedez e Salmo, non si offendano, ma è terrificante. Poteva farla Orietta Berti. Se questi sono i giovani che fanno musica...».
E i Måneskin?
«Terrificanti».
Anche loro?
«Sì, sono un surrogato di un prodotto di marketing, non hanno nulla di vero, nemmeno il reggicalze. Mi dispiace e sono pronto a ricredermi... Per fare rock ‘n’ roll c’è una cosa molto importante: non puoi essere un poser. La risposta è Iggy Pop. Mi aspetto un pezzo vero».
Nemmeno «Zitti e Buoni»?
«L’hanno presentata a Sanremo. Capisce dove è l’errore? Un gruppo rock non dovrebbe essere al Festival di Sanremo. Vede quella foto? Ci sono quattro star che sono nell’olimpo: James Dean, Elvis, Humphrey Bogart, uno dei più fighi di tutti, Marilyn Monroe l’icona. Il rock ha leggi ben precise, integraliste, devi rispettarle. Uscire da un talent come X Factor non è rock».
Anche la sua vita privata è molto rock. Un debole per le pallavoliste: prima la campionessa del mondo Francesca Piccinini; ora Rachele Sangiuliano, altra campionessa.
«Mi piacciono le donne atletiche, forse perché da giovane facevo atletica. Sono sempre stato fidanzato con belle donne, facendo il dj era facile; infatti in tanti hanno sfruttato la mia amicizia perché ero quello che portava le belle ragazze».
Come vi siete lasciati con Elenoire Casalegno?
«Siamo amici, è la madre di mia figlia, come potrei parlarne male? Mi spiace quando vedo separazioni burrascose, come ora Totti e Ilary, rimango basito. Non riuscirei a fare questa guerra pubblica».
Vostra figlia si chiama Swami, chi ha scelto il nome?
«Elenoire. A me in caso sarebbe toccato il nome del maschio: William, sia per mio cugino che avevo perso da piccolo e a cui ero molto legato, sia per William Wallace, Braveheart, una gran bella figura, così anarchico e combattivo».
Francesca Piccinini?
«Tra le mie ex non ho mai avuto nemiche, come mi sono messo insieme con il sorriso, da giocherellone, altrettanto ho fatto quando mi sono lasciato. Quando vedo che sta arrivando il momento in cui non ci si capisce più mi fermo prima dello scontro. Preferisco evitare la battaglia, chiamatemi paraculo o fortunato. Trovo assurdo farla finire in guerra, se è stato amore; in questo sono un romantico anni 50».
Sarà anche romantico, ma sembra anche molto volubile. Fedele o traditore?
«Molto fedele. Adesso. Prima mai. È difficile essere fedeli con le donne italiane, ce ne sono di bellissime, ho viaggiato molto, ma come le italiane non ce ne sono: belle, sexy, curate. D’estate al semaforo rischi sempre un incidente. Ma l’età passa e arrivi a un punto della vita che non ti vai a cercare guai. Io ho sempre avuto il diavoletto e l’angioletto sulle spalle, sai che litigate che si sono fatti».
La testa a posto?
«Mai. Rachele mi ha fatto diventare un filo più pragmatico, ma lei stessa dice che le piaccio per come mi ha conosciuto. Adesso ho qualche problema con Equitalia, ho fatto disastri senza metterli a posto ed è arrivato il conto».
Andrà al Paradiso o all’Inferno?
«Sono un tipo da Purgatorio. Per quanto sono buono potrei andare in Paradiso; ma se guardiamo i comandamenti li trasgredisco praticamente tutti, quindi Inferno. Andrò davanti a Lui e farò come con Equitalia, chiederò una rateizzazione dei peccati».