Il Messaggero, 6 novembre 2022
Tutti matti per i gatti
Esaltati nell’arte: «Anche il più piccolo dei felini, il gatto, è un capolavoro», diceva Leonardo da Vinci. Celebrati dalla letteratura, da Voltaire a Emily Dickinson. E ancora, illustrati dal fumetto, da Krazy Kat a Garfield, resi star dal cinema, pure al di là delle intenzioni del copione – si pensi al gatto del capo della Spectre nella saga di Bond – e raccontati in musica da Gioachino Rossini.
FAMILY CONCERT
I gatti sono grandi amori e spesso muse degli artisti. Lo dicono la storia e le molte opere dedicate nei secoli. Ieri come oggi. Ha scelto la Gattomachia, che ha creato per la Scala nel 2017, Orazio Sciortino, ieri, per aprire il primo dei Family Concert della Fondazione Arena di Verona, alla direzione dell’Orchestra della Fondazione. E un micio che suona il flauto fa mostra di sé nell’immagine del trio di Fiabe Jazz, al Roma Jazz Festival domenica con Cenerentola Rock.
SFILATE E PREMI
Nella Capitale gli eventi dedicati ai felini non mancano. D’altronde, l’Urbe ha un’anima gattara o comunque gattofila, documentata sin da Augusto. Non a caso, sabato e domenica, appassionati provenienti da più regioni si riuniranno al SuperCat Show, mostra internazionale felina alla Fiera di Roma, con sfilate, premi, adozioni e flashmob. Uno per tutti, quello del musical Cats di Andrew Lloyd Webber, che, il 7 dicembre debutterà al teatro Sistina, in una versione speciale, anzi unica.
A quarant’anni dal debutto a Broadway, per la prima volta l’autore ha autorizzato uno scenario diverso dall’originale e Cats, regia, produzione e adattamento di Massimo Romeo Piparo, sarà ambientato a Roma, in una ipotetica discarica di opere d’arte e reperti archeologici. Protagonista, Malika Ayane.
«Il gatto affascina da sempre gli artisti, soprattutto per il suo mistero – dice lo storico dell’arte Claudio Strinati, che di mici ne ha tre – è una figura presente, intellettualmente emotiva nella percezione, un vigilante perpetuo, mai invadente. Ha conquistato Leonardo e molti altri». Compare nelle antiche opere egizie, nei mosaici romani, in codici miniati del XII secolo. Ed è in capolavori di Albrecht Durer, Pinturicchio, Giulio Romano, Tintoretto e così via, fino ad arrivare a Goya, Manet, Renoir e molti altri.
«Emblematica, per me – prosegue Strinati – è l’Annunciazione di Recanati, opera di Lorenzo Lotto: il gatto è superprotagonista, raffigurato sbalordito dall’apparizione dell’angelo ma in sintonia metafisica con la figura. Pare comprendere ciò che sta accadendo perfino più della Vergine».
I POLIDATTILI
Anche molti scrittori si sono fatti affascinare dai piccoli felini, eleggendoli a compagni dei momenti di lavoro e come figura chiave di più testi, da Corazzini a Pessoa. Da pochi giorni Adelphi ha riportato in libreria Elephi. Un gatto molto intelligente di Jean Stafford, apparso per la prima volta nel 1962. Hemingway nella sua casa di Key West, in Florida, ha accolto molti mici polidattili (quelli che hanno un numero di dita superiore al normale a causa di un’anomalia fisica congenita). E una colonia vive ancora nella proprietà che fu dello scrittore.
IN LETTERATURA
Proprio attraverso la letteratura è nato l’amore per i mici di Elisabetta Sgarbi, editrice e regista. «Peccato che Ferrara sia deserta; non per questo è meno bella; () perché non c’è in essa un edificio brutto. In genere, sono tutti fatti di mattoni e abitati da gatti turchini: altro essere vivente, almeno, non vedemmo alle finestre. Il mio amore per i gatti – racconta – inizia da qui, da questo testo, dedicato a Ferrara, la mia città, di Charles de Brosses. Parole che sono speculari al racconto di De Pisis, D’Annunzio, De Chirico. I gatti turchini, che ho sempre interpretato come certosini, sono per me l’immagine naturale del mito di Ferrara».
Veri interpreti della sua anima. «Scostanti, autonomi, determinati a una sorta di aureo isolamento e vedono i fantasmi intorno. Anche Ferrara è un po’ così – commenta Sgarbi – Vorrei assomigliare a loro almeno un poco». Una questione di indole.
IL MISTERO
«Il gatto è una creatura infedele, autonoma, misteriosa, che, sin dagli egizi, è sempre stata rincorsa dal pensiero dell’uomo – spiega lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet, che di micio ne ha avuto uno rosso – Ogni animale domestico è assoggettato all’uomo, non il gatto. Ci piace perché interpreta la libertà».
Il resto è magia che arriva anche sul grande schermo, tra live action e animazione. Dal 7 dicembre, a conquistare le platee, sarà Il Gatto con gli Stivali 2: L’ultimo desiderio, nuova avventura del micio, che, lanciato come comprimario nella saga animata Shrek, ha poi conquistato la scena. Come forse ogni gatto sa fare.