La Stampa, 6 novembre 2022
Meloni, un passo avanti e due indietro
Meloni non lo ammetterà mai, ma le prime iniziative del governo, percepite da tutti a forte vocazione «identitaria», sono state seguite da ripensamenti, quando non da vere e proprie marce indietro.Partiamo dal decreto «anti-rave»: dopo le forti critiche tecniche, che hanno accompagnato quelle politiche, manifestate da avvocati penalisti e professori universitari, e condivise, seppure a mezza bocca, dal ministro di Giustizia Nordio, il titolare del Viminale Piantedosi ha annunciato che il testo del provvedimento sarà rivisto: non solo, sembra di capire, per il normale iter parlamentare che prevede dibattito ed emendamenti, ma anche perché il governo si è reso conto che così com’è rischia di ingenerare equivoci sul tipo di riunioni e manifestazioni da punire, e non solo dei «rave».Veniamo alle multe per i «no-Vax», dei quali, sempre nella prima riunione del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, è stata disposta una piena riabilitazione, con buona pace di coloro (la maggioranza) che si erano sottoposti ai vaccini e avevano scaricato i Green Pass. È emerso che la cancellazione delle multe non pagate comporterebbe la restituzione dei soldi a quelli che le stesse multe le hanno pagate, riconoscendo implicitamente di aver sbagliato. Conseguenza: chi tra i «no-Vax» vorrà rientrare al lavoro potrà farlo, ma la multa la dovrà pagare.Inoltre gli immigrati: dopo le pressioni dell’Europa registrate personalmente dalla stessa Meloni nei suoi primi incontri a Bruxelles con le presidenti dell’Europarlamento Metsola, della Commissione Von der Leyen e con quello del Consiglio europeo Michel, la cosiddetta «linea dura» contro le navi delle Ong, alle quali è stato impedito di entrare nei porti siciliani, ha subito un primo ammorbidimento: potranno avvicinarsi alla riva, restare in rada, far sbarcare donne, bambini e malati, e se le condizioni meteo peggioreranno, com’è previsto in questi giorni, non è escluso che possano attraccare. Infine il rilancio delle trivellazioni per il gas, a cui la Meloni, quand’era all’opposizione, era contraria. Governo un passo avanti e due indietro, dunque. Ma nessuno si azzardi a definire l’Italia, un Paese in cui le leggi si fanno per essere rispettate, «una Repubblica delle banane», ha avvertito Meloni. Appunto.