il Giornale, 6 novembre 2022
Riparte il processo per il testamento di Marella Agnelli
D omani gli Elkann vanno a processo. John, Lapo, Ginevra, figli di Margherita e Alain Elkann vengono portati in tribunale, a Torino, dinanzi al giudice Aloj Nicoletta. Sul tavolo, miliardi due e milioni quattrocento, di euro ovviamente, la metà del pacchetto ereditario così valutato nel 2019 sul patrimonio Dicembre-Giovanni Agnelli Bv-Exor finito nel possesso di donna Marella, moglie di Gianni, l’Avvocato. Margherita, colei che dopo la nascita del quinto figlio del secondo matrimonio, il padre così gentilmente definì: «Ho lasciato un figlia e ho ritrovato una bambinaia», Margherita, dunque, trascina da vent’anni la battaglia per quei moltissimi denari che, secondo Lei, le sarebbero stati sottratti da un sistema disegnato da Gabetti e Franzo Grande Stevens, con l’assenso silenzioso o forse del tutto assente, della madre.
Per dare valore alla propria tesi l’erede in parte mancata ha messo in movimento avvocati e detective, ha coinvolto uffici doganali, commissariati di polizia, un plotone di testimoni per dimostrare che sua madre, contrariamente a quanto sostenuto dai tre Elkann figli, non risiedesse affatto in Svizzera e che, dunque, qualunque atto legale debba essere dibattuto nei tribunali italiani. La questione non è affatto o squisitamente di principio ma punta al sodo, al conquibus, a riappropriarsi di un monte contabile clamoroso che verrebbe poi redistribuito ai cinque figli avuti dal secondo marito, anche se risulta che soltanto quattro di essi, Peter, Anna, Tatiana e Sofia, si siano costituiti in giudizio a fianco della madre, contestando il testamento di Gianni Agnelli in favore di Marella Caracciolo. Sono sei le cause aperte a conferma di una saga famigliare che va a macchiare l’immagine di una dinastia che ha avuto nelle mani l’Italia, non soltanto quelle imprenditoriali. Gli avvocati di Margherita hanno documenti che confermerebbero come donna Marella, minata dalla malattia senile, non fosse nella piena facoltà di intendere e di agire e che l’eliminazione dall’eredità di Margherita, con relativa liquidazione della parte spettante, non possa rispondere ai patti successori che fanno parte, questo è opportuno ricordarlo, della storia della famiglia, una specie di passaggio di consegne e di potere avviato dal nonno senatore e portato avanti da Gianni e in seguito da Umberto.
Fu proprio all’epoca dell’Avvocato che il nuovo matrimonio con Serge De Pahlen aveva fatto credere e sognare Margherita che il consorte potesse diventare il nuovo reggente dell’impero, nel caso in cui. Riferiscono alcuni «storici» fiattini che il franco russo Serge trovò un impiego di margine all’interno dell’azienda, conosceva le lingue ma oltre a questo non dimostrò altro che potesse affascinare e convincere l’azionista titolare che, dopo avere ricevuto alcuni report critici e negativi, tagliò fuori il genero da qualunque progetto ereditario e affine. Anzi si mormorò che l’Avvocato proprio non avesse a genio il nuovo parente, mai citato, mai ricordato e così i figli e figlie di costui e di Margherita. Così accadde che il rapporto tra padre e figlia prese a incrinarsi; quando Giovanni Alberto morì, era lui il primo designato a prendere il posto dello zio dopo il rifiuto di Edoardo, Margherita ipotizzò un rientro, presa anche da nuovi afflati religiosi ma la sua anonima dimora svizzera, scelta con Serge e mai amata dall’Avvocato, dimostrò quasi il tentativo di una esistenza umile, semplice in contrasto con i desideri più prosaici del marito, almeno secondo la vulgata del tempo.
La scomparsa di Gianni Agnelli aprì ufficialmente la contesa e il contenzioso, John, Lapo e Ginevra (insieme con donna Marella) si sono ritrovati addirittura una nemica in casa, la loro madre, o meglio chi contesta, non più chi li disprezza con parole maligne e perfide, ma chi mette in dubbio il loro operato nella vicenda dell’eredità. La scorsa estate un episodio di margine ha illustrato lo stato dei rapporti, Margherita ha ricevuto in eredità la dimora settecentesca di Villar Perosa dove storicamente viene accolta la squadra della Juventus per il discorso ufficiale di John Elkann e Andrea Agnelli ma quest’anno l’accesso alla villa è stato negato per alcuni screzi tra madre e figli, John e Lapo, cosi i due dirigenti sono stati costretti a portare la squadra in visita alla cappella di famiglia nel cimitero del paese della Val Chisone. Il tribunale di Torino deciderà se respingere o procedere, le carte sono mille, i personaggi in scena vivono un clamore non desiderato, sullo sfondo le figure di Gianni e Marella, gli Agnelli, l’epopea di una famiglia ultracentenaria, segnata da dolce vita e vita dolce, tragedie, morti nascoste, scandali, crisi finanziarie. Una storia che resiste ma che, in verità, più non esiste.